L'anno sta per finire, è tempo di bilanci. Quelli del meridione ed in particolar modo della Campania e di Napoli, sono inesorabilmente negativi. In tempo di crisi il divario tra Nord e Sud si accresce. Le distanze ataviche diventano ahimè. abissali.
I dati del Sole 24 ore sulla qualità della vita delle province italiane sono come al solito spietate nella loro cruda veridicità. Alle province del Sud, la solita maglia nera.
Il mezzogiorno, pur avendo un terzo della popolazione nazionale, contribuisce a mala pena ad un quarto del prodotto interno lordo. Se pensiamo che la Campania e Napoli, sono tra i territori a maggior concentrazione demografica - circa un decimo di quella italiana - si intuisce coma la più grande fetta di povertà del Paese, si accumuli per l'appunto in questo territorio.
Miseria, disoccupazione, marginalità, degrado sociale, economia sommersa, illegalità diffusa, sono gli unici indicatori in permanente crescita.
Napoli, dopo Roma e Milano, è la terza metropoli d'Italia, nonchè principale porto del Mediterraneo. I dati emersi in tal senso, appaiono ancor più mortificanti. Questa città sofferente e il suo hinterland malsano, restano una grande area disordinata, fragile, frastornata, dalle potenzialità mai espresse, dalle aspettative ormai deluse, ridotte al lumicino.
Per molti analisti economici, il peggio è passato. Di solito, dopo una crisi, le aree notoriamente forti si riprendono più rapidamente rispetto alle zone deboli che, con molta probabilità, annegheranno per sempre.
Il Sud può davvero diventrare "chimerico" volano di sviluppo per l'intero Paese, o sarà sempre un'ingombrante zavorra di cui disfarsi?
I dati del Sole 24 ore sulla qualità della vita delle province italiane sono come al solito spietate nella loro cruda veridicità. Alle province del Sud, la solita maglia nera.
Il mezzogiorno, pur avendo un terzo della popolazione nazionale, contribuisce a mala pena ad un quarto del prodotto interno lordo. Se pensiamo che la Campania e Napoli, sono tra i territori a maggior concentrazione demografica - circa un decimo di quella italiana - si intuisce coma la più grande fetta di povertà del Paese, si accumuli per l'appunto in questo territorio.
Miseria, disoccupazione, marginalità, degrado sociale, economia sommersa, illegalità diffusa, sono gli unici indicatori in permanente crescita.
Napoli, dopo Roma e Milano, è la terza metropoli d'Italia, nonchè principale porto del Mediterraneo. I dati emersi in tal senso, appaiono ancor più mortificanti. Questa città sofferente e il suo hinterland malsano, restano una grande area disordinata, fragile, frastornata, dalle potenzialità mai espresse, dalle aspettative ormai deluse, ridotte al lumicino.
Per molti analisti economici, il peggio è passato. Di solito, dopo una crisi, le aree notoriamente forti si riprendono più rapidamente rispetto alle zone deboli che, con molta probabilità, annegheranno per sempre.
Il Sud può davvero diventrare "chimerico" volano di sviluppo per l'intero Paese, o sarà sempre un'ingombrante zavorra di cui disfarsi?
1 commento:
felicissimo santo natale.
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