domenica 29 novembre 2020

QUANDO L'IGNOTO DIVENTA LA NORMA

 

Stiamo vivendo un periodo di grosso cambiamento. Un cambiamento interiore. Un mutamento sociale.
Ci pervade e ci permea un senso di perenne incertezza.
Ma tale sensazione si accentua in coloro che, per scelta, hanno basato la loro vita su qualcosa che non e' mai certo: il loro lavoro, frutto della loro autonoma professione, mestiere, arte, creazione artigiana.
In questo preciso momento storico, tutto e' cangiante. Tutto appeso ad un fragile filo. Tutto sospeso in precario equilibrio.
Chi ci guida, chi decide le sorti, gli ingranaggi socio-economici su cui si basa la convivenza e le relazioni democratiche della collettivita', ci rassicura di avere questo atteggiamente paziente, questa sorta di controllata resilienza, questo atteggiamento remissivo, attendista, bonariamente passivo. Ad oltranza.
Il dogma irradiato e' il seguente: il bene della collettivita' viene prima di ogni altra cosa. Tutto il resto, puo' attendere. Il mantra recita questo refrain.
 
Si sta cercando di irradiare una sorta di magnetismo collettivo, una forma di catarsi cognitiva, un processo di ipnosi indotta, il cui scopo e' quello di rallentare il normale processo di reazione istintiva dei soggetti subenti tali limitazioni, per inculcare loro una procurata assuefazione a tale atteggiamento di passivita' diffusa.
Si determina cosi, la realizzazione di una societa' contemplativa, fondata sulla ricerca dell'ignoto, dove questo, non deve essere piu' percepito come qualcosa di nebuloso, generante incertezza, timore, paura, ma dovra' sempre piu' diventare parte costante del nostro essere quotidiano. Il domani non deve essere piu programmato. Basta l'oggi. Basta il respiro. L'incertezza e' qualcosa di superfluo. Non deve provocarci reazione alcuna.
 
L'ignoto che appare. Il noto che scompare.
" L'abituarsi a provare a vivere senza un cielo sulle nostre teste, senza avvertire la terra sotto i nostri piedi." Un rimanere sospesi, in una bolla, che si sposta quasi per inerzia. Nell'incertezza del mio simile, trovo la mia certezza. Lo specchiarsi nel volto altrui che trasuda assenza di un orizzonte per il domani, da corpo, forma e immagine al mio volto. Tutti simili. Tutti omologati. Tutti fluidamente sospesi.
Un tempo le societa' si controllavano con l'irradiazione della paura. Oggi si controllano con la propagazione dell'ignoto, come dogma

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