sabato 1 novembre 2008

NON PARLATE DI 68

Molti sostengono che l'attuale insofferenza sociale e le sue estrinsecazioni di piazza, possano portare alla mente il periodo della protesta per antonomasia: il 68.
Io sono di diverso avviso.
Anche allora si viveva una fase di cambiamento. Era pero' un periodo di trasformazione propositiva, creativa, radicale, contagiosa. Nella societa' mutavano tante cose.
La classe operaia vedeva acquisiti diritti prima sconosciuti.
La donna si emancipava(scopriva le gambe indossando la minigonna) rivedendo il suo ruolo nella societa'.
Gli studenti finivano di essere "massa passiva", diventando soggetti pensanti.
Le influenze culturali provenienti dall'estero, cambiavano i costumi nel loro insieme.
Era avvertito un "magma di cambiamento" in tutti gli strati della societa', mettendo contro in modo fortemente critico, due diverse generazioni.
Anche all'epoca la contestazione partì dal mondo universitario. Il pretesto fu l'opposizione alla guerra. In particolar modo si protestava contro la guerra in Vietnam, sottacendo in parte, l'invasione Sovietica in mezza Europa dell'est.
Il pullulare pulsante dell'animo giovanile fu anche allora veicolato in un contesto politico. Non era ancora l'epoca degli anni di piombo ma in quel periodo si determino' quella marcata divisione tra sentimento giovanile di destra e di sinistra.
Anche oggi assistiamo ad un cambiamento, caratterizzato pero' da una fase di regressione e decadenza, sia economica che sociale.
Gli eccessi della globalizzazione umiliano l'autonomia dei singoli. La crisi pero' e' anche culturale.
Vengono meno modelli di riferimento. La politica non svolge piu' un ruolo costruttivo per il paese. I partiti ne sono il loro specchio opaco, creando sterile scontro, non sana partecipazione attiva.
Il sindacato vede sminuito il suo ruolo, diventa a sua volta un macchinoso ingranaggio del Paese.
L'informazione diventata estesa, diffusa, capillare, si propaga pero' in un'ottica commerciale, annullando quel suo ruolo asettico e neutrale.
Tutto cio' porta ad un indebolimento dell'immagine dello Stato, come Istituzione primaria.
Scendere in piazza oggi non e' testimonianza di un cambiamento. E' solo un modo per urlare il proprio disagio. E' un fenomeno di protesta sociale indotto. La rappresentazione veicolata, di un vuoto ideologico e culturale che colpisce in questo momento storico, ampi strati della societa'.
Per tali motivi, oggi non ci troviamo dinanzi ad un altro 68.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

A mio avviso, la 'piazza' resta un luogo...non vietato dalla Costituzione per esprimere proteste, che poi potrebbero (DEVONO) sfociare nella battaglia referendaria, intanto contro il "Lodo Alfano", guardando - come nel passato - ai contenuti del referendum piuttosto che a proponenti e sostenitori politici.

Al momento, nell'àmbito del 'fare' e non delle chiacchiere, non vedo alternative (contro questo regime, teorizzato a suo tempo e recentemente 'registrato' da Licio Gelli). Berlusconi non dialoga con l'opposizione, non va in Parlamento, dove, all'atto dell'insediamento, ha ottenuto la scontata 'fiducia'. Il Cavaliere e i Ministri considerato l'attuale inquilino del Colle, alle Camere antepongono... Napolitano, ben sapendo che qualsiasi Capo dello Stato in Italia, da un punto di vista legislativo, non ha poteri: un'inedita prassi, subdola, un pò anticostituzionale, una presa per i fondelli per le Istituzioni, per coloro che le rappresentano e per quei cittadini che abboccano.

Comunque, "qualcosa si muove", nell'àmbito della democrazia parlamentare: voglio credere che non si parli più di "veltrusconismo"! Gli schieramenti, specie con un Berlusconi premier, DEVONO ESSERE contrapposti, le convergenze andranno semmai ricercate se e quando si discuterà di riforme istituzionali.

Nicola Scalera ha detto...

Caro Angelo,
non ri-indirizziamo i discorsi (spostandoli sul '68)... restiamo in tema (Gelli,P2 e sue teorie) ... quanto dichiarato dal "venerabile" ... mi sembra di una gravità unica. E, al momento, nessuno dei Cortigiani del ReSilvio ... ha ancora replicato ... che vuol dire? tacito assenso?
Sto preparendo un post che faccia capire COSA teorizzavano Gelli e la P2 ... e COME queste cose oggi le sta realizzando ReSilvio ... restiamo ai fatti e non divaghiamo. Le celebrazioni del '68 non voglio evitarle (le faremo pure ... entro la fine dell'anno) ma oggi restiamo sul tema Gelli ...

VEDI MIO BLOG:
http://nicolascalera.blogspot.com

CogitoergoVomito ha detto...

Non solo non bisogna parlare di 68.
Non bisognerebbe proprio parlarne di questa manifestazione.
Tutti commentano solo se si tratti di una manifestazione di sinistra o di destra.
E' una manifestazione che esprime un malcontento generale.
E basta.

3my78 ha detto...

Sinceramente non ci tengo per niente a parlare del '68.

Nicola Scalera ha detto...

Per la cronaca:
la notizia di Gelli e del suo "delfino" ReSilvio (che sta attuando i programmi della P2) non è mai comparsa nei TG di ieri. E oggi è già in archivio anche su La Repubblica. Noi continuiamo a fare il "loro" gioco, "dividendoci" tra "quelli-di-destra" e "quelli-di-sinistra" ... e intanto il mondo è in mano ai Poteri Occulti (che al Sud si chiamano mafia e camorra) ... Bisognerebbe pretendere maggiore informazione ... segno di maggiore democrazia.

Per saperne di più su Gelli e ReSilvio:
http://nicolascalera.blogspot.com

Bruno ha detto...

Ciao
grazie per essere passato sul nostro blog.
Non parliamo di 68 perchè ritengo siano due cose ben diverse.... oggi, dopo tantissimo tempo, finalmente il popolo si fa di nuovo sentire visto che non abbiamo una opposizione e al governo fanno cio' che vogliono. sono passati 40 anni e senza nulla togliere a nessuno, ritengo che oggi abbiamo una grande informazione a disposizione ed è piu' semplice dimostrare che stanno facendo delle enormi cazzate. Oggi le proteste sono contro un lodo alfano terribilmente squallido ed è un movimento pacifico di raccolte firme.... contro il decreto gelmini che a mio avviso in molti punti è una buona riforma ma non mi devono parlare di tagli quando sono loro i primi ad avere stipendi e privilegi improponibili.
finalmente un piccolo scrollo a questa dittatura la si sta dando ....

Anonimo ha detto...

Non continuiamo a parlare di vecchiume come il 68 e come Gelli. Affrontiamo la realtà di oggi. Viviamo il nostro tempo. Non camminiamo con la testa girata all'indietro. Ci farà bene. Xavier