lunedì 13 febbraio 2012

SANREMO: LA FOTO DEL PAESE CHE FU

Martedì 14 febbraio, San Valentino, ha inizio il festival di Sanremo, kermesse canora diventata consolidato costume del nostro Paese.
Le luci della ribalta come al solito saranno puntate sulla cittadina ligure. Vip, presunti tali, inviati dei media, pupe in cerca di visibilita', paparazzi pronti allo scoop e tantissimi pendolari curiosi, si concentreranno nella citta' dei fiori che, per una settimana, diventera' una sorta di " isola dei cantanti famosi " o di chi, per la prima volta, tentera' la strada del successo, sperando di agganggiarsi all'impresario giusto.
Mai come quest' anno, tanto effimero ed evanescente trambusto, tale plastica ed artefatta costruzione mediatica, stridera' con la cruda ed avvilente realta' sociale, fatta di rinunce e privazioni, di precari e cassintegrati, di aziende che chiudono e di imprenditopri che falliscono, di giovani talenti che emigrano e di loro coetanei che si rassegnano a rimanere inoccupati.
I protagonisti piu' attesi di questo festival, Morandi e Celentano, sono la testimonianza vivente dell'Italia che fu, una foto in bianco e nero ormai sbiadita e sepolta dalla polvere, icone trasformatesi in delle maschere di carnevale che rievocano i bei tempi andati.
Oggi, una crisi dilagante, figlia di un progressivo fallimento della politica, di un incancrenimento della morale dei suoi interpreti, sommerge l'intero Paese. La progressiva diminuzione dello spread e il crescente consenso internazionale del nostro Presidente del Consiglio, servono soltanto a calmierare le Borse. L'Italia resta un paese fermo e senza prospettive.
Chissa' se a Sanremo, oltre l'amore, sara' cantato il grido di dolore di un Paese in ginocchio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Angelo, Sanremo dovrebbe dare spazio alle urla di una popolazione violentata dal mercato, dalla finanza, dai politici e dalla stampa, assassini all'arma bianca, che senza far rumore seminano cadaveri ovunque passano. Io voglio sperare lo faccia Celentano, lui non ha nulla da perdere e con la sua notorietà verrebbe ascoltato assai meglio di noi, che urliamo nella notte come lupi alla luna.
Io conosco il tuo bel volto dalle foto sul blog e anche se non avremo modo di incontrarci siamo molto più vicini moralmente di quanto potremmo esserlo fisicamente.
Ti abbraccio
Maria Pia Caporuscio