lunedì 10 giugno 2013

LA POLITICA E' ALLA DERIVA. AFFIDIAMOCI AI MILITARI

E' un po' di giorni che sono assente da questa piattaforma. Gli impegni lavorativi sono stati piu' pressanti ma anche la situazione generale e' tale, da far ricredere anche il piu' ostinato ottimista o rendere sterile e ripetitiva la denuncia di chi cerca di evidenziare la pochezza della nostra politica, ormai giunta al capolinea.
E' partita la stagione del grande inciucio, in nome del Paese e dell'Europa. Tutti fintamente amici, tutti ancorati al proprio scranno, tutti forieri di buoni propositi.
Le comunali hanno ribadito la disaffezione dei cittadini verso la politica. Un'astensione critica, quindi per niente casuale. Ha vinto chi ha perso meno. 
Si vive una situazione anomala, dove il PDL dato in crescita a livello nazionale, scompare dalla guida delle principali citta' italiane. Il PD, vero sconfitto alle politiche, si aggiudica tutti i principali comuni andati al voto. Il M5S, d'improvviso perde la sua spinta propulsiva, dimostrando che dietro la forte figura del suo leader, il partito e' ancora troppo acerbo e non organizzato sul territorio e che la sola rete, non basta a convincere chi accende la tv per seguire Vespa e la De Filippi.
Nel frattempo, Renzi torna a fare i suoi monologhi televisivi, assurgendosi a nuovo salvatore della Patria, a profeta del cambiamento, dimenticandosi che lui, le primarie le ha gia' perse una volta e non e' detto che riuscira' a vincerle mai.
Il resto e' noto a tutti. Fabbriche che chiudono, suicidi che aumentano, talenti e braccia italiche che lasciano il Paese.
In modo provocatorio, gia' tempo addietro (post davvero profetico) ho affermato tale concetto:  dopo i militari nelle strade per combattare le mafie, ci vorrebbero uomini in divisa anche all'interno degli organismi dello Stato, funzionari a garanzia e tutela delle Istituzioni. Ormai l'agenda la detta l'Europa, meglio quindi mettere dei professionisti neutri a svolgere l'ordinaria amministrazione, vista la situazione di stallo prolungata della nostra politica. In un certo qual modo, il Governo tecnico avrebbe potuto svolgere tale compito ma si e' visto che prima o poi, i tecnici sono diventati politici...
Non si tratterebbe di un golpe, ma soltanto la presa di coscienza che da sola, la politica, la nostra politica, non puo' piu' garantire il normale svolgimento della vita democratica del Paese. A lungo andare, tale deriva,  puo' soltanto far germogliare l'assoluta anarchia.
Il Presidente Napolitano forse lo ha intuito da tempo. Per tale motivo, evindentemente, ha nominato dei saggi a riformare la Costituzione, sempre che gli stessi, riusciranno a farlo nei tempi richiesti dal Capo dello Stato.

3 commenti:

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A questo punto ci resta davvero poco!