domenica 1 maggio 2011

1° MAGGIO: EFFIMERO HAPPENING DI CIRCOSTANZA

 
Si e' festeggiato il 1° maggio. Ancora? 
Che senso dare a questa data? 
In Piazza San Giovanni a Roma, tutti a cantare Bella Ciao, con il pugno sinistro chiuso, mentre in tutto il mondo le fabbriche chiudono.
Un tempo era giusto, opportuno, a limite anche giustificatamente strumentale, presenziare questo appuntamento per polarizzare un evento a cui dare una valenza politica.
Ma oggi e' ancora valida la contrapposizione tra padrone ed operaio, tra capitalismo e marxismo?
Oggi tutti si trovano nella stessa barca, tentando di adoperarsi a tappare le innumerovoli falle per non affogare in un mare di merda.
Dinanzi ad una stagnazione dilagante, ad un vero e proprio collasso produttivo globale, come si fa a mantenere questa vetusta separazione sociale?
Oggi una enorme quantita' di persone sta peggio, rinuncia ad i suoi standard abituali di vita. La quantita' di poveri aumenta a dismisura, colpendo vari strati della societa'.
L'operaio e' sfruttato, vede perdere i suoi diritti. Intanto, il suo titolare ha gia' chiuso l'azienda, stritolato dalle banche. Il disoccupato diventa inoccupato. Il laureato, precario.
Nel nostro Paese, la politica, sempre piu' distante dalla gente, come risponde? Il sindacato sempre piu' diviso, divenuto un apparato di burocrati, quali iniziative prende?
Al 1° maggio va in onda il consueto, quasi scontato, spettacolo evanescente, effimero, qualunquista. Tanti i discorsi di facciata, gli impegni e le promesse annunciate alla gente. Nutrito il drappello dei soliti intellettuali vestiti di cachemire, degli immancabili straricchi artisti impegnati, chiamati per la circostanza, ad assistere un malato in coma. Il lavoro.
Le iniziative a favore del mondo del lavoro, mi fanno tornare alla mente, le tante promesse fatte a Napoli in merito alla monnezza.
Innumerevole il susseguirsi di convegni, simposi, conferenze, tavole rotonde, cortei, fiaccolate persino suppliche alla Madonna. Intanto la monnezza, silente, inesorabilmente cresceva a dismisura, come un magma inarrestabile.
Del dramma lavoro tutti ne parlano, tutti si impegnano a trovare soluzioni al problema. Intanto tanta gente, ha sempre piu' fame.






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