domenica 28 giugno 2009

"PESSIMISTI": TUTTI ZITTI

Dobbiamo sorridere, essere felici - magari abbronzati e con il lifting appena rifatto - non catastrofisti, per niente allarmisti.
I soldi sono pochi? Non fa niente, basta non pensarci troppo. Chi lo fa, e' un pessimista, anzi peggio, uno iettatore.
Il Premier se la prende con i media. Secondo il suo "imparziale tele-parere", gli organi di informazione sprigionerebbero crepuscolarita' ed oscurantismo a iosa, a mo' di una grossa spargisale, su di un impervio percorso ghiacciato.
Il Premier, come spesso accade, e' un po' distratto - certo a lui le "distrazioni" non mancano...
Berlusconi dimentica che tali "presagi nefasti", sono venuti da due autorevoli organi Istituzionali, come la Banca d'Italia, per bocca del suo Governatore Draghi e da Confindustria, con le dichiarazioni non certo ottimistiche del suo Presidente, Emma Marcegaglia.
Per entrambi gli organismi, il futuro non e' per niente roseo, specie nel breve periodo.
Anche in questo caso, ci troviamo dinanzi a "schierati fiancheggiatori" pessimisti, indottrinati da quella stampa anti-berlusconiana, pronta a pugnalare il Premier alle spalle?
Nella vita serve ottimismo, sempre, ci mancherebbe. Ma una cosa e' la solare e positiva componente caratteriale dei singoli, altro e' confutare una realta' cruda, quale l'attuale situazione economica interna ed internazionale.
Se ci sono tanti soldi, perche' il Governo non completa rapidamente la Salerno-Reggiocalabria, iniziando magari a porre la prima pietra del Ponte sullo Stretto?
In quel caso, veramente staremmo tutti zitti.


venerdì 26 giugno 2009

MICHAEL JACKSON: IL GENIO HA SPENTO LA LAMPADA

Un grande artista se ne e' andato.
Micheal Jackson e' morto a Los Angeles. Il genio ha spento la lampada, non e' piu' tra noi.
Come i grandi geni, spesso l'artista americano, e' stato incompreso.
Amato fino al delirio dai suoi fan, criticato, messo in discussione dall'opinione pubblica e dagli addetti ai lavori.
Stritolato dal suo stesso essere personaggio, vittima dei suoi eccessi e delle sue fobie, spesso viene sminuito o addirittura dimenticato il notevole talento naturale dell'artista, campione mondiale di vendite.
I numeri sono indiscutibili.
Ancora oggi, l'album Thriller del 1982, con 109 milioni di copie vendute, e' il disco piu' venduto nella storia della musica. Nel 1987, l'album Bad ne vende 30 milioni e nel 1991, Dangerous, arriva a 32 milioni.
Ha creato un genere unico, inimitato ed inimitabile.
Corpo, danza, musica, voce, effetti speciali, creazione del mega evento, diventano elementi contraddistintivi che si fondono in un tutt'uno grazie all'inventiva dell'artista, ne caratterizzano il genere che da subito, si trasforma in fenomeno di massa.
Jackson, non e' solo un cantante, ben presto diventa un'icona.
A differenza di altri grandi, lui in vita, era gia' leggenda, mito di un'epoca.


giovedì 25 giugno 2009

EQUILIBRIO

Dirompente positivita' mi reintegra, rigenera la mia mente, pervade il mio spirito.
Il cammino d'improvviso diventa meno impervio, l'orizzonte piu' libero, sgombro.
Sorgente fresca da ristoro al mio viaggio, riposo alle mie membra.
Brezza leggera e costante, soffia alle mie spalle, rendendo meno infuocato il tragitto.
La piccola cala, diventa porto sicuro, abbasso le vele e guardo le stelle.
Linfa vitale rinforza il mio corpo, ossigena i miei pensieri, regola il mio tempo.
Il giardino rigoglioso, si alimenta di sola brina notturna.
Per un attimo riesco a fermarmi, a contemplare, a rendere nitido, spontaneo il mio proiettarmi.
Divento oriente, attesa, passaggio d'acqua sotto i ponti, diluvio che gonfia la foresta.
La luce risorge. E' piu' intensa. I colori piu' vivi. Il suono piu' armonico. I sapori piu' dolci.
Riesco a riflettere con maggior distacco, minor partecipazione, recuperato equilibrio.
Gli errori commessi diventano saggi consigli, semi da mettere a dimora in luoghi diversi.
Le cicatrici di una vita, diventano direttrici guida del mio percorso.
Le mete future, non sono piu' sfide ma ambiziosi progetti.

lunedì 22 giugno 2009

CRISI IRANIANA, MINACCIA PER TUTTI

La crisi iraniana nonostante la sua cruda dirompenza, non riesce a diventare un problema internazionale.
Le diplomazie dei vari paesi si limitano a comunicati di circostanza. Non si vuole determinare una crisi dalle dimensioni incontrollabili.
E gli Stai Uniti, cosa fanno? Obama prendera' una posizione piu' netta, decisa, incontrovertibile? Il suo aprirsi al mondo islamico, era una butade propagandistica o un concreto fine da realizzare con il lavoro diplomatico? Puo' coesistere l'Islam con la democrazia? E se cio' non e' garantito, e' opportuno intervenire?
Le ultime crisi internazionali, in ordine di tempo, sono state i passati bombardamenti in Palestina, in un periodo di vacatio di potere alla Casa Bianca - il Presidente era eletto ma non insediato - e la crisi del Tibet, a ridosso degli ultimi giochi Olimpici.
Nonostante le due questioni, restano pressoche' irrisolte, le diplomazie fecero palesi sforzi per raggiungere provvisori compromessi.
Da un lato, i bombardamenti israeliani spaccarono inevitabilmente l'opinione pubblica in filo-americani e anti-americani, dall'altro l'evento sportivo organizzato dalla Cina, gigante asiatico e nuovo colosso dell'economia globale - nella scorsa estate non sapevamo ancora dell'imminente crollo della Borsa Americana e dell'economia reale mondiale - furono eventi di tale portata che non potevano far rimanere distaccate le democrazie piu' evolute.
Le stesse democrazie, oggi, prendono atto impotenti, del dilagare dell'oppressione da regime, perpetuata in Iran. Ma non intervengono in modo concreto per fermare lo strapotere del suo dittatore, Akhmadinejad. Tutti restano alla finestra, tutti aspettano la prima mossa americana.
Quella parte del mondo, e' da tempo una bomba inesplosa troppo pericolosa perche' qualcuno abbia il coraggio di disinnescarla.
In Iraq, dietro la ricerca di esportare la democrazia, c'era il palese fine di controllare una fetta di mercato petrolifero non indifferente. Stessa cosa di riflesso, dicasi per l'Afghanistan.
In Iran, provocare una crisi diplomatica o addirittura far "sentire" una maggior presenza occidentale nelle varie basi dislocate in medio oriente, potrebbe equivalere ad accendere la miccia di un grosso conflitto, anche in virtu' delle innumerevoli dichiarazioni del suo leader, il quale e' sempre piu' consapevole del suo potere e della sua influenza in medio-oriente.
Speriamo che in queste settimane si arrivi ad una qualche apertura da parte del regime, altrimenti il prossimo vertice del G-8 in Italia, diventera' un incontro dalle delicate ripercussioni internazionali.
Se la questione iraniana e medio-orientale, nel suo insieme, non sara' risolta nel breve periodo, le conseguenze cadranno su tutti e saranno anche piu' incisive, visto il perdurare della crisi economica globale.

sabato 20 giugno 2009

CERCASI RONDE MARINE

Il problema sicurezza fu uno dei cavalli di battaglia delle passate elezioni del 2008.
In Campania oltre il dramma spazzatura, anche quello della criminalita' fu un tema molto battutto nelle promesse, pardon, impegni, da parte dell'attuale Premier.
All'epoca non esisteva "ufficialmente" Noemi e Berlusconi sovente veniva all'ombra del Vesuvio, per dare conforto a noi poveri napoletani, per infondere speranze per un domani diverso.
La spazzatura e' sparita- chissa' dove e' finita... - la criminalita' resta un problema dilagante, dalle connotozioni ormai sociologiche.
I morti ammazzati non si contano piu'. La percezione di sicurezza a Napoli resta molto labile, evanescente, eterea. La movida notturno e' un rigordo lontano. In citta' vengono puniti gli esercizi commerciali che aprono al pubblico abusando di qualche metro di marciapiede, ma non si fa nulla di concreto per fermare una criminalita' ormai dilagante, un fenomeno che per le sue proporzioni sta diventando una componente "normale" dell' humus metropolitano.
In questo caso, chiaramente, le responsabilita' non sono esclusivamente dell'amministrazione locale che da sola non puo' arginare tale fenomeno.
C'e' bisogno di un intervento massiccio del governo centrale. Da queste parti, vista la dilagante macrocriminalita', lo scippo, la rapina, il furto d'auto diventano reati "banali", perdita di tempo per gli organi inquirenti, impegnati estrenuamente per indagini di maggior rilievo e delicatezza.
Eclatante l'ultimo episodio di pirateria marina.
Venerdi, alle 20.00, a largo di Posillipo, un gommone con tre uomini a bordo si avvicina ad un grosso motoscafo. Gli uomini saliti a bordo, armati di mitragliette, derubano dei loro effetti personali gli occupanti il natante, prima di imporre loro di gettarsi a mare - uno di loro ha implorato di poter indossare prima un salvagente non sapendo nuotare -
Napoli ultimamente non finisce mai di stupire, ahime' in peggio. Al nord le ronde sono una realta'. Da queste parti, servirebbero anche quelle marine. Non sommozzatori in pensione, ma lagunari scelti, armati fino ai denti.
...chissa' se una volta presi i delinquenti e scontata la loro pena, non rischieremmo di ritrovarceli come guide turistiche regionali, esperte nell'accoglienza ai turisti, magari per le gite nel golfo...

giovedì 18 giugno 2009

I CITTADINI FUGGONO DAI PROIETTILI. I POLITICI DALLE LORO RESPONSABILITA'

Il video choc, dell'uccisione del giovane romeno, avvenuta alla fine di maggio, ha fatto il giro del mondo. L'eccidio, accaduto all'interno della metropolitana, nel centralissimo quartiere Montesanto, come era prevedibile, ha alimentato il solito polverone di polemiche e di innumerevoli interpretazioni sociologiche. Tutti come al solito, sono intervenuti al capezzale di una citta' in coma profondo.
L'imprenditoria "impegnata", il baronato universitario, l'associazionismo anticamorra, il mondo dei professionisti e i tanti "intellettuali" ( molti dei quali da tempo fuggiti da Napoli per poi profetizzarne il crepuscolo dai loro salotti romani ) fanno sentire la loro voce.
Nei loro interventi, mettono in salvo lo spirito di abnegazione, altruismo e soliderieta' che cottradistingue il popolo partenopeo, sempre pronto ad adoperarsi per il prossimo. Tale predisposizione caratteriale stride ovviamente con il modo crudo in cui la povera moglie del romeno ancora agonizzante, sia rimasta sola, nella totale indifferenza dei passanti, impegnati a dileguarsi in fretta dal luogo dell'eccidio.
Inmancabile l'intervento del sindaco. La Iervolino afferma che anche nella "nordica" Milano, i passanti sarebbero scappati per salvaguardare la propria incolumita'. Cio' e' vero, ci mancherebbe.
Ma il Sindaco, come tutti gli altri teorizzatori socio-metropolitani, tribuni elitari del "verbo" cittadino, dimenticano che ormai da queste parti, data la crescente frequenza dell'uso delle armi tra la gente, a breve, gli episodici sprint dei singoli cittadini in fuga dai proiettili vaganti, si trasformeranno in nutrite gare podistiche di massa.
In quella che ormai nell'immaginario collettivo e' stata ribattezzata come "terra di gomorra", si spara indifferentemente in luoghi isolati ed affollati, col buio ed alla luce del sole.
A noi napoletani, di rimanere all'ombra del Vesuvio, non ce l'ha ordinato il medico.
Noi cittadini fuggiamo dai proiettili. I politici dalle loro responsabilita'. Chi governa invece, avrebbe il dovere di agire affinche' cio' non accada. Ma forse, si preferisce mantenere il caos.
Nel disordine, la mente degli individui, e' piu' facile da manipolare.

lunedì 15 giugno 2009

GLI EX DETENUTI? ANDASSERO A ZAPPARE

Sgomento a Napoli per la decisione presa su iniziativa dell'Assessore Regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro, Corrado Gabriele, di utilizzare gli ex detenuti come accompagnatori dei turisti in citta'.
Gia' ieri ad opera del mio amico blogger il chiodo, la questione prese corpo nella rete.
Anch'io tengo a sottolineare come questa decisione sia un'offesa per Napoli, un'altra testimionianza della deriva in cui siamo sprofondati, dell'abbandono culturale di una citta' ormai spenta.
Oggi i quotidiani cittadini ne hanno dato risalto. Anche la radio cittadina piu' ascoltata, Radio KissKiss Napoli, all'interno dello spazio mattutino Cafe' Blu, condotto dall'amica Ida Di Martino, la voce della citta', ha rivolto agli ascoltatori la questione.
Anche l'associazione civica Napolipuntoacapo per opera di Sergio Fedele ha sollevato notevoli critiche alla scelta fatta dalla Giunta Regionale.
Atavica qui all'ombra del Vesuvio, e' sempre stata quella propensione all'assistenzialismo, di stampo clientelare, per ottenere voti e consenso. La sinistra e' allo sbando, dopo la batosta alle ultime elezioni che ha sancito, se ce ne fosse ancora il dubbio, la fine di un ciclo politico, quello Bassoliniano. Si continuano ad emanare provedimenti senza logica, completamente improvvisati, pur di ottenre appoggio e consenso.
Da queste parti dove i livelli di disoccupazione sono elevatissimi, con tanti diplomati e laureati a spasso, sembra una schiaffo alla morale pensare di poter fare accoglienza affidando l'immagine della citta' ad ex spacciatori o criminali di diverso genere, con livelli di scolarizzazione che rasentano l'analfabetismo. E' vergognoso.
Io non sono contrario al reinserimento sociale di chi ha commesso reati ed infranto la giustizia.
Ritengo davvero imbarazzante pero', che degli ex criminali possano diventare le guide turistiche della citta' per chi desidera conoscerne il suo patrimonio storico-artistico-monumentale-paesaggistico.
Se davvero si vuole rendere utile il reinserimento sociale di tali individui, si potrebbe puntare sul settore primario: l'agricoltura.
in campagna di braccia operose, ce n' è sempre bisogno. Gli ex detenuti, andassero a zappare.

domenica 14 giugno 2009

LA DERIVA, E' CULTURALE

Il Paese e' avvolto da un opaco e magnetico appiattimento. Non reagisce, e' inerme, incastrato in uno sterile conflitto politico, divenuto ormai socio-esistenziale. Berlusconiani e anti-berlusconiani.
Siamo tutti fermi, rigidi, incollati su di una piattaforma di contrasto non piu' ideologico ma relazionale. Non ci rendiamo conto che a parte le problematiche economiche che affliggono il Paese, a cui non si sono date risposte serie, nette, inequivocabili - la social card ne e' la dimostrazione piu' mortificante - con la scusante di un crollo economico-finanziario globale, la deriva che sta attanagliando la nazione, e' culturale.
Il Paese si sta impoverendo, stritolato in questa contrapposizione che ormai ha assunto connotazioni sociologiche. Viviamo in un'epoca di trasformazione dell'informazione ma non siamo ancora in grado di poter ottimizzarne i benefici.
I modelli imposti dai nostri media, soffrono evidentemente la tipicizzazione, la spettacolarizzazione, la personalizzazione che a loro viene data da chi nel bene o nel male, su questi media riesce ad esercitarne il controllo in modo strategico, quasi occulto. In Italia sappiamo da chi tale controllo e' esercitato.
La notizia deve essere urlata, deve craere ascolto innanzitutto, meglio se all'interno di una tribuna che assomiglia sempre piu' ad un'arena. Meglio la rissa che argomentazioni di contenuto.
Il pubblico, espressione di un paese sempre piu' attento al gossip ed ai reality, si appassiona, sceglie i suoi paladini, in base alla violenza delle loro espressioni, al loro sarcasmo che spesso diventa gratuita volgarita'.
Berlusconi ha diviso il Paese. Ha creato una linea di demarcazione netta, precisa tra chi e' con lui e chi gli e' contro. I suoi avversari gli hanno dato una grossa mano, cadendo in questa trappola, non riuscendo da tempo, a proporre idee e programmi alternativi ma solo sterili contrapposizioni, spesso rivolte all'uomo e non al politico.
Cio' ha impoverito il Paese. Chi come me, non si e' sentito partecipe di questa mediocre ed effimera contrapposizione, si e' momentaneamente allontanato dalla politica, con l'astensionismo.
Allontanarsi dalla politica come espressione di dissenzo. Cio' non e' in assoluto, un comportamento civico corretto. Ma in tale fase storica, e' l'unico metodo per non farsi coinvolgere da questo impoverimento, soprattutto culturale.


martedì 9 giugno 2009

NON CAMBIA NULLA

Le elezioni per molti hanno emesso verdetti, sentenze, condanne.
Per me nulla e' cambiato.
Di Pietro ha raddoppiato il consenso, prendendo pero' soprattutto al suo alleato e diventando per questa ragione, davvero scomodo.
Il PD perde meno del previsto ma perde. Smarrisce soprattuto un' identita' mai nata. Che fa Franceschini?
Casini avanza un pochino ma resta piccolo e sempre in cerca di apparentamenti - stavolta a sinistra.
La sinistra radicale, presentatasi divisa, continua a dissolversi.
Pannella per l'ennesima volta supera il digiuno ma vede ulteriolmente eroso il suo consenso.
Il vero vincitore alle urne e' la Lega, un partito non piu' separatista ma sicuramente a vocazione territoriale.
E il PDL, pardon, Berlusconi? Non avanza, anzi retrocede leggermente ma resta in modo imbarazzante, ampiamente dilagante, conquistando tantissime amministrazioni. Adoperati toni trionfalistici per le province - a che servono? - passate al centro-destra. Ma le province non dovevano scomparire? Penso che se non lo vorra' la Lega...continueranno ad esistere.
Quindi, in Italia non cambia nulla.
Finita la campagna elettorale, forse pero' si iniziera' finalmente a parlare di politica.
Dico forse, poiche' l'estate e' alle porte. A breve si iniziera' a parlare solo di G8 - non so come l'Italia ne faccia ancora parte - con i tanti problemi reali dimenticati, attraverso una strategica e surreale scenografia irradiata ad arte per distrarre l'opinione pubblica, ipnotizzandola e opacizzandone il suo spirito critico.
Forse l'aumento dell' astensionismo, altro dato inconfutabile, e' anche la palese dimostrazione di disaffezione a questa politica.


venerdì 5 giugno 2009

IO NON VOTO.

Tra poche ore, calera' il silenzio su questa disarmante campagna elettorale. Mai nella storia democratica della nostra Repubblica, si era scivolati così in basso.
Un silenzio che sulla politica dovrebbe diventare permanente, una forma di manifesto mutismo assordante, per evidenziare quanto squallido rumore, chiasso isterico, delirio sterile sia stato prodoto in quest'ultima "rissa elettorale", da mediocri protagonisti politici sempre piu' distanti dalla gente e dalle sue esigenze.
Il loro penoso trascinarsi in uno scontro sempre piu' misero dal punto di vista dei contenuti e delle idee, ha solo accentuato la spaccatura presente nel Paese, tra berlusconiani e anti-berlusconiani.
Il popolo si e' diviso per un fattore di appartanenza, non piu' per questioni culturali, sociali, ideologiche e per ultima istanza politiche.
I partiti piccoli, specie a sinistra non hanno saputo far gruppo, diventando ancor piu' evanescenti e poco rappresentativi.
Per le amministrative si formano alleanze di cartello che portano spesso il "solitario" Casini, lui che tra destra e sinistra, sceglie l'Italia, ad appoggiare l'una o l'altra parte - piu' sovente la destra - smentendo nei fatti, cio' che proclama come simbolo di una presunta pseudo-indipendenza, divenuta a questo punto, becera e truffaldina.
In Europa invece, tutti i partiti tengono a ribadire che correranno da soli, quasi che l'alleato di turno all'interno delle competizioni amministrative, fosse un appestato.
Penso che in questa fase storica, sia necessario staccarsi da questo desolante scenario.
In Campania - l'appuntamento principale e' per la provincia di Napoli - assisteremo ad una svolta storica, non politica. La sinistra con i suoi errori e' alla fine di un percorso. I suoi interpreti, spesso tra loro in contrasto, non sono piu' proponibili. A destra si e' puntato come al solito ad una forma di consenso populista, meno alla qualita' degli attori, delle idee e dei contenuti. Perche' andare a votare se non lo si e' spinti a farlo per il semplice fatto di possedere una tessera, ultimamente tenuta nascosta, visto il livello in cui e' precipitata la politica?
Io non votero', assolutamente. Penso che saremo in tanti questa volta. L'elettore e' stanco, sfiduciato, ha preso sempre piu' coscienza che i suoi rappresentanti sono da lui distanti. Perche' continuare a dar loro sostegno?
Abbandonare la politica quindi, non deve apparire come una forma di protesta anarchica ma come un vero evoluzionismo sociale. Disertare le urne, non sara' un' espressione di disobbedienza civica ma un fattore di indipendenza culturale.
Liberarsi da questa politica, dai suoi interpreti - a volte davvero improponibili - per riacquistare la propria autonomia soggettiva, la propria coscienza di individui liberi non soggetti ad un nauseabondo sistema clientelare che porta a premiare non chi ha idee migliori ma chi detiene piu' potere.
Non votando, mi sentiro' piu' libero.

martedì 2 giugno 2009

NAPOLI, CHE VERGOGNA

Se si e' arrivati a profanare anche la tomba di Toto', vuol dire che la citta' e' ormai in un vicolo cieco, in un binario morto, ormai in putrefazione.
Ancora una volta, le cronache devono citare avvenimenti che infangano la citta', la umiliano, cancellano in modo permanente la sua antica storia, la sua millenaria cultura, il suo eccezionale patrimonio.
Non penso il gesto sia opera di qualche sconsiderato o di qualche mitomane in cerca di notorieta'.
Purtroppo temo, sia una becera, penosa, vile azione calcolata, strategica, finalizzata a ottenere comunque attenzione, a suscitare un negativo e roboante clamore.
Oggi e' la festa della Repubblica. Qui a Napoli, non c'e' proprio nulla da festeggiare.
La citta' e' un moribondo che si trascina da tempo, avvolto nel suo male, nella sua agonia lenta e inesorabile.
La memoria del Principe Antonio de Curtis, e' stata oltraggiata. Napoli ha ricevuto il suo ennesimo schiaffo. Ormai la citta' non reagisce, poiche' non ha piu' la forza culturale di farlo. Vive solo evocando il suo passato che diventa giorno dopo giorno, piu' remoto.
La vergogna che ha macchiato la citta' per l'ennesima volta, ne e' la piu' chiara e palese dimostrazione.