sabato 22 gennaio 2011

LE PAURE DI UN CAMBIAMENTO

A breve, l'ingovernabilita' sara' totale. Mai come in questo momento, le Istituzioni di questo Paese sono state così deboli.
Un tempo era il terrorismo a condizionare la vita democratica della Nazione. L'Italia fu prigioniera per diversi lustri della lotta armata. Il nemico dell'epoca, cinicamente spietato ed al tempo stesso strategicamente organizzato, lo si poteva affrontare a viso aperto. Da quelle tragiche vicende tuttavia, lo Stato trovo' la forza di compattarsi, isolando l'anti-Stato.
Oggi, piu' di allora, i riferimenti cardine per un normale svolgimento delle relazioni democratiche sono altamente precari. La loro fragilita' e' insita nel loro stesso attuarsi. Non vi e' una minaccia esterna conclamata. Le Istituzioni sono diventate deboli per loro natura, per un autolesionistico processo di costante erosione.
Il Governo e' allo sbaraglio per l'imbarazzante figura del Premier e per la galassia di procedimenti penali a suo carico che aspettano un giudizio. Il clima tra i poteri forti, e' incandescente.
L'opposizione a sua volta e' divisa, frammentata, in crisi di identita', con la leadership che cambia periodicamente ogni due anni. La sua distanza dall'esigenze dei lavoratori, e' ormai siderale.
La terza carica dello Stato, il Presidente della Camera, da mesi svolge di fatto, un'attivita' politica militante, sancita dalla creazione di un nuovo gruppo parlamentare, divenuto poi, nuovo partito, di fatto passato all'opposizione.
Al nord l'azione della Lega e' sempre piu' incisiva. Il federalismo e' una battaglia da portare avanti ad ogni costo, pena anche il defenestramento del Premier ed il conseguente ritorno alle urne.
Il Paese per la prima volta, si trova immerso in una vera e propria crisi di identita', oltre che sottoposto ad una perdurante crisi economica. L'incertezza regna sovrana. Il berlusconismo volge al tramonto. Tutti i suoi modelli proposti, improvvisamente entrano in crisi. Il dramma e' che con esso si dissolvera', come sabbia spazzata dal vento, anche l'antiberlusconismo.
Si dovra' finalmente pensare, dopo circa un ventennio, alle sorti del Paese. La politica dovrebbe tornare a svolgere un ruolo di primo piano. Nel frattempo pero', la classe dirigente non e' cambiata, il paese e' invecchiato, il livello culturale della cittadinanza si e' notevolmente abbassato.
Un tempo, la paura del nemico diede forza al Paese. A breve, la vera paura, sara' quella di non avere piu' un nemico.






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