giovedì 15 novembre 2012

POLITICA E MEDIA ORMAI OBSOLETI

In Spagna, Portogallo, Grecia, milioni di persone scendono in piazza per gridare il loro sdegno contro le decisioni prese dall'UE. 
In Italia, soltanto poche migliaia di studenti organizzano cortei pacifici prendendo manganellate in testa, nel tentativo di urlare la loro rabbia per un domani incerto. Perche' nel nostro Paese, non si genera per davvero una grande sommossa popolare? Perche' non ci si ferma tutti in segno di protesta? Davvero allora non si e' toccato il fondo o magari si vede finalmente la luce in fondo al tunnel?
L'Italia notoriamente, e' stato sempre un paese dimesso, tendente al compromesso, alla mediazione, all'inciucio, finanche al tradimento, per far prevalere un bigotto quieto vivere, senza sussulti, ne' prese di posizioni decise. Il periodo degli anni di piombo, fu piu' una parentesi di radicamento ideologico estremizzato che una vera e convinta rivoluzione cuturale.
Quella ahime', non potra' mai avvenire, per la presenza di due grosse "istituzioni storico-culturali": il Vaticano e la mafia. Da sempre e' noto che in Italia, quando hai fame, ti rechi in parrocchia o dal capo zona, per trovare conforto...
Quando poi vedi le trasmissioni di approfondimento politico, piegarsi a mere logiche di audience piu' che ai reali problemi del Paese, ti rendi conto perche' non deve apparire strano ed anitdemocratico, l'atteggiamneto di chi, come Grillo, diserta a tavolino qualsiasi programma televisivo.
Ospitare un gonfio ed invecchiato Briatore a Servizio Pubblico, per anteporlo a Landini, a me sembra piu' una trovata pubblicitaria che un reale "servizio pubblico" al Paese. Cosi come mandare sulla televisione a pagamento la sfida tra i pretendenti alla leadership del centro-sinistra, una sorta di x-factor preconfezionata, tra candidati senza carisma, paragonabili a dei manichini in una vetrina natalizia della Coin, esperienza che a breve, si svolgera' anche nel centro-destra, in perfetta par-condicio...
Uscito di scena il "nemico da abbattare", la politica ed i media d'improvviso si scoprono obsoleti, palesando i propri limiti culturali, l'imbarazzante carenza nell'essere strumenti formativi per il Paese.


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