Giunsero da Capo Verde, per sfuggire alla fame. La madre, Manuela Rodrigues, e' in fin di vita; il suo piccolo, Elvis, di soli 6 anni, ha trovato la morte per le esalazioni tossiche sprigionate da un braciere.
L'improvviso calo delle temperature, ha causato la prima vittima tra i disagiati che vivono in citta'. Questa volta, non e' una baracca a far da scenario alla tragedia ma una piccola abitazione di circa 20 mq. nel popolare quartiere Sanita', a cui l'Enel da poco aveva interrotto la fornitura, per sopraggiunta morosita'.
La madre di Elvis, perso il lavoro come colf, viveva di espedienti. Non si era mai rivolta ai servizi sociali per il timore che le sottraessero il bambino. La storia di Manuela rappresenta in modo cruento, la disperazione in cui versano tanti sfortunati in questa citta'. Chi e' povero, specie se non regolare, si nasconde, vive nel silenzio la sua esistenza ai margini.
Napoli resta la citta' dei contrasti, delle potenzialita' inespresse. In un momento in cui si parla di progetto metropolitano, di aggiudicazione dell'Expo del 2012, del Forum delle colture del 2013, questi tristi avvenimenti fanno capire che da queste parti la poverta' e' ancora diffusa e non solo per i tanti migranti che giungono in citta' con l'illusione di aver raggiunto l'Eden.
A Napoli, piu' che in altre parti del Paese, si sono sapientemente celati i lati negativi, gli storici ritardi, divenuti sgradevoli stereotipi convenzionali. La citta' ha vissuto prima l'epopea del propagandistico "rinascimento" Bassoliniano, messo in scena da una schiera di intellettuali asserviti al potere. Poi, dopo lo scandalo munnezza, si e' passati al meticoloso "lifting" mediatico operato dal Premier Berlusconi che ha mostrato al mondo intero una Napoli nel solo formato cartolina.
In entrambi i casi, si e' accuratamente evitato di parlare dei mali della citta', dei suoi diseredati, dei suoi ghetti abbandonati, delle sue periferie degradate. Tali tristi e mortificanti scenari, sono considerati semplice polvere da occultare velocemente sotto il tappeto buono di una casa che ahime', e' rimasta sporca.
Per tale motivo, Napoli, resta una citta' povera.
L'improvviso calo delle temperature, ha causato la prima vittima tra i disagiati che vivono in citta'. Questa volta, non e' una baracca a far da scenario alla tragedia ma una piccola abitazione di circa 20 mq. nel popolare quartiere Sanita', a cui l'Enel da poco aveva interrotto la fornitura, per sopraggiunta morosita'.
La madre di Elvis, perso il lavoro come colf, viveva di espedienti. Non si era mai rivolta ai servizi sociali per il timore che le sottraessero il bambino. La storia di Manuela rappresenta in modo cruento, la disperazione in cui versano tanti sfortunati in questa citta'. Chi e' povero, specie se non regolare, si nasconde, vive nel silenzio la sua esistenza ai margini.
Napoli resta la citta' dei contrasti, delle potenzialita' inespresse. In un momento in cui si parla di progetto metropolitano, di aggiudicazione dell'Expo del 2012, del Forum delle colture del 2013, questi tristi avvenimenti fanno capire che da queste parti la poverta' e' ancora diffusa e non solo per i tanti migranti che giungono in citta' con l'illusione di aver raggiunto l'Eden.
A Napoli, piu' che in altre parti del Paese, si sono sapientemente celati i lati negativi, gli storici ritardi, divenuti sgradevoli stereotipi convenzionali. La citta' ha vissuto prima l'epopea del propagandistico "rinascimento" Bassoliniano, messo in scena da una schiera di intellettuali asserviti al potere. Poi, dopo lo scandalo munnezza, si e' passati al meticoloso "lifting" mediatico operato dal Premier Berlusconi che ha mostrato al mondo intero una Napoli nel solo formato cartolina.
In entrambi i casi, si e' accuratamente evitato di parlare dei mali della citta', dei suoi diseredati, dei suoi ghetti abbandonati, delle sue periferie degradate. Tali tristi e mortificanti scenari, sono considerati semplice polvere da occultare velocemente sotto il tappeto buono di una casa che ahime', e' rimasta sporca.
Per tale motivo, Napoli, resta una citta' povera.
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