martedì 4 gennaio 2011

UNITI CONTRO BATTISTI. DIVISI PER L'AFGHANISTAN

Il caso Battisti, diventa caso politico. La mancata estradizione del pluricondannato ex-militante del gruppo eversivo "Proletari Armati per il Comunismo", crea un vero e proprio incidente diplomatico.
Per la prima volta da tempo immemorabile, nel nostro Paese, maggioranza ed opposizione si trovano concordi nel condannare senza appello la decisione del Presidente uscente Lula, di non estradare l'ex-terrorista.
Oggi si e' tenuto un sit-in di protesta nei pressi dell'Ambasciata del Brasile a Roma, per rimarcare il forte disaccordo in merito alla decisione presa dal paese verde-oro. Il malcontento giustamente, era bipartizan.
Peccato che la stessa lunghezza d'onda, la stessa condivisa sintonia di intenti, non si sia mai riscontrata, in merito alla decisione di ritirare le nostre truppe dall'Afghanistan. Altro sangue italiano, e' stato versato in nome della pace. Per molti esponenti della maggioranza, lasciare quei territori, significherebbe accettare una cocente sconfitta e mettere a repentaglio la sicurezza del nostro Paese. Io non condivido affatto tale teorema.
Nell'inferno degli altopiani mediorentali, non si combatte una guerra. In quei territori dimenticati da Dio, va avanti ormai da troppi anni, un massacro senza regole, senza strategie. Laddove vengono nascoste mine anticarro tra le gente nei mercati, dove in nome della salvezza celeste, uomini, donne e bambini, diventano terrificanti kamikaze, non si puo' parlare di guerra.
In questa guerra poi, le procedure di ingaggio dei nostri uomini sono assai limitate rispetto a quelle dei nostri principali alleati. La nostra non e' piu' una missione di pace. A breve, dopo l'ennesima perdita di un nostro soldato, diventera' una missione al suicidio.
Se le nostre missioni militari all'estero, si devono ridurre ad interventi caritatevoli a favore delle popolazioni oppresse, si organizzino allora spedizioni in paesi meno turbolenti.
Il Presidente Napolitano, nel suo discorso di fine anno, ha fatto comunque a tempo a fare una chiosa su tale delicata questione. Chissa' per quanto tempo ancora, i giovani del nostro Paese, dovranno cercare fortuna rischiando la propria vita.
Chissa' quando, i nostri politici, saranno uniti contro le guerre.






4 commenti:

Maria ha detto...

Angelo,

Maggioranza e opposizione fingono di essere al potere di un Paese "civile". Peccato che il loro significativo contributo ha permesso di rendere privo di significato questo aggettivo.

Maria.

adestra ha detto...

Condivido quanto ha scritto Maria e credo che altri nostri giovani torneranno nel loro Paese con gli onori dello Stato ma con la bara ricoperta dal tricolore e La Russa continuerà, imperterrito, a "commuoversi" dichiarando che questo massacro fa parte di una missione per la libertà. Di chi? Non si sa.

Tommaso Pellegrino ha detto...

Carissimo Angelo, desidero semplicemente farti i miei più sentiti auguri di buon 2011 (un po' in ritardo, ma pazienza).
Per i discorsi sugli eventi "seri",più che commentare qui, preferisco invece invitarti direttamente sul mio blog www.tommasopellegrino.blogspot.com (quello dove tu commentasti il post sui 150 anni dell'Unità d'Italia dicendo che, per il Sud, fu una disgrazia, ricordi?), dove, nell'ultimo articolo, mi sono tolto dei bei sassolini dalla scarpa su vari argomenti e, proprio a proposito di Battisti e Lula, se ne possono leggere delle belle. Sull'Afghanistan, puoi invece trovare qualcosa andando indietro ai post un po' più vecchiotti, ma spero, sempre capaci di stimolare discussione.
Ciao, e ancora auguroni a Te e famiglia.
Tommaso Pellegrino-Torino

Angelo D'Amore ha detto...

caro tommaso,
rispetto il tuo pensiero.
io la penso diversamente.
l'occhialuto e' stato messo alla porta, quindi ha agito di conseguenza. il suo errore, oltre che etico, ma anche di impatto politico, e' stato quello di non dimettersi. il suo gesto sarebbe stato maggiormnete premiato. l'occhialuto e' quello che ci ha messo la faccia, sapendo di essere appellato come traditore. e' la stessa persona che ha fatto prima trionfare la casa delle liberta' al sud e poi ha iniettato il suo pacco elettorale all'interno di quella cosa informe che si chiama popolo delle liberta - prossimamente popolari - dove siedono assieme ex democristiani, repupplicani, socialisti ed anche qualche comunista fallito, come bondi e brunetta.
il suo gesto, seguito dalle pubbliche scuse, sarebbe stato premiato con la dovuta coerenza. che poi, scilipoti, che io ritengo il sosia di albanese, sostenga la frattaglie di questa pseudo maggioranza, e' sotto gli occhi di tutti.
sui disordini penso che sianio stati strumentalizzati giustamente dalla stessa maggioranza, come tutte le morti in afghanistan, laddove la nostra presenza non serve davvero ad un tubo.
il popolo va ascoltato sempre in democrazia. si tratta dello stesso popolo a cui sua maesta' silvio, ricorre sempre quando sente scricchiolare il suo impero. e' lo stesso popolo a cui si rivolse da un predellino, per adunarlo sotto un dictat populistico, proponendo loro, l'ennesimo effetto illusionistico, facendo immaginare la conquista di un etereo eldorado.
a propsito: dopo le cimici in casa bossi e le ennesime minacce comuniste profuse ad iosa dal premier, in cui una magistratura armata, sotto la regia dell'intellettuale velista vestito di cashimere e' pronta a far fuori il cavaliere, e' iniziata ufficialmente la campagna elettorale 2011.
quali saranno i nuovi cosentino, brancher, scaiola e verdini da candidare? e le nuove donzelle da nominare ministro dopo qualche effusione sotto le lenzuola? tutti i grandi uomini politici hanno avuto donnine. nessuno le ha fatte ministro o usato le scorte di stato per farsele accompagnare nella propria alcova.
di sassolini o se vogliamo "vrecce" come si dice dalle mie parti, ce ne avrei ancora tante da togliermi. te le girero' periodicamente, in modo cadenzato, come una sorta di profilassi o se vuoi, puoi andare a curiosare sempre nel mio blog, categoria berlusconi.
cio' nonostante, spero che il premier continui a governare il piu' possibile. solo col tempo, si potra' vedere manifesta, la sua incapacita' di governare, il suo incessante impantanarsi nell'ossessivo mantenimento del suo potere al riparo dai tanti processi che lo attendono. il tempo e' galantuomo. le elezioni e, la conseguente campagna elettorale, servono solo a lui. invece la sua condanna piu' cinica e' quella di governare per tutto il mandato, un calvario (politico) che mettera' ancora piu' in risalto la sua imbarazzante incompatibilita' ad essere il capo dell'esecutivo di un paese che si definisce democratico.
il suo dovra' essere un processo di cottura a fuoco lento, come un polipo che ammolla i suo tentacoli nei vapori di cottura (o purp sadda cocere inta allaqqua soia.
rispettando sempre il tuo pensiero, ti auguro un felice 2011!