Al tempo stesso, il malcontento giovanile e non solo, andrebbe interpretrato, intercettato, per dare ad esso, una valutazione sociologica. La piazza e' stata da sempre, la piu' autentica cartina di tornasole, per comprendere l'evoluzione di un paese.
La Nazione vive un forte declinio. La crisi economica globale, nel nostro paese, fa sentire i suoi effetti in modo tangibile. Il numero dei precari aumenta inesorabile, così come quello dei cassintegrati. L'Italia, tra i paesi sviluppati, ha il livello di disoccupazione giovanile, tra i piu' alti. Vuol dire che a differenza di alcuni paesi come la Spagna, in cui il tasso di disoccupazione e' molto piu' elevato (in molti hanno perso il lavoro), da noi e' considerevole il numero di giovani che non ha ancora trovato la sua prima occupazione. Per le nuove generazioni, quindi, si sta profilando un paese senza futuro, un paese sempre piu' vecchio, in cui si vive alla giornata, senza il diritto di poter fare progetti.
Questo quadro socio-economico non certo incoraggiante, non sembra segnare un'inversione di tendenza, a differenza di come sta accadendo negli altri paesi sviluppati. In Italia si e' intervenuti in modo orizzontale, portando tagli fortemente diffusi, generalizzati. Soprattutto non e' partorito nessun progetto per il Paese, nessuna idea guida di crescita alternativa. Da troppi anni, in merito allo sviluppo, vengono confezionati soltanto spot autocelebrativi, mortificanti per chi vive una situazione di difficolta'.
Se poi, aggiungiamo il livello di spaventoso degrado in cui e' sporofondata la politica, in piena crisi emorragica, a causa delle continue ruberie, del diffuso clientelismo affaristico, del dilagante mal costume, del logorante e sterile scontro intestino, ne consegue un inevitabile mix di incandescente malcontento, molto pericoloso per il Paese. La tensione sociale, ha raggiunto livelli altissimi.
Il disagio di una generazione viene ancor piu' svilito dalla pochezza politica e soprattutto, dalla siderale distanza dei suoi rappresentanti. I giovani hanno preso coscienza che le loro grida di disperazione non saranno mai ascoltate, non solo perche' l'attuale classe politica e' sorda, ma anche perche' palesemente, non e' all'altezza per poter instaurare un' inversione di tendenza.
In questi casi, quando si diventa consapevoli della pochezza del proprio presente, congiuntamente all'assenza di un' idea di futuro, la frustrazione cresce a dismisura. Se questo malessere sociale diffuso, non viene intercettato, puo' trasformarsi in violenza.
La violenza spesso, ahime', non e' che l'estrema rappresentazione sociale dell'inquetudine soggettiva. Quando piu' individui, vivono questo sentimento di frustrazione, la violenza diventa fenomeno di massa.
13 commenti:
beh, anch'io mi sento frustrata, con un figlio piccolo da far crescere e i sussidi che vengono dati quasi esclusivamente agli immigrati, ma mi rimbocco le maniche e vado avanti come posso, non vado certo ad incendiare le auto degli altri, o a distruggere negozi! Finiamola di giustificare i delinquenti!
Concordo profondamente con la tua analisi.
Qui non si tratta di violenza indiscriminata come quella perpetrata dalle tifoserie organizzate.
E' violenza,senza dubbio da condannare...ma ci dice qualcosa di grave,come la spia della benzina quando è quasi finita.
Ci dice che la situazione è ompromessa e che è da irresponsabili perpetrare questa pantomima del "và tutto bene".
Dietro questa violenza da condannare c'è la realtà di una generazione senza interlocutori,nè politici e nè sindacali.
Cosa puoi fare quando nessuno ti ascolta,nemmeo chi dovrebbe per vocazione?
La politica deve ascoltare,non deve nascondere la realtà dietro la violenza.La realtà c'è,esiste...e non saranno 100 scalmanati a nascondere la verità.
X l'anonima:
Tu non hai capito una beneamata cippa.angelo non ha giustificato NULLA,ha detto BEN ALTRO.
Andrea
Non mi pare di aver letto nel post di Angelo parole che giustifichino la violenza, anzi la frase di apertura elimina ogni dubbio :"I disordini e le violenze dei giorni scorsi a Roma, vanno condannati fermamente." . Con il qualunquismo si fa il gioco dei soliti pochi.
La questione è che occorre trovare risposte su come tornare competitivi senza ledere i diritti di chi lavora, come aumentare l'occupazione, come aiutare le famiglie, la ricerca e tanti altri , tra cui anche gli immigrati onesti. In caso contrario, la gente con ragione scende in piazza. Non ho soluzioni immediate, e credo che nessuno le abbia allo stato attuale. La mia personale speranza è che nascano nuove idee e che gli vengano attribuite le giuste attenzioni.
"La violenza spesso, ahime', non e' che l'estrema rappresentazione sociale dell'inquetudine soggettiva"
Se non questo non è giustificare...
chiara (l'anonima di prima)
La nostra generazione ha avuto e sta continuando ad avere troppi privilegi.
Adesso si chiamano diritti acquisiti e "non si possono toccare".
I contratti di lavoro danno troppi diritti e nessun dovere.
Ma guai a parlare di cambiare. Marchionne è l'unico che ne parla e viene dipinto come un negriero, anche se lui propone esattamente di applicare contratti in voga in molti paesi occidentali ed in USA (tutti negrieri).
Bassolino era uno che ascoltava molto la piazza: ha dato tanti sussidi, in tutte le forme ma nessun lavoro. E tutti erano contenti.
x anonima di prima.
A questo punto credo che tu NON voglia capire.
A me il discorso di Angelo appare chiarissimo:nessuna giustificazione della violenza ma amara constatazione di come essa sia la punta dell'iceberg di un malessere profondo...
Che c'è ed esiste,a dispetto dei vari Fede,Minzolini,Vespa e compagnia osannante.
Puoi anche prendere tutti i manifestanti e bruciarli vivi:pensi che non sentire piu' il loro grido equivalga alla scomparsa del disagio?
Prova a recidere le corde vocali ad un malato terminale...non sentirai piu' le urla,ma il dolore contiunuerà ad esserci.
E' così difficile da capire?
Andrea
x nicola.
Sei troppo qualunquisticamente generico per essere credibile.
Quali sarebbero questi troppi diritti e privilegi?
Chi lo ha detto che i contratti danno solo diritti e non doveri?
Ma di cosa diamine stai parlando?
Spiegacelo e magari vediamo di confrontarci.
Cambiare:
Bella parola,buona per tutte le stagioni e Marchionne ne fa un uso spregiudicato,avulso da qualunque contesto.
Tanto per cominciare,essendo egli un manager dovrebbe illustrare un piano industriale in cui mostri COSA vuole cambiare a livello produttivo.
O mi vuoi far credere che hai abboccato alla favola che il contratto non si firma perchè gli operai non vogliono diminuire la pausa-sigaretta?
Bassolino:classico esempio di strumentalizazione,arte nella quale avete raggiunto l'eccellenza.
Possibile che se non mischiate merda e cioccolata non siete capaci di fare un discorso compiuto?
Possibile che non cogliate la differenza tra "ascoltare la piazza" e elargire regalie a pioggia?
Lo capite che questo modo di argomentare funziona soltanto tra di voi?
andrea
Marchionne , certamente è molto preparato, un professionista serio, ritengo sia uno scaltro contrattatore e un buon rapppresentate degli Azionisti. Forse non sarà un negriero,ma non è un mecenate, non è previsto nel suo mandato. Perchè fare a Pomigliano un contratto nuovo anzichè colpire con gli strumenti esistenti, chi abusa della mutua? Mio giudizio è che l'obiettivo era il contratto nuovo,creare un precedente, non ridurre la mutua. In questo contesto gli Industriali hanno solo da scegliere dove produrre. In Italia, fanno uso e abuso della cassa integrazione. Questa è la flessibilità che si cerca oggi:ho commesse: ti chiamo e ti pago poco; non ho bisogno: stai a casa. Si mette in competizione prima l'Operaio Polacco, poi il Rumeno, con l'Italiano... Siamo noi che guadagnamo troppo?O loro che guadagnano troppo poco? Sono i ns diritti ad incidere sul ns. costo? Nicola ritieni che dobbiamo rinunciare a parte delle ferie? Magari ai par? Troppi caffè? Sono le spese per la sicurezza a incidere? O sarebbe meglio lavorare affinchè anche all'Operaio Polacco (dico Polacco x dire Rumeno, Cinese, Ceco ecc..,)queste cose vengano riconosciute in egual misura e le possa chiamare diritti acquisiti? Non dimenticare che anche i ns figli godranno dei diritti acquisiti, che sapremo mantenere o guadagnare.
Angelo scusami forse sono uscito un pò dal seminato e abusato dello spazio sul tuo blog.
Albatros,hai perfettamente sintetizzato il concetto:
Si tenta di farci sentire "colpevoli" di avere dei diritti.
Strumentalmente si tira in ballo l'operaio pelandrone per rimettere in discussione anni e anni di battaglie per diritti minimi.
Tra l'altro,forse nessuno si rende conto che è IMPOSSIBILE parificare un operaio cinese con uno italiano.
Se anche ci dimezzassimo lo stipendio e rinunciassimo a tutte le garanzie,il cinese sarebbe COMUNQUE piu' competitivo.
e' tutta una galattica presa per i fondelli.
Andrea
Ciao Angelo,
La questione è semplice: stanno portando la baracca sull'orlo del fallimento in modo tale da poter passare la mano a chi non è troppo occupato a procacciare cibo (quindi i loro figli). Di questo passo non mi stupirei se instaurassero la divisione in clero, nobiltà (politici) e terzo stato, come esisteva nella Francia monarchica.
L'esasperazione non giustifica la violenza, è vero, ma è altrettanto vero che tutte le volte che chiunque (eccetto i padani agricoltori che, non sapendo contare, hanno ecceduto con le quote latte) ha provato a far sentire la sua voce in modo pacifico è stato represso con la violenza. È perciò evidente che non si tratta di persone che ricorrono naturalmente a questi metodi, salvo eccezioni, piuttosto si sono adeguati alle risposte che hanno ricevuto dallo stato.
Maria.
il mio post e' oggettivamente analitico.
non intendo in nessun modo giustificare la violenza.
ma fenomeni analoghi, sono sempre esistiti, in tutte le latitudini del mondo.
la storia delle relazioni sociali ha sempre purtroppo contemplato queste manifestazioni.
fu cosi in america all'inizio degli anni 60 nei quartieri neri, nel 68 contro la guerra in vietnam, in europa dell'est contro l'imperialismo sovietico, piu' recentemente in francia ed infine in grecia.
da noi movimenti di protesta piu' pacifici, come i girotondi o l'onda viola, sono stati visti come rappresentazioni naif o vagamente radical chic e spesso finanche derisi.
gli ultimi disordini, deprecabili, hanno avuto la "colpa" di infrangere quel quadro molto virtuale, di un paese in cui tutto va bene, dove basta in fondo, la profusione di un contagioso ottimismo, per far si che il portafogli delle persone si gonfi da solo, per incanto.
qualunquisticamnete generico è chi non ha neppure la forza di scrivere il suo nome di battesimo.
A questo anonimo vaccio solo un esempio: ti ricordi delle pensioni baby? Nella pubblica amministrazione si andava in pensione a 50 anni. Tutti d'accordo, governo-sindacato-maestranze. Le vacche erano grasse, ma tutti sapevano che quelli erano soldi che stavamo sottraendo alle pensioni dei nostri figli.
X Nicola
Genericamente imbecille si dice di chi parla senza nemmeno sapere cio' che dice.
Infatti si dà il caso che il mio nome di battesimo (Andrea) campeggi alla fine del mio commento a te rivolto.
Dopo la doverosa puntualizzazione passo al sodo.
Ritengo che chi argomenta alla tua maniera,ovvero utilizzando il peggiore degli esempi possibili per far valere le proprie ragioni(come in questo caso,dove usi il peggio del malcostume per dare forza alla tua idea di eccessivi privilegi),abbia infine ben poco da dire.
Visto che ti piacciono gli esempi,te ne faccio uno proprio a fagiolo:un mio conoscente di Treviso,leghista doc,è in pensione dall'età di TRENTOTTO ANNI,dopo una onorata carriera in una scrivania dell'esercito durata ben VENTI ANNI.
Considerando che l'esercito è storicamente un serbatoio elettorala della destra,e che il mio conoscente ha l'aggravante di essere leghista,possiamo dire che hai trovato un esempio del menga?
Possiamo dire che le pensioni baby sono un obbrobrio,ma che le pensioni in genere NON sono esattamente quel paradiso di privilegio che vorresti far credere?
Andrea
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