lunedì 6 settembre 2010

FRA I 2 LITIGANTI, LA LEGA GODE

A Mirabello si e' ufficalmente manifestata nella sua piu' nitida espressione, una crisi ormai strisciante all'interno della maggioranza di Governo.
Fini pero', non ha osato dare il colpo di grazia al PDL. Ha ammesso tutte le spaccature al suo interno, la netta distanza su alcune grandi questioni, la diversita' di vedute su i temi da discutere nelle prossime settimane.
Per Fini il PDL non esiste piu', (io lo affermavo un anno fa). Lui pero', ne vuole fare ancora parte, per rispetto degli elettori.
Non si tratta di un atteggiamento incoerente o di un "istituzionale" smarcamento dal suo co-fondatore, Berlusconi. Ci troviamo dinanzi ad un vero e proprio tatticismo politico.
Il Presidente della Camera sa benissimo che se si andasse a votare domani, il suo movimento non sarebbe ancora pronto ad assumere tutti i crismi di nuovo partito, ne' tanto meno avrebbe i numeri per poter diventare forza di rilievo a livello nazionale. Dovrebbe allearsi, guardando al centro, ma Casini gli ha fatto gia' sapere di non essere disponibile. Quindi non gli resta che continuare nella sua opera di erosione, di graduale indebolimento verso il suo principale alleato, diventato in breve tempo, acerrimo competitor.
Il Parlamento nelle prossime settimane, ci dira' se la rottura sara' inevitabile.
Mai come in questa circostanza, e' il caso di dire: tra i due litiganti, il terzo ( la Lega) gode.
Bossi, Maroni & company, si stanno gia' sfregando le mani, pronti a raccogliere i frutti inattesi di questo scontro fratricida.
Se molti nostalgici, oggi sognano che Futuro e Liberta' possa far riaccendere la fiamma (errore imperdonabile fu spegnerla) della destra sociale, un domani assai vicino, si sveglieranno delusi, trovandosi dinanzi una componente politica molto diversa (oggi definita europeista) da quella che nacque a Fiuggi sulle ceneri del MSI, costretta a elemosinare alleanze e appoggi esterni per poter avere una certa autonomia.
Andare al potere e governare per sedici anni, alleati ad un leader su cui pendono da anni, vari capi di imputazione, per poi prenderne le distanze e fare della questione morale il proprio credo, mi sa tanto di calcolato opportunismo.
In Italia, chi vuole dare il proprio appoggio ad un partito giustizialista, sa gia' a chi rivolgersi.



2 commenti:

Roberto Penna ha detto...

Il tatticismo ci sta, ma arriva pure il momento delle scelte nette e se dinanzi a tale appuntamento si continua a non scegliere, di tatticismo si può anche morire ed è questo che rischia Fini il quale, durante e dopo Mirabello, non ha ancora sciolto il nodo fondamentale. Sul disastro elettorale di FLI come partito, in caso di elezioni anticipate subito, non scommetterei. Napolitano non scioglierà presto le Camere ed oggi nemmeno il Cav. è più tanto convinto di andare a votare presto. FLI sarà pure una cosa ancora indefinibile, però Mirabello ha dimostrato che c'è un popolo non piccolo disposto ad unirsi attorno a Fini. Perciò fare di FLI un partito non sarebbe semplicissimo, ma neppure si tratterebbe di un'impresa titanica. Basterebbe solo rinunciare a qualche tattica democristiana ed osare. Ovviamente FLI non potrebbe essere la riproposizione tale e quale della destra missina e neanche di quella aennina più recente. Insieme alla destra più antica vi sono energie nuove come il liberista Della Vedova. Più che destra sociale, direi destra liberale. Che la Lega goda è da mettere in conto, ma la Lega godrà ancora di più se Fini rimarrà a lungo nel limbo e continuerà a non prendere alcune decisioni fondamentali.

adestra ha detto...

In questa situazione, per ora, la Lega gode. Non so come andrà per il suo progetto del federalismo.