lunedì 14 ottobre 2013

QUANDO SI PENSERA' A NOI ITALIANI?

In questi ultimi giorni non si fa altro che parlare della condizione di vita nelle carceri (quando Pannella faceva gli scioperi della fame nessuno si interessava alla questione) e delle ripetute tragedie accadute nel canale di Sicilia. Da piu' parti viene chiesto un provvedimento di amnistia, cosi come si invoca la realizzazione di un corridoio umanitario di soccorso ai migranti. Gli schieramenti politici come al solito si dividono, gli studi televisivi si ingolfano di opinionisti e di rappresentanti politici che per ore si confrontano sul tema.
Ma dei milioni di italiani in sofferenza, chi si interessa? Migliorare l'accoglienza dei profughi, rendere migliore la vita dei detenuti, questo e' diventato l'impegno tassativo del momento. Immancabile chiaramente, l'intervento di Napolitano. Scontato in senso contrario, pur di generare rumore intorno alla sua persona, quello di Renzi, sempre in cerca di ribalta mediatica. 
Ma dei cittadini italiani, delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori, chi si preoccupa? 
Mai come adesso, i riflettori sono puntati su delle minoranze, mentre la maggioranza della popolazione viene del tutto dimenticata. Il popolo non ha nessun potere di discussione su i suoi problemi. Il suo ruolo e' solo quello di apporre una x sulla scheda elettorale, su il nome dei candidati scelti dalle segreterie di partito.
Nessuno piu' ascolta il lamento, avverte la sofferenza, raccoglie il grido di disperazione della cittadinanza.
Questo e' il destino del nostro Paese. Rispondere ai dictat imposti dall'Europa, ma risolvere in a casa propria,  tragedie come quella dei profughi di Lampedusa.
Quando alzeremo la testa? Quando finalmente faremo sentire la nostra voce? Si sono trovati fondi per mantenere tantissimi detenuti stranieri nelle nostre carceri che sarebbero costati meno mantenendoli nei loro paesi a nostre spese. Si invocano stanziamenti straordinari per trovare migliori soluzioni a favore delle masse di profughi che a breve si affacceranno nel nostro Paese. Nobili gli inteni.
Ma in questa Italia impoverita, sul l'orlo della bancarotta, con famiglie sfrattare da Equitalia, imprenditori falliti per non aver ricevuto altra fiducia dalle banche, cinquantenni esodati senza stipendio ne' pensione per opera dei tecnici nominati da Napolitano, disoccupazione giovanile che al sud arriva al 50%, imprese nazionali svendute agli stranieri, in un Italia cosi mal messa, quando si incomincera' a pensare a noi italiani?




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