Le Borse continuano a perdere, la nostra economia e' in una fase di stallo, il debito pubblico e' incontrollabile, all'orizzonte non sembrano scorgersi spiragli di ripresa.
Intanto, i nostri governanti cosa fanno? Litigano in merito allo spostamento dei Ministeri al nord, discutono animatamente circa la proposta di dare vita al cosiddetto processo lungo, prendono le distanze dal ministro Tremonti, circa la sua residenza romana. In pratica, il nulla continua a tenere banco, alla faccia di noi poveri cittadini, spettatori inermi di questo triste sfacelo. La politica e' sempre piu' distante dalla cruda realta' in cui viviamo.
Altrove si cerca di trovare uno spirito unitario condiviso per meglio fronteggiare la crisi o addirittura si interrompono prematuramente le legislature per ammettere i limiti, colpe ed incapacita' politiche dell'operato di governo.
Da noi, no. Chi gestisce il potere resta ancorato al suo posto di comando, fermamente convinto di poter gestire la situazione a suo vantaggio, con sprezzante menefreghismo nei confronti di chi, in questi ultimi anni, ha patito innumerevoli rinunce e crescenti sacrifici.
Da questa situazione, almeno nel breve, non ne usciamo. Molti giovani disoccupati, non cercano piu' il lavoro. Sempre piu' italiani non andranno in vacanza. I soldi sono proprio finiti, da un bel po'.
Quanto ancora potremmo resistere? Fino a qualche anno or sono, ci dicevano che per essere felici bastava costruirsi un po' di sano ottimismo. Oggi improvvisamente, ci hanno detto che stiamo evitando un naufragio. E domani?
Ci diranno che forse, non e' tanto male vivere all'inferno.
Intanto, i nostri governanti cosa fanno? Litigano in merito allo spostamento dei Ministeri al nord, discutono animatamente circa la proposta di dare vita al cosiddetto processo lungo, prendono le distanze dal ministro Tremonti, circa la sua residenza romana. In pratica, il nulla continua a tenere banco, alla faccia di noi poveri cittadini, spettatori inermi di questo triste sfacelo. La politica e' sempre piu' distante dalla cruda realta' in cui viviamo.
Altrove si cerca di trovare uno spirito unitario condiviso per meglio fronteggiare la crisi o addirittura si interrompono prematuramente le legislature per ammettere i limiti, colpe ed incapacita' politiche dell'operato di governo.
Da noi, no. Chi gestisce il potere resta ancorato al suo posto di comando, fermamente convinto di poter gestire la situazione a suo vantaggio, con sprezzante menefreghismo nei confronti di chi, in questi ultimi anni, ha patito innumerevoli rinunce e crescenti sacrifici.
Da questa situazione, almeno nel breve, non ne usciamo. Molti giovani disoccupati, non cercano piu' il lavoro. Sempre piu' italiani non andranno in vacanza. I soldi sono proprio finiti, da un bel po'.
Quanto ancora potremmo resistere? Fino a qualche anno or sono, ci dicevano che per essere felici bastava costruirsi un po' di sano ottimismo. Oggi improvvisamente, ci hanno detto che stiamo evitando un naufragio. E domani?
Ci diranno che forse, non e' tanto male vivere all'inferno.
1 commento:
Angelo, come previsto stanno tutti urlando che "non bisogna fare allarmismi". Lo dicevano pure del Vajont.
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