Il paese e' nel caos. Tutti protestano. Dovunque si sciopera.
La congiuntura avversa e' mondiale. L'anno prossimo in America, probabilmente sara' pignorato il 30% delle case. Oltre 100.000 persone perderanno il lavoro nella sola New York.
In Germania la BMW prospetta licenziamenti. Anche il costo del petrolio e' sceso notevolmente, sintomo che la produzione si sta davvero fermando.
In Italia si dira': ma il costo alla pompa non scende. Appunto, l'Italia.
Qui si vive un altro scenario. Si continuano a fare nostalgiche battaglie ideologiche. La paralisi oltre che economica e' anche politica, nel senso che la politica e' paralizzata in una logica di scontro sterile, fazioso, campanilistico che fa dell'Italia un paese di ridotte prospettive.
La protesta diventa effimera arma di rappresentazione e sopravvivenza corporativa, non valido strumento di elevazione sociale.
La vicenda Alitalia e' emblematica. Dopo decenni di permissivismo parassita e assistenzialismo centralizzato(comunque pagato da noi contribuenti) improvvisamente ci accorgiamo che i dipendenti della principale compagnia di bandiera rinunciamo mal volentieri ai privilegi che hanno maturato nel corso di questi lustri. Si dira' che il Governo non ha voluto vendere ai francesi per questioni elettorali. Siamo d'accordo. Si dira' che il premier ha voluto svendere la compagnia ai suoi amici. Siamo d'accordo.
Dovremmo essere anche d'accordo sulla deriva politica del sindacato, sulla sua frammentazione. Non solo non si e' avuto un atteggiamento unanime da parte delle maggiori sigle ma alla fine le stesse, sono rimaste vittime di individualismi corporativi di categoria, che non hanno fatto che intasare un gia' caotica vertenza. In questo momento storico, l'Alitalia e' piu' che mai espressione di una nazione che non decolla.
In così tanta e diffusa protesta, viene ridimensionato anche il ruolo di Grillo, come unico e incontrastato sensibilizzatore di massa.
A distanza di un anno, il creatore del Vaffaday non riceve il consenso iniziale. Soprattutto non e' l'unico a urlare in questo paese. Anzi, quando cerca di accodarsi alla protesta, come e' accaduto a Bologna per la riforma(taglio) Gelmini, viene messo "gentilemente" da parte. La gente e' stufa anche di lui, comico tribuno divenuto giullare di piazza, con la pretesa di esserne l'unico a calcarne la scena.
Gli italiani si sono resi conto che il suo messaggio era veritiero, meno la sua condotta.
Gridava lo svecchiamento della politica, per proporre poi, lui sessantenne, liste civiche alle ultime elezioni. Urlava gli abusi del potere in modo volgarmente moralizzatore, per poi essere impietosamente delegittimato dall'ex Ministro delle Finanze Visco che rendeva pubblici le sue fiscali evasioni per circa 4.000.000 milioni di euro.
Le folle titaniche che riusciva a muovere con il suo verbo non lo hanno seguito nel momento principale della sua battaglia: il referendum.
Il masaniello della rete, nonostante la rete, non fa piu' proseliti.
La protesta diventa effimera arma di rappresentazione e sopravvivenza corporativa, non valido strumento di elevazione sociale.
La vicenda Alitalia e' emblematica. Dopo decenni di permissivismo parassita e assistenzialismo centralizzato(comunque pagato da noi contribuenti) improvvisamente ci accorgiamo che i dipendenti della principale compagnia di bandiera rinunciamo mal volentieri ai privilegi che hanno maturato nel corso di questi lustri. Si dira' che il Governo non ha voluto vendere ai francesi per questioni elettorali. Siamo d'accordo. Si dira' che il premier ha voluto svendere la compagnia ai suoi amici. Siamo d'accordo.
Dovremmo essere anche d'accordo sulla deriva politica del sindacato, sulla sua frammentazione. Non solo non si e' avuto un atteggiamento unanime da parte delle maggiori sigle ma alla fine le stesse, sono rimaste vittime di individualismi corporativi di categoria, che non hanno fatto che intasare un gia' caotica vertenza. In questo momento storico, l'Alitalia e' piu' che mai espressione di una nazione che non decolla.
In così tanta e diffusa protesta, viene ridimensionato anche il ruolo di Grillo, come unico e incontrastato sensibilizzatore di massa.
A distanza di un anno, il creatore del Vaffaday non riceve il consenso iniziale. Soprattutto non e' l'unico a urlare in questo paese. Anzi, quando cerca di accodarsi alla protesta, come e' accaduto a Bologna per la riforma(taglio) Gelmini, viene messo "gentilemente" da parte. La gente e' stufa anche di lui, comico tribuno divenuto giullare di piazza, con la pretesa di esserne l'unico a calcarne la scena.
Gli italiani si sono resi conto che il suo messaggio era veritiero, meno la sua condotta.
Gridava lo svecchiamento della politica, per proporre poi, lui sessantenne, liste civiche alle ultime elezioni. Urlava gli abusi del potere in modo volgarmente moralizzatore, per poi essere impietosamente delegittimato dall'ex Ministro delle Finanze Visco che rendeva pubblici le sue fiscali evasioni per circa 4.000.000 milioni di euro.
Le folle titaniche che riusciva a muovere con il suo verbo non lo hanno seguito nel momento principale della sua battaglia: il referendum.
Il masaniello della rete, nonostante la rete, non fa piu' proseliti.
19 commenti:
"Si dira' che il Governo non ha voluto vendere ai francesi per questioni elettorali. Siamo d'accordo. Si dira' che il premier ha voluto svendere la compagnia ai suoi amici. Siamo d'accordo."
Ed invece non sono per niente d'accordo. La colpa del fallimento della vendita è esclusivamente dei sindacati, non dell'attuale governo né di Berlusconi.
A dimostrazione di ciò che affermo ti notifico un articolo del Corriere della Sera (che di destra non è mai stato) nel quale è riportato che perfino Prodi accusava le organizzazioni sindacali di aver sabotato l'accordo.
http://www.repubblica.it/2008/03
/sezioni/economia/alitalia-18
/alitalia-rottura-
airfrance/alitalia-rottura-
airfrance.html
Quindi la favoletta che Berlusconi abbia impedito la vendita è una emerita baggianata creata dai sinistri solamente per sputare addosso all'attuale esecutivo.
Grillo non l'ho mai amato.Troppa strumentalizzazione epopulismo.Troppe iniziative legate a tour teatrali.Certo,molte cose che afferma sono sacrosante e vanno tenute sempre bene in mente,ma è labile il confine tra chiacchiere e fatti.
Un saluto
mk
www.precariamente.ilcannocchiale.it
Ciao Angelo, bel post.
Condivido molto di ciò ce hai scritto, anche il tuo commento su Grillo e sulla sua incapacità di muovere le masse.
Esistono, però, delle sfumature -notizie, non vanno omesse.
Il governo vuole correggere gli errori di 60 anni di repubblica con colpi di spugna, il che è addirittura più pericoloso di benefici ingiusti (dei piloti...)
Su Grillo: molto importante.
Può non piacere ma non è scemo ( e ha uno staff e collaborazioni invidiabili).
Trovo sconvolgente che, come ho letto, gli siano state invalidate quasi mezzo milione di firme e non che non sia riuscito - come la stampa vuole far intendere - nell'impresa di raccogliere moltissime firme (che sono state invece, effettivamente, depositate).
Ti invito a pensarci, solo questo.
Mi piace il tuo blog, ti inserisco, non mi pare di averlo fatto, nel blogroll.
Non è d'obbligo il link reciproco.
A presto sul mio o tuo blog.
Blogger
ITALY ITALIA
Il vero problema di Beppe Grillo è chi lo finanzia: la Casaleggio Associati. Sembra una normale società di consulenza, invece si dimostra non proprio velatamente un'organizzazione di stampo massonico.
Un napoletano a Milano... purtroppo.
Grillo ha avuto il suo vaffaday già l'altro sabato dai manifestanti contro la riforma Gelmini.E a proposito della riforma Gelmini vorrei segnalare, ma tu già lo saprai, che perfino l'*Economist*, che aveva scritto che Berlusconi era *inadatto* a governare l'Italia, e che si era pubblicamente speso a favore di Veltroni, ha riconosciuto l'arretratezza e i privilegi del sistema universitario italiano,dicendosi a favore della Riforma Gelmini
saluti, clem
Ciao, ho visto il tuo commento su recencity, uno dei miei blog. Mettiti in contatto con me, quando vuoi. Preferirei msn, il mio indirizzo è quelcherestadelblog @hotmail . it Fammi sapere!
Ciao piacere di conoscerti e felice di leggerti sul mio blog!
Sarebbe un onore per me, sapere che qualche mia ricetta è stata riproposta in un agriturismo!
Tornerò presto a leggere
Saluti Odeline
un conto è fare satira un conto è fare politica non è proprio lo stesso, è difficile essere leader, intanto ti invito a leggere questo sul decreto antiblog ripreso oggi http://punto-informatico.it/2468674/PI/News/camera-manda-avanti-ddl-anti-blog.aspx
un saluto
Appunto,l'Italia.Un saluto
...vuoi dire che Grillo resta a terra in tutti i sensi?
ahahah!
Ciao.
ciao, è veramente interessante il tuo blog, passerò per una lettura più approfondita, grazie , buona giornata
imma
TI andrebbe di fare scambio link? Se accetti ti aspetto da me per dirmelo. Grazie
Onestamente Grillo non lo sopporto proprio, non dico che non abbia ragione in certe cose che dice, però troppa mania di protagonismo lo ha reso antipatico, non bastano solo le chiacchere!
Grazie per la visita e il commento.
Quando non scade nel populismo, Grillo lo apprezzo.
E' vero che la sinistra mangia stessa, è una bella espressione, infatti mi chiedo cosa ne rimarrà alla fine.
Grazie per essere passato da me. Il tuo blog mi piace.
buona serata e buon fine settimana.
purtroppo si va sempre più allo sfascio. grazie per la visita. Giorgio.
Post molto interessante!
In ogni cosa, in ogni questione c’è l’essenziale e l’accessorio. Importante è saperli distinguere e saper rinunciare all’accessorio. Non si tratta di superficialità, anzi, ed è un’operazione molto difficile.
Infatti, purtroppo, possiamo costatare che per ogni problema che si presenta nella vita della nostra nazione o chiamiamola patria, collettività, comunità, ci sono quintali di carta stampata, che pochi leggono e finisce al macero, un’infinità d’ore di trasmissioni televisive e della radio continuamente interrotte da fastidiosi spot pubblicitari, ed ora anche i blog in internet con interventi spesso inutili, insignificanti e quasi sempre anonimi. Tutti a ricamarci intorno e sopra e sotto tanto da farne un’ immensa scultura barocca, e neanche bella, che si ricopre in breve di polvere e finisce in qualche scantinato. Insomma una sequenza di sofismi inutili che non risolvono il problema, che lasciano la realtà tal quale era. La nostra realtà democratica, la nostra sistemazione politica dal 1861 al 1925 e dal 1945 ad oggi, con il suo grande difetto: l’assoluta mancanza di pragmatismo e l’ essere rimasta ben chiusa nelle sue gabbie ideologiche.
La questione è sempre e soltanto di potere politico. Attualmente per l’istruzione e per l’Alitalia. Perché da noi, dove tutti esaltano la democrazia, chi perde le elezioni (secondo le regole democratiche) si rifiuta (e non è certo questa democrazia) di accettare l’amministrazione di chi le ha vinte, ed usa qualsiasi mezzo per ostacolarla, per farla fallire, fregandosene delle sia pur gravissime conseguenze che dovranno sopportare gli elettori.
Infatti, ora, quelli della gabbia di sinistra non possono accettare che quelli della destra riescano a risolvere un problema, e perciò buttano chiodi sulla strada per poter affermare che i loro avversari non sanno guidare. Indifferenti le perdite che subisce la collettività. E i chiodi, si sa, si trovano sempre per qualsiasi argomento.
Perciò l’unica soluzione per la collettività italiana sarebbe di seguire l’esempio della democrazia statunitense. Cambiare la classe di politici, sebbene, purtroppo, ormai nobile ed ereditaria.
Questo è il problema essenziale del popolo italiano che sa lavorare e risparmiare ed è continuamente turlupinato dalla famosa casta, numerosissima, pagatissima e colma di boria.
Perciò non buttiamo via altro tempo e danaro. Lasciamoli fare, responsabilizziamoli! E obblighiamo l’opposizione a fare l’opposizione seria e costruttiva nel nostro interesse.
giovannitalleri (visita il mio sito)
La tua fotografia della situazione italiana, purtroppo, è molto reale. Su Grillo dice cose giuste ed un grande oratore, ma lo preferivo di più come comico.
Buona domenica
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