venerdì 2 agosto 2019

ABITUARSI AL BRUTTO COME ANTICORPO PER UNA SOCIETA NEL DEGRADO


Ci si abitua a tutto. Ci si abitua anche al degrado, ahime'.
Mesi fa, nel rione dove vivo, il P.co la Pineta ai Colli Aminei a Napoli, tante polemiche in merito allo stato di abbandono in cui versavano i giardini pubblici. Tante polemiche anche su un gruppo, dal quale mi sono cancellato ( mitici colli aminei ) poiche' in contrasto con alcuni commenti di soggetti che hanno ruoli amministrativi alla Circoscrizione del territorio. Giardini che d'improvviso...furono messi in ordine ed a cui fu dato un certo decoro, in vista della visita del primo cittadino ad intitolare una piazzetta, visita che coincise con il classico gesto "green"..tanto in voga di questi tempi per una sinistra ahime' senza piu' argomenti...la piantumazione di un alberello di ulivo, in merito alla quale io commentai di sentirmi ancor piu' preso in giro come cittadino del rione, poiche' era ridicolo che si mettesse a decoro uno spazio verde soltanto per far fare bella figura ad un Sindaco assolutamente manchevole per come si e' degradata la zona in cui abito dalla nascita.
Bene, anzi, male, dopo oltre un mese da quella data, il P.co versa nel suo degrado, come ormai da anni. Il prato o quello che ne resta, e' una distesa gialla di erba secca, in cui imperversano solo cartacce, buste di plastica e rami secchi abbandonati. Le campane dei rifiuti particolari ( plastica e vetro) sono ricolme, altra plastica e altro vetro rimane giacente ai loro margini, in compagnia di grossi sacchi neri, credo di materiale di risulta che qualche ditta di lavori in muratura, avra' lasciato li, per terra, in modo scellerato. Non c'e' controllo, nessuno vigila, ma soprattutto nessuno si indigna. Ci si e' assuefatti al brutto, alla sporcizia, all'incuria. La si vede ormai, una cosa normale che fa parte del nostro vivere quotidiano.
Montagne di agrumi, arance, di alberi selvatici, giacciono su quello che resta di un prato malandato che chiede aiuto, soccorso, che implora rispetto, riscatto, ma che ora puo' solo urlare malinconicamente il suo stato di fine biologica. Arance che fanno sentire l'olezzo del loro stato di decomposizione, olezzo flautolento che fa da richiamo a insetti, blatte e forse credo, anche a qualche roditore che trovera' tanto cibo a disposione offerto da una natura malandata e abbandonata al suo destino.
I marciapiedi sono lerci, pieni di resina di quel che resta dei pochi pini salvati al disastro dell'abbattimento per moria, dove il puzzo di piscio dei cani nella stagione calda fa sentire la sua presenza.
La notte poi, il P.co diventa luogo di incontro di gente sballata, in preda al delirio provocato dall'alcool e dalle droghe. Fino alle 2 passate, ci sono schiamazzi insopportabili, gare di motociclette con marmitte rumorose, sterei dell'auto a palla che irrompono nelle case, togliendo il sonno ai residenti.
Questa e' la Pineta oggi, specchio di una societa' decadente e dell'abitudine ahime, a vivere in un contesto sempre piu' degradato

Nessun commento: