lunedì 9 settembre 2019

CONTE, IL NUOVO VOLTO DELLA TECNOCRAZIA EUROPEA


Si e' presentato alla sua nomina a Presidente del Consiglio, come l' Avv. del popolo. La stragrande parte degli italiani non lo conosceva. Penso invece che si sia palesato come un preparato e raffinato rappresentante dell'establishment europeo, da cui a breve prendera' direttive e programmi.
Mai piu propizio fu il G-7 avvenuto in piena crisi politico-istituzionale.
In Francia, da Premier dimissionario, ricevette le stimmate di grande statista, un leader che doveva restare e durare alla guida di un Paese che stava profondamente mutando la sua visione europeista.
Per far cio' aveva necessario bisogno della forza politica di maggioranza, il M5S, subito convinto a prestarsi alla causa. Sapeva di trovare il pronto appoggio del PD, grazie all'intercessione di Renzi e degli altri big, astuti ed esperti "volponi di Palazzo".
I passi indietro fatti formalmente da Zingaretti, non erano altro che la realizzazione di una meditata strategia per riconquistare il Governo e continuare quel discorso da poco interrotto.
Le nomine dei Ministri, la formazione della compagine di Governo e la scelta di Gentiloni per l'Europa, non sono altro che il dovuto grazie al compimento dell'opera, avvenuta nel mese di agosto, in uno scorcio di tempo brevissimo, al fine di far tornare prima possibile, per intercessione di Mattarella e del Presidente emerito Napolitano, l'ordine costituito.

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