lunedì 10 settembre 2012

CIO' CHE VECCHIO NON PORTA IL CAMBIAMENTO

Vedo ancora tanta confusione nella politica (possiamo ancora usare questo termine?) italiana.
Il PDL, pardon, Berlusconi,  deve ancora decidere cosa fare in merito alle prossime politiche. Si seguiranno gli ennesimi sondaggi sul da farsi. Nel frattempo, un intero gruppo dirigente aspetta le decisioni del suo padre-padrone, non ancora rassegnatosi ad una serena vecchiaia da nonno. In attesa anche la Lega che, in caso di un passo indietro del cavaliere, potrebbe strizzare di nuovo l'occhio al PDL al nord, ma rimmarrebbe con molti soldi in meno in cassa (oltre a quelli sottratti dai suoi ex dirigenti massimi).
L'UDC, per bocca di Casini, spera di convincere Monti a rimanere ancora in carica anche dopo la primavera 2013. Da buon lecchino, si siede al primo banco per farsi notare dal "severo professore". Come fare? Iscriverlo nelle fila del partito e poi candidarlo, nominarlo come Presidente del Consiglio tecnico, sperando in una bufera finanziaria-produttiva che faccia spaventare nuovamente tutti contro ogni ipotesi di governo politico? Bah, si vedra'. Intanto Monti smentisce qualsiasi ipotesi di una sua nuova candidatura. Non e' detto pero', che non ci sia un nuovo governo tecnico (se le ipotesi nefaste si verificheranno in inverno) con guida Passera. Nel frattempo, come un gioco tra bimbi, Casini brucia sul tempo Berlusconi e inserisce la dicitura "ITALIA" sul logo del suo partito, come se tale parolina magica fosse garanzia di sicuro successo o magari di maggior limpidezza verso gli elettori.
E Bersani? Nella vasta e articolata area progressista, c'e' molta fribillazione ma, al contempo, tanta incertezza se preferire un altro governo tecnico o accollarsi il rischio di governare ( pare davvero sia la volta buona per vincere) il Paese in questo drammatico momento storico. Pronti ad andare al voto anche domani, ma non certi di farlo in alleanza con il PD, rimangono Vendola e Di Pietro, sempre piu' isolati nelle loro roccafarti romanticamente reazionarie.
Tutti i maggiori leaders (ha parlato anche Fini dall'alto del suo 2% di consensi) puntano a compattare il Paese contro il rischio di derive antipolitiche, populiste e nazionaliste. Tutti si richiamano ai concetti di responsabilita', coraggio, unita', generosita', sacrificio (quanti ancora ne dobbiamo fare?), per il bene dell'Italia e dell'Europa, tutti usano i soliti slogan tesi a premiere il merito od a puntare sui giovani (quelli della mia generazione a cui fu promesso cio' 20 anni or sono, sono tutti ormai ultra quarantenni...), di contrastare ogni forma di corruzione o nepotismo. Che belle parole e che faccia di bronzo a pronunciarle.
Nessuno che dica: " scusate abbiamo commesso degli errori, facciamo un passo indietro per il bene del Paese. Che avanzi il nuovo! "
Nel frattempo non si sa come saranno scelti i candidati, in che maniera voteremo, quale premio sara' dato al partito che vince. Gli uomini in campo poi, restano gli stessi. Le loro idee, i loro programmi si propagano come suoni stonati emessi da un grammofono arrugginito.
Cio' che rappresenta il vecchio, non puo' portare il cambiamento.



2 commenti:

NATURTETTURA ha detto...

Bene. Berlusconi non ha ancora esaurito il suo ciclo di cambiamenti necessari alla politica; può ancora intervenire per finire le riforme; il federalismo è rimasto castrato a metà; la lega lombarda senza la componente liberale si comporta come il Politburo; il grosso problema in Italia è il grave degrado mentale dei nuovi accessi in lega; dal 2006 la lega non è più la stessa; hanno preso il progetto più come una fissazione maniacale che come uno strumento di cambiamento; in alcuni casi si sono dimenticati che un piano per vincere le elezioni deve essere governato su molteplici livelli; io ho notato un calo molto forte di determinazione; ho collaborato personalmente con alcuni di loro fino alle loro cantine e nelle procedure di installazione dei cartelloni; mi sono rimboccato le maniche con loro ad attaccare di notte i cartelloni elettorali con la colla e fino al porta a porta; in certi casi la campagna elettorale si riduce in vignette satirite formato gigante; inoltre ho notato una mancanza di determinazione, si nota da come camminano nei porta- a porta per consegnare i santini elettorali..il ritmo del modo di camminare cala di ora in ora mentre...io andavo avanti spedito. L'unica cosa che li salva è un folto gruppo di saggi che un tempo aizzavano la folla ora per metà diventati insofferenti alle nuove idee; non si governa un paese se non sai come governare una città. Chioso dicendo una citazione che può far capire cosa oggi sta facendo il governo Monti: ""Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prosperosa, è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico" W.CHURCHIL

Angelo D'Amore ha detto...

Alberto,
penso che una persona del tuo livello culturale, sia resa conto che l'approccio cognitivo di quelli della Lega sia davvero molto basso. nel nord, con il venir meno della sinistra nazionale, causa ossessione verso un solo uomo - berlusconi e non verso un'intera categoria sociale - i lavoratori, tutta la massa proletaria e contadina ha abbracciato il progetto lega, non tanto per veder finalmente scisso il cordone ombellicare con il resto del paese - slogan rumoroso della classe dirigente, ma con l'illusione di veder migliorato il proprio tenore di vita, cosa come si e' potuto accertare, vera illusione propagandistica anche in tempi di dominio berlusconiano.
saluti!