giovedì 13 gennaio 2011

GLI OPERAI ORFANI DELLA SINISTRA

La vertenza Fiat divide il Paese. Marchionne chiede piu' sacrifici ai lavoratori, in un momento di pesante congiuntura ( la crisi di settore, e' ancor piu' sentita nel gruppo italiano). Il sindacato si e' spaccato sulla questione. Gli stessi lavoratori non hanno un' idea univoca in merito. L' impulso di votare contro il nuovo accordo di lavoro, viene frenato da crude esigenze di sopravvivenza.
Berlusconi (il Governo ufficialmente non si pronuncia), si schiera con l'AD della casa torinese. L'opposizione cosa fa a riguardo? Come reagisce il variegato mondo della sinistra su tale delicata questione? Qual'e' la posizione del PD, il principale partito antigovernativo, che in teoria dovrebbe rappresentare la moderna sinistra oggi in Italia?
Ritengo necessario sottolinerare quale sia, a mio avviso, il ruolo svolto oggi dalla sinistra in Italia.
La sinistra da molto tempo, a mio parere, non tutela piu’ gli interessi della classe lavoratrice ( non la chiamo proletaria, poiche’ anche il capitalismo, quello imprenditoriale e non quello finanziario e’ finito).
Al nord infatti, gli operai, votano Lega, non sentendosi piu' rappresentati dalla sinistra.
La sinistra attuale, ha abbandonato la piazza. Si e’ imborghesita, e’ diventata salottiera.
I suoi rappresentanti, facendo uso di un lessico alla moda, la definiscono liberal, progressista, democratica. In essa sono confluite forze moderate (oggi in italia tutti lo sono), centriste, perfino cattoliche.
Nelle sue manifestazioni piu’ eccentriche, la sinistra diventa una forza non piu’ ideologica ma bensì, un movimento di pensiero intellettuale.
I suoi maggiori esponenti, danno vita a fondazioni, creano associazioni culturali. Questo fenomeno e' attuale anche nei movimenti di centro-destra, chiaro. Ma la sinistra, la vera sinistra, dovrebbe rimanere integra al suo credo originale: la lotta a sostegno dei lavoratori. I capi della sinistra invece, diventano dei "professori universitari", finiscono di essere i portavoce del malcontento operaio. Questa funzione e’ ormai svanita. La sinistra in questo percorso, e’ stata sostituita dal sindacato. In Italia pero', questo organismo di rappresentanza dei lavoratori, e’ confluito in una galassia fin troppo frammentata e, per questo, non piu’ funzionale.
La sinistra per anni ha vissuto crogiolandosi del suo molto presunto, primato di superiorita’ morale ma, soprattutto, si e’ assurta l’esclusiva detenzione di quello culturale.
Questa forzata ed artificiosa costruzione, ha finito per farla indissolubilmente legare, a questa sfera di eterea consistenza.
La sinistra in tale maniera, affidandosi spesso a noti personaggi del mondo della cultura, premi Nobel o manacati tali, registi, attori, cantanti, artisti vari, conduttori televisivi, diventa un movimento impegnato ma poco concreto, soprattutto poco diretto a supportare i bisogni dell’operaio unto d’olio della catena di montaggio o del bracciante consumato dal sole.
La sinistra assume quindi, nel suo insieme, sempre piu’ una connotazione radical chic che la porta a divenire nelle sue forme piu’ nazional popolari, un movimento di protesta girotondino, un’onda viola costituita da persone che calzano Hogan (per non dire vestite di cachemire…) affidata alla regia di registi cinematografici e non piu’ a quella di leader proletari.
Il suo credo, l'antiberlusconismo, diventa la sua connotazione aggregante ma, al tempo stesso, il suo indelebile collante, il suo tallone d'Achille. Si lotta contro un solo uomo, abbandonando nella lotta, milioni di lavoratori.
Questa e’ oggi la sinistra italiana. Siamo sicuri che Berlusconi vinca solo per le sue televisioni?

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