La manifestazione di sabato 5 dicembre ha sicuramente un significato enorme. Per la prima volta si e' riunita in modo spontaneo, con il semplice tam tam della rete, una gran quantita' di persone che in modo assolutamente pacifico, hanno voluto dimostrare in modo schietto e diretto il loro dissenzo contro il Premier, soprattutto riguardo la sua situazione processuale e l'ormai sfacciato e palese tentativo di risolvere per strada legislativa, i suoi annali contenziosi.
In coincidenza, si e' inserita la questione Spatuzza, le dichiarazioni del boss che in sede processuale ha iniziato a confessare presunti coinvolgimenti di Berlusconi in vicende di mafia.
Ritengo che inevitabilmente, dopo la fine della prima Repubblica e la scomparsa di tutti i maggiori partiti dell'epoca, la mafia vedesse nel nascente partito di Forza Italia, un nuovo riferimento politco-territoriale. Da qui a dire che Berlusconi sia il mandante delle stragi dove persero la vita Falcone e Borsellino, penso il passo sia enorme se non addirittura farneticante.
Quindi, queste congetture a dir poco fantascientifiche, non fanno che rinforzare lo stesso Berlusconi che le strumentalizzera' ad arte. Ancora una volta, il Cavaliere non ha come avversari leader politici di livello, ma solamente una piazza sfarzosamente urlante e poco piu'.
Per i maligni poi, che vedono l'arresto dei due super boss latitanti avvenuto nello stesso giorno del corteo a Roma, uno catturato a Milano e l'altro in Sicilia, una strana coincidenza, quasi uno "sfizio" dello stesso governo di rispondere alla piazza con i fatti, penso che sia una tesi sterile e irriguardosa per chi la mafia la conbatte dal basso, affrontando tutti i rischi del caso.
Faccio notare che il super latitante Bernardo Provenzano, ricercato da oltre 40 anni, fu catturato il giorno seguente la vittoria di Prodi nelle elezioni dell'aprile 2006.
La cosa piu' evidente che emerge e' che il Paese rimane in una sorta di vuoto politico. Da un lato, una maggioranza spesso divisa, succube dei diktat schizzofrenici della Lega, con molti elettori di destra che non si riconoscono piu' nel PDL, partito di un solo uomo, sempre piu', uomo solo.
Dall'altra, un'opposizione ancora inconsistente, debole, sfibrata, senza veri leaders, espressione di un PD che in poco piu' due anni, e' nato, morto, risuscitato. Si e' passati dall' "yes we can" di Veltroniana memoria all'evanescente rissosita' piu' che altro televisiva dell'abatino Franceschini, ai tentativi di reidizione ulivista di Bersani che pare trovino molta contrarieta' nelle diverse anime del PD, senza dimenticare la forte personalita' di Di Pietro, piu' limitante che corroborante.
E poi? C'e' l'UDC di Casini, partito che se corre da solo, praticamente non vale nulla e il nuovo partito di Rutelli, in pratica solo uno strumento di raccolta fondi elettorale.
I cortei servono, ma non bastano, lo sanno sia Moretti che Grillo.
In coincidenza, si e' inserita la questione Spatuzza, le dichiarazioni del boss che in sede processuale ha iniziato a confessare presunti coinvolgimenti di Berlusconi in vicende di mafia.
Ritengo che inevitabilmente, dopo la fine della prima Repubblica e la scomparsa di tutti i maggiori partiti dell'epoca, la mafia vedesse nel nascente partito di Forza Italia, un nuovo riferimento politco-territoriale. Da qui a dire che Berlusconi sia il mandante delle stragi dove persero la vita Falcone e Borsellino, penso il passo sia enorme se non addirittura farneticante.
Quindi, queste congetture a dir poco fantascientifiche, non fanno che rinforzare lo stesso Berlusconi che le strumentalizzera' ad arte. Ancora una volta, il Cavaliere non ha come avversari leader politici di livello, ma solamente una piazza sfarzosamente urlante e poco piu'.
Per i maligni poi, che vedono l'arresto dei due super boss latitanti avvenuto nello stesso giorno del corteo a Roma, uno catturato a Milano e l'altro in Sicilia, una strana coincidenza, quasi uno "sfizio" dello stesso governo di rispondere alla piazza con i fatti, penso che sia una tesi sterile e irriguardosa per chi la mafia la conbatte dal basso, affrontando tutti i rischi del caso.
Faccio notare che il super latitante Bernardo Provenzano, ricercato da oltre 40 anni, fu catturato il giorno seguente la vittoria di Prodi nelle elezioni dell'aprile 2006.
La cosa piu' evidente che emerge e' che il Paese rimane in una sorta di vuoto politico. Da un lato, una maggioranza spesso divisa, succube dei diktat schizzofrenici della Lega, con molti elettori di destra che non si riconoscono piu' nel PDL, partito di un solo uomo, sempre piu', uomo solo.
Dall'altra, un'opposizione ancora inconsistente, debole, sfibrata, senza veri leaders, espressione di un PD che in poco piu' due anni, e' nato, morto, risuscitato. Si e' passati dall' "yes we can" di Veltroniana memoria all'evanescente rissosita' piu' che altro televisiva dell'abatino Franceschini, ai tentativi di reidizione ulivista di Bersani che pare trovino molta contrarieta' nelle diverse anime del PD, senza dimenticare la forte personalita' di Di Pietro, piu' limitante che corroborante.
E poi? C'e' l'UDC di Casini, partito che se corre da solo, praticamente non vale nulla e il nuovo partito di Rutelli, in pratica solo uno strumento di raccolta fondi elettorale.
I cortei servono, ma non bastano, lo sanno sia Moretti che Grillo.
1 commento:
E' stata un'iniziativa spontanea, riuscita e senza incidenti. Non credo che oggi una qualsiasi manifestazione possa indebolire o rafforzare un governo (Ma non mi sono affatto piaciute le arroganti reazioni del PdL). Negli anni ruggenti, quando il sindacato unito riempiva le piazze, i governanti erano in qualche modo obbligati ad ascoltare le istanze dei lavoratori. Anche i sessantottini furono tenuti nella giusta considerazione.
Ma quella di oggi è tutta un'altra storia, anche perché, come hai scritto nel post, mancano i leaders politici...manca la Politica.
Se avessi partecipato, lo avrei fatto perché il mio giudizio nei confronti di questo governo è negativo e non perché Spatuzza ha fatto i nomi di Dell'Utri e di Berlusconi. L'Italia è un Paese di colpevolisti" e di "innocentisti" e anch'io ho le mie opinioni in proposito ma, pur avendo, in linea di principio, una certa considerazione...storica del "pentitismo" (che, in qualche caso, ha consentito una svolta decisiva delle indagini), è chiaro che al momento, nella fattispecie, mancano riscontri concreti.
Dovrebbero, piuttosto, emergere nell'àmbito del Paese il "conflitto sociale", la mancanza di lavoro, il richiamo ai diritti calpestati e la paura, la rabbia di molti cittadini per l'incertezza del futuro, non quella...naturale, ma quella provocata dalla "casta" bipartisan che, con poche eccezioni, ha fatto dell'Italia terra bruciata.
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