lunedì 28 marzo 2011

LA PECULIARITA' DELLA CRISI DI UN PAESE IN SVENDITA

La crisi libica e la tanto temuta invasione di immigrati a Lampedusa, calamita l'attenzione dei media in modo pressoche' univoco. E' il caso di dire: piove sul bagnato.
L'Italia, deve fronteggiare questa nuova emergenza epocale, mentre la sua situazione interna non sembra dare segnali di miglioramento. La crisi economica continua, in modo inesorabile, anche se pare, non faccia piu' notizia.
Molte imprese sono al collasso, i consumi sono fermi, la disoccupazione aumenta, il debito pubblico continua a crescere, così come l'indebitamento delle famiglie, giunte ormai alla soglia della poverta'. Le casse delle amministrazione locali sono in rosso, a breve molti beni pubblici saranno svenduti.
Il sistema Italia si e' inceppato. Si dira': tutte le economie occidentali sono in sofferenza. Vero, ma in Italia c'e' un altro fenomeno che nel medio periodo, fara' sentire le sue conseguenze.
La mia, volutamente, e' una forte provocazione ma non puo' definirsi del tutto infondata.
Mi riferisco agli ottimi risultati che il Governo sta compiendo contro le mafie. In modo incessante, lo Stato sta infliggendo duri colpi alle organizzazioni malavitose. Era ora! Ma se al tempo stesso, non si pongono le basi per una crescita economica alternativa, a breve assisteremo ad una forma di progressiva ed inesorabile desertificazione produttiva.
Prendiamo il modello Caserta, imposto dal Ministro Maroni. Ingenti sono stati i sequestri di patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali locali. Ma quando si chiude, un cantiere edile in odore di camorra, un grande centro commerciale, una discoteca, dei terreni agricoli, una grande quantita' di occupati, siano essi regolari o semplici lavoratori a nero, perdono la loro occupazione, andando immediatamente ad aumentare la percentuale di inoccupati, quindi ad accrescere il livello di poverta' presente nel territorio.
Ultimamente, molta attenzione, si sta ponendo sulla Lombardia, regione notoriamente sviluppata nella quale tuttavia, in modo ormai consolidato, la n'drangheta fa affari tramite l'avallo della politica, da circa trenta anni, sodalizio che di certo non ha impoverito il territorio. La cosa ha destato molto clamore, scosso l'opinione pubblica, preoccupato notevolmente l'amministrazione locale, la quale pare fin troppo infastidita dal polverone sollevato. Se si iniziasse a mettere sotto la lente di ingrandimento anche l'opulento nord, le ripercussioni sarebbero davvero preoccupanti per l'intero Paese.
Ma oggi, in Italia, chi realmente ha ancora la forza e la possibilita' di fare investimenti, con capitali cash? Anche la madre di tutte le fabriche, la Fiat, a breve diventera' americana. La Parmalat sta per diventare francese. Tutte le aziende, medio-piccole, per così dire pulite ed oneste, sono indebitate, molte di esse saranno destinate a cessare la propria attivita'. Le ditte straniere non investono per la presenza delle organizzazioni mafiose. Se queste ultime, iniziano ad essere contrastate in modo serio dallo Stato, chi continuera' a mantenere in vita il sistema economico italiano?
Ripeto, la mia e' un'analisi volutamente provocatoria, ma in parte sintetizza la peculiarita' del nostro sistema economico. Basta ricordare che lo scorso anno, nella manovra finaziaria, rientrarono almeno 95 miliardi di euro tenuti all'estero, un toccasana per il Governo ma su la cui provenienza e' meglio non aver indagato.
L'economia sana e' in ginocchio. L'economia malsana e' contrastata. Il sistema Paese, non sa come uscirne.



1 commento:

roger ha detto...

Io sono convinto che anche in trentino ci sia l'infiltrazione mafiosa con l'inserimento di investimenti nella grande distribuzione centri commerciali e investimenti in capannoni industriali per ripulire liquidità.