Di solito, quando un pericoloso capo mafia latitante, viene catturato dopo anni di indagini, pedinamenti, intercettazioni ambientali, c'e' grande soddisfazione da parte degli organi inquirenti ma, al tempo stesso, piena consapevolezza che un nuovo capo e' gia' pronto ad insediarsi sul territorio.
Lo stesso vale per Al Qaeda, la piu' grande organizzazione terroristica mondiale, con cellule operative distribuite in tutte le parti del globo.
L'aver eliminato fisicamente o per i piu' scettici, solo virtualmente, il suo capo indiscusso, Osama Bin Laden, non cambia piu' di tanto la potenziale pericolosita' dei gruppi fanatici fondamentalisti.
Non a caso, il livello di allerta contro il pericolo di attentati di ritorsione, e' aumentato notevolmente in queste ultime ore e non solo negli Stati Uniti.
Un tempo si combattevano guerre in cui si misuravano sul campo, gli opposti schieramenti. Poi c'e' stato il tempo della guerra fredda, in cui USA e URSS si controllavano reciprocamente per mezzo degli opposti controspionaggi e dove lo scontro spesso avveniva tramite le diplomazie.
Oggi il nemico e' invisibile. Il pericolo e' tra noi, silente, camuffato, pronto a colpire in modo cinico e spettacolarmente spietato. Quando un uomo, una donna e finanche un bambino, sono pronti ad immolarsi in nome di Dio facendo stragi di innocenti, nessuna strategia puo' essere efficace per mettere fine a tale barbarie.
Dopo l'11 settembre, il mondo non e' piu' come prima. Aver eliminato Bin Laden, non credo ahime', portera' alla fine del terrorismo fondamentalista, specie in questa fase storica caratterizzata da uno sconvolgimento politico-culturale nel Magreb e nel Medio Oriente. Obama si compiace del successo, ma e' il primo a sapere che la guerra al terrorismo non e' stata vinta.
1 commento:
Allora facciamo come i cinesi: aspetta sul ponte del fiume finché passa il cadavere del tuo nemico. Hai voglia di aspettare!
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