domenica 4 marzo 2012

PROTESTA NO TAV: ESPRESSIONE DEL DISAGIO SOCIALE

La protesta No Tav dilaga. Ormai si e' capito che non e' piu' soltanto una questione collegata ai territori della Val Susa. Non si tratta di fascinorosi ecologisti anti-cementificazione, ne' di sparuti cittadini di montagna che non vogliono vedere deturpata la loro valle, per far posto ad una grande opera che dovrebbe (il condizionale di questi tempi e' dobbligo) portare sviluppo e benessere in quei territori e di riflesso all'intero Paese. Del resto, tale teoria, e' stata piu' volte smentita da esperti di settore e dalla realta' dei flussi commerciali che vedono premiare la direttrice sud-nord a quella ovest-est.
In questo caso, ci troviamo dinanzi, ad una forma di protesta sociale che potrebbe prendere, se non intercettata, una deriva molto pericolosa. In molti affermano che in Italia esiste un organizzato popolo del no. No al Ponte sullo Stretto, no ai gassificatori, no alle centrali nucleari, no alle grandi opere. Sara' vero, ma l'Italia e' l'unico paese al mondo, dove e' stato certificato da tante sentenze, che realizzare grandi opere significa legalizzare una forma di ruberia di Stato, dove le amministrazioni locali e le organizzazioni malavitose lucrano a danno dei cittadini, per opere che spesso non hanno una reale utilita' e la cui realizzazione richiede tempi biblici.
Il no di Monti alle Olimpiadi del 2020, ne e' la riprova.
Come mai allora, l'attuale Governo mostra il pugno duro contro i No Tav? Probabilmente, Monti non vuole mettere becco in progetti presi da altri governi, rischiando di interrompere quella pax vivendi con un Parlamento chino ai suoi dictat di traghettatore del Paese nella tempesta.
Ma chi protesta esprime un disagio che, in questi ultimi tempi, sta diventando una cronicizzata patologia.
Nella protesta No Tav, c'e' la rabbia del cassintegrato, l'inquietudine del precario, la frustrazione del disoccupato, l'avvilimento del licenziato, il rancore del fallito, la rassegnazione del laureato, lo stento del pensionato, la mortificazione del terremotato.
Quando si innesca un coctail esplosivo così pericoloso e quando, a questi interlocutori non si da ascolto, tutto e' possibile.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Verissimo caro Angelo la protesta No Tav è in realtà la protesta della popolazione ai soprusi, alla violenza e al ladrocinio compiuto sulla pelle degli italiani. E' una voglia di cambiamento, di spezzare le reni ad una classe dirigente incapace e disonesta, che per propri interessi personali trascinano il paese alla rovina, ma questo lor signori lo hanno capito benissimo, per questa ragione scagliano contro i manifestanti migliaia di poliziotti, per scoraggiare chi a questi soprusi dice NO!
Ciao ciao
Maria Pia Caporuscio

Angelo D'Amore ha detto...

Paghiamo le conseguenze di anni di malapolitica, fatta di corruzione sistemica. La gente e' esausta. Ancor oggi, sono i politici ladri a dettar letregole ai tecnici calati da Bruxelles.