domenica 6 marzo 2011

LA DEMOCRAZIA NON PUO' PIU' ESSERE ESPORTATA

La guerra civile in Libia segna di fatto, un trapasso epocale. La popolazione, come e' gia' accaduto in Tunisia ed in Egitto, cerca di rovesciare il regime. In quei territori, si vive un fermento di rivolta teso a sovvertire usi e costumi consolidati nei secoli.
Da una ribellione verso l'aumento dei generi di prima necessita', come accaduto in Tunisia, ben presto la sommossa popolare e' diventato uno strumento di sofferto e sanguinario mutamento culturale.
In Libia, lo scontro e' diventato rovente. E' in corso una vera e propria guerra intestina, sulla quale le notizie sono molto frammentarie, contraddittorie e completamente controllate dal regime.
Gheddafi continua a sostenere la tesi della deriva fondamentalista come causa delle insurrezioni interne. Al Qaida secondo il leader libico, e' pronta a mettere le mani sulla Libia e sull'intero Maghreb.
Di sicuro, a quelle latitudini, c'e' la richiesta diffusa da parte di una popolazione vessata da lustri, di poter vivere piu' liberamente, in base a principi e regole democratiche proprie dei paesi occidentali. Piu' che Ben Laden, i dittatori arabi temono la rete e "l'erudimento" che essa puo' offrire alle giovani generazioni, sempre piu' desiderose di vivere come i propri coetanei d'occidente. Il vero nemico da sconfiggere, porta il nome di Facebook, Twitter, Google, un nemico silente, invisibile ma capillarmente diffuso.
La comunita' internazionale intanto, sta alla finestra, spettatrice intimorita di un cambiamento così repentino ed enormemente vasto per dimensioni territoriali. Come affrontare questa crisi nord-africana? Adoperare ancore le armi, con un nuovo ed estenuante conflitto, per esportare (l'ennesima volta) la democrazia attraverso la guerra? Sarebbe questa, una scelta saggia, in un contesto economico globale gia' così fragile ed incerto?
Penso che come oggi, noi occidentali, stiamo pagando le conseguenze per l'improvvisa, rapida e smisurata crescita economica dei paesi asiatici, un domani, a noi assai vicino, potremmo subire sulla nostra pelle le ripercussioni di questo repentino, brusco ma forse fin troppo atteso sconvolgimento culturale.
Per tale motivo ritengo che, in questo contesto storico, la democrazia non possa essere esportata ma sara' eventualmente, una conquista assai sofferta da parte delle popolazioni locali.

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