venerdì 24 luglio 2009

NORMALITA': OPACO SPECCHIO DELL'IO

Cosa e' normale? Molti vedono la normalita' come un innato atteggiamento, una interiore predisposizione, un indotto comportamento di emulazione, finalizzato a vedere nell'altrui soggettivita', la proiezione del proprio io.
A volte, cio' non e' altro che una lenta, pigra, ipnotica forma di "catarsica" autoidentificazione.
L'altro, finisce di essere un soggetto definito, diventando una sorta di replicante, in cui immedisimarsi. Uno specchio spesso opaco, impolverato, dove il guardarsi si tramuta in disperata ricerca della propria interiorita' o meglio, quella parte di essa a cui tendiamo e che vorremmo mutasse, di pari passo al mutare schizzofrenico della realta' che ci circonda.
Cio' determina, inevitabilmente, una standardizzazione dei nostri comportamenti, una omologazione appiattita, sterile, asettica del nostro proiettarci verso l'esterno.
Meglio allora chi viene additato come "a-normale". L'eccentrico, l'anticonformista, l'istrionico, l'idealista, il sognatore, il romanticamente naif; colui il quale, vive la realta' attivamente, la trasforma, ne assorbe i suoi umori, ne avverte le vibrazioni, ne intercetta il mutamento, coglie l'attimo e ne vive l'intensita'.
Anormale, e' colui che si mette in discussione, accetta la sfida, il cambiamento, soprattutto non teme l'altrui giudizio.
Anormale, e' chi si tuffa nelle acque gelide del mare di marzo, chi va a ballare dopo un lutto, chi supplica ancora dopo l'orgasmo, chi dice no sull'altare, chi aspetta anni pur di veder realizzato un sogno.

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