sabato 8 ottobre 2011

BERLUSCONI A CASA, NON BASTA!

Poniamo il caso, che Berlusconi abbandonasse per davvero, compiendo il fatidico e tanto atteso passo indietro. Cosa accadrebbe? Si ritornerebbe subito alle urne o si darebbe vita ad un governo tecnico di transizione, per traghettare il Paese alla normale scadenza di legislatura?
In molti si pongono questo quesito, in pochi si avventurano ad analizzare i possibili scenari successivi.
Il quadro e' molto desolante. L'ingovernabilita' e' quasi scontata. Da una parte, la sinistra e' pronta a dar vita alla riedizione dell'Ulivo, una componente forte nei numeri ma non sempre coesa negli orientamenti.
Dall'altra parte, un PDL senza il cavaliere, avrebbe meno presa sugli elettori anche se potrebbe indurre ad un ricongiungimento con i moderati del Terzo Polo. Ma come potrebbero ritornare insieme Fini e Gasparri, Bocchino e La Russa, Casini e Scajola? Oddio, in politica tutto e' possibile ma ritengo che i nuovi moderati di centro, siano piu' interessati ad allargare il loro piccolo orticello, per far valere poi, quando ce ne sara' bisogno, il loro peso decisionale.
E la Lega? Sara' la stessa anche senza Berlusconi? L'ala Maroni, prevarra' su quella Bossi? Il radicato partito territoriale, potra' un domani, pur di rimanere al potere, guardare anche a sinistra? Mai dire mai.
In tanti, me compreso, pensano che qualsiasi Governo futuro, sia meglio di quello attuale o quanto meno sarebbe un Governo teso a concentrare i suoi sforzi sui problemi del Paese, non piu' zavorrato da quelli del suo Presidente del Consiglio.
In pochi ammettono pero', che la fine politica del Cavaliere, non sia l'unica medicina per curare un Paese gravemente ammalato. La sterile contrapposizione tra berlusconismo ed anti-berlusconismo, durata circa un ventennio, ha avuto un inevitabile effetto: inaridire la Nazione, appiattire idee e programmi in un'ottica di mero scontro dualistico.
Urge una stagione di rinnovamento, una rivoluzione culturale, la creazione di una democrazia fortemente trasversale, coinvolgente e partecipata dal basso. E' necessario soprattutto cambiare gli interpreti di questa politica, invecchiati non solo anagraficamente ma soprattutto concettualmente, rispetto ai grandi cambiamenti avvenuti nel mondo ed alle esigenze specifiche del nostro Paese.
Berlusconi a casa, non basta!

10 commenti:

Maria ha detto...

Sì è proprio questo il problema.
Berlusconi è la punta dell'iceberg di una classe politica parassitaria e che pensa solo ai propri interessi.
Tutti gli altri, chi insieme al capo, chi contro di lui, si autotutelano in modo meno esplicito, ma di sicuro non si occupano della cosa pubblica.
Si va avanti nella speranza che la fine di Berlusconi, sia anche causa della fine del berlusconismo.

A presto.

Maria.

Angelo D'Amore ha detto...

Maria,
potremmo definire il cav. un "bubbone che copre altre magagne".
Al Paese serve ben altro che l'allontanamento dell'attuale Premier.

Maria ha detto...

Concordo, serve liberarsi anche delle conseguenze, che forse sono anche le cause, della salita al trono di Berlusconi.
É come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina.

Maria.

Riccardo ha detto...

Bene, capito qual'è il problema, dov'è la soluzione?
soprattutto... "CHI E'" LA SOLUZIONE?
Riccardo

Angelo D'Amore ha detto...

Roberto,
a mio avviso, meglio un governo di transizione per giungere a fine legislatura, senza berlusconi, con l'attuazione della riforma elettorale e con il formale impegno di riforma costituzionale in merito alla riduzione dei parlamentari e l'eleminazione delle province. poi nuove elezioni.

Angelo D'Amore ha detto...

scusa, Riccardo.

Riccardo ha detto...

ciao! di nulla, figurati.
ok, idee chiare quindi, ma poi?
elezioni, ok...
per votare chi?
oppure dobbiamo sperare che durante il periodo di transizione emerga qualcuno che non ha nulla a che vedere con l'attuale politica sporca?
questo secondo me è un grande problema.
Comunque ottimo topic, davvero.
Riccardo

Angelo D'Amore ha detto...

Riccardo,
normalmente nelle collaudate democrazie, l'alternanza e' la migliore strada per la stabilita'.
Da noi, il centro-sinistra e' molto variegato ma ha introdotto un concetto di selezione dei quadri dirigenziali molto limpido: le primarie.
Con un programma mirato, con un leader riconosciuto dalla base, quando sara', penso non incontrera' le difficolta' avute nelle passate legislature.

Riccardo ha detto...

Angelo, tutto giusto, condivido, ma
"Con un programma mirato, con un leader riconosciuto dalla base"...
chi?
secondo me è questo il problema.

Angelo D'Amore ha detto...

Riccardo,
la sinistra deve puntare su di out-sider che riuscisse a calamitare nuove energie, ritrovati entusiasmi, idee fresche.
Ci vorrebbe un tipo alla Renzi, alla De Magistris ma anche il presidente della provincia di Roma mi sembra si chiami Zingaretti, potrebbe essere adatto.
La gente vuole facce nuove che parlino chiaro, non scendono a compromessi, senza far demagogia o filosofia politica come fa per esempio Vendola.