venerdì 11 settembre 2009

BERLUSCONI: UN CICLO E' FINITO

Che le esternazioni di Berlusconi rasentassero costantemente un sentimento profetico ed autoglorificante con sfumature populiste era noto a tutti, anche ai suoi piu' vicini sostenitori; ma ormai, le sortite del Premier hanno assunto connotazioni deliranti, mistiche, allucinanti. Hanno iniziato a scalfire le corrette relazioni diplomatiche con democrazie piu' evolute e sicuramente piu antiche della nostra.
Anche la scelta di conferamare il suo appoggio icondizionato e sostanziale alla Russia di Putin e la sua recente apertura strategica al leader libico Gheddafi, ha creato i presupposti per grossi sconvolgimenti nelle relazioni internazionali. Gli Stati Uniti sono diventati meno amici rispetto all'era Bush.
Berlusconi oltre ad accrescere quel senso di odio tra i suoi avversari storici, e' diventato un problema anche tra i suoi alleati ed i suoi diretti sostenitori.
Il suo forte ed indiscusso carisma, simbolo e collante del neonato PDL, e' divenuto d'improvviso un limite, trasformandosi rapidamente in elemento fortemente disgregante, all'interno del movimento di centro-destra(di centro ne e' rimasto poco).
Molti "storici" elettori di destra - me compreso - non si riconoscono in questo partito verticale e verticista, dove ogni decisione viene presa a tavolino negli studi e nei salotti capitolini.
La destra italiana e' a un bivio: scegliere di andare avanti facendo a meno del suo leader o rimanere vittima dello stesso.
Se il Premier non ha la lungimiranza di fare un passo indietro, indicando formalmente il suo successore, questa decisione coraggiosa deve essere assunta dal partito. Continuare a far vivere un movimento tenuto in piedi da un solo uomo, non fa bene ne' al centro-destra, ne' alla politica nel suo insieme.
Messe da parte le futili questioni di donnine e festini a luci rosse, ricuciti gli strappi con il clero - qui occorrera' piu' tempo - sopite le ataviche questioni di belligeranza mediatica, e' giunto il momento di parlare di politica, guardando ai reali problemi - spesso celati - avvertiti dalla popolazione.
La cultura del nostro paese e' regredita, dissolta. E' stata imprigionata da futili personalismi, sterili ed effimere contrapposizioni tra berlusconiani ed anti-berlusconiani.Tutti ne sono rimasti vittime: sia i piu' accaniti sostenitori che i piu' acerrimi detrattori.
La crisi economica globale avra' avuto un solo merito forse, quello di mettere in discussione il concetto di consumismo sfrenato, di liberismo libertario, di individualismo esasperato, tutti modelli di cui si e' nutrito il berlusconismo.
A 15 anni dalla sua fatidica "discesa in campo", un ciclo si e' concluso.
E' giunto il momento di guardare avanti. E' arrivata l'ora di voltar pagina.
L'Italia si e' impoverita. A breve forse, sara' una nazione meno divisa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente una bella analisi Angelo :)

Marzia

Anonimo ha detto...

ti ho letto da guzzanti; l'Italia non si è impoverita con B, ma proprio oggi è data in ripresa, in testa alla CE; secondo: i prodiano dialogavano con hezebbolah e hanno sempre detto che occorre dialogare con tutti. con gheddafi bisognava sfidarlo a duello? e con putin idem? credi che fini stia per lui stesso facendo bella figura imitare follini? e se il lodo alano venisse cassato in nome della costituzione, ritieni che berlusconi si debba dimettere e non al contrario restare in carica sempre in nome della stessa costituzione che assicura a tutti la presunzione d'innocenza sino a sentenza definitiva? oppure con b. la cost. non vale? ma siamo impazziti?
Maralai

Nessie ha detto...

Quoto Maralai. Questo governo ha dentro delle individualità di un certo spessore, come Tremonti, Brunetta, la Gelmini che sulla scuola è una persona seria, Maroni che sull'immigrazione ha posto un giusto freno. Tra l'altro non è vero che è stato così liberista come dici, tenuto conto di come Tremonti ha saputo tenere a freno la crisi finanziaria globale voluta dagli Usa. Ti consiglio di leggere il suo bel saggio "La paura e la speranza", dove traccia delle analisi molto critiche sulla finanza speculativa.
Poi se Berlusconi deve passare il testimone, lo faccia a fine legislatura con tanto di nuove elezioni. Ma non perché nquesto lo vuole lo zio Sam, che diamine!.