Questa sera, milioni di italiani ascolteranno il discorso del Presidente, gli stessi che hanno hanno difeso, sostenuto ed approvato la sua scelta decisiva per la nostra politica, quella di defenestrare Berlusconi, leader anche da me odiato nell’ultimo periodo, per la sua siderale distanza dal Paese, per la sua condotta immorale, per il suo tentativo ben riuscito di omologare verso il basso, quanti piu' italiani possibile, attraverso una sapiente alterazione cognitivo-mediatica.
Tuttavia, con considerevole probabilita', questi stessi milioni di italiani stanno iniziando ad intuire che, nonostante la sua posizione istituzionale super partes, anche “Re Giorgio” e’ un politico come altri, con i suoi privilegi, il suo potere e con un passato fortemente militante in quella sinistra comunista, all’epoca foraggiata direttamente dall’URSS.
Nonostante cio’, Napolitano fu il primo uomo di sinistra ad essere accolto a braccia aperte alla Casa Bianca, un uomo che per la sua alta influenza, la sua capacita’ di mediazione, ha sempre interloquito con i poteri forti, le lobbies e le massonerie, facendo intuire che la contrapposizione tra blocchi, tra liberismo e socialismo, era piu' un'architettata strategia politico-economica che una reale minaccia bellica.
Il tempismo del nostro Presidente sul cambio di guida in Italia, e’ frutto di questo suo potere, un potere che non ha mai travalicato la carta istituzionale, ma che tramite essa, egli ha adoperato in maniera fortemente autonoma ed indipendente. A riprova di cio', la piu' che probabile telefonata con la cancelliera Angela Merkel, chiaramente smentita dal Quirinale, nella quale in modo esplicito, si parlava di come fare fuori quanto prima il Cavaliere. Berlusconi continuo a ripetere, era improponibile, ma era preferibile che il popolo lo condannasse attraverso le urne. Con la minaccia di una crisi imminente, quasi un apocalisse, si e’ preferita la strada del governo tecnico, un governo che ci portera' alla fame. Non va dimenticato che il giorno prima dell’incarico a Monti, Napolitano lo ha nominato Senatore a vita, una scelta prevista dalla costituzione ma, visto il tempismo con cui e' avvenuta, rivelatasi quanto mai personalistica ed autoritaria. La scelta di Monti, resta una scelta verso un rappresentante di poteri forti, non dimenticando i vari incarichi ricoperti dal professore in un recente passato. Non sarebbe meglio allora, una repubblica presidenziale che questa forma subdola ed ipocrita di "presidenzialismo costituzionale"? Meglio un Capo di Stato eletto dal popolo o un Presidente del Consiglio scelto da un "monarca mascherato "?
Non intendo rinnegare le mie parole. Da questo spazio, ho scritto che preferivo un commissario a cattivi politici. Ma non mi sarei mai aspettato provvedimenti che andassero contro chi stava gia' pagando questa crisi, malgrado le versate lacrime istituzionali.
Non intendo rinnegare le mie parole. Da questo spazio, ho scritto che preferivo un commissario a cattivi politici. Ma non mi sarei mai aspettato provvedimenti che andassero contro chi stava gia' pagando questa crisi, malgrado le versate lacrime istituzionali.
Da napoletano poi, speravo che un napoletano al vertice delle nostre istituzioni, mettesse dei puntini sulle i rispetto alla figura di Giorgio Bocca, da me definito in un post di qualche giorno fa, come un intellettuale antimeridionale. La mia speranza e' stata disattesa. All'amore del suo territorio, Napolitano ha preferito seguire logiche di appartenenza politica, non dimenticando Bocca su quale tipo di stampa scriveva.
Un grande uomo di sinistra pero', non avrebbe mai permesso che a pagare la crisi fossero gli operai, i pensionati, i cassintegrati, i precari, i piccoli artigiani, il ceto medio basso. Oggi ahime', non possiamo che assistere impotenti, allo sgretolamento economico del nostro Paese, alla desertificazione produttiva di alcuni territori. Restiamo perennemente sotto il tiro della speculazione, oppressi dalle banche internazionali, nonostante l'uscita di scena di "paperone" Berlusconi.
E' la prima volta nella mia vita, che ho paura per il mio futuro e quello dei miei figli. E' la prima volta che, nonostante aborri la Lega e malgrado sia un napoletano, non ascoltero' il discorso del Presidente, evitero' di sorbirmi il suo requiem di fine anno. Preferiro' bere del buon vino, provando quell'illusoria euforia che mi faccia staccare con il mio precario e nebuloso presente.
Certo, e' difficile usare la parola buon anno di questi tempi. Diciamo che l'augurio che vi do e mi do, e' quello di trovare tantissima forza e coraggio nell'affrontare tutte le difficolta', i sacrifici, le limitazioni, le rinunce che ci portera' il 2012.
A tutti coloro che mi seguono, invio un forte e sentito abbraccio!