sabato 31 dicembre 2011

IL REQUIEM DI FINE ANNO

Questa sera, milioni di italiani ascolteranno il discorso del Presidente, gli stessi che hanno hanno difeso, sostenuto ed approvato la sua scelta decisiva per la nostra politica, quella di defenestrare Berlusconi, leader anche da me odiato nell’ultimo periodo, per la sua siderale distanza dal Paese, per la sua condotta immorale, per il suo tentativo ben riuscito di omologare verso il basso, quanti piu' italiani possibile, attraverso una sapiente alterazione cognitivo-mediatica.
Tuttavia, con considerevole probabilita', questi stessi milioni di italiani stanno iniziando ad intuire che, nonostante la sua posizione istituzionale super partes, anche “Re Giorgio” e’ un politico come altri, con i suoi privilegi, il suo potere e con un passato fortemente militante in quella sinistra comunista, all’epoca foraggiata direttamente dall’URSS.
Nonostante cio’, Napolitano fu il primo uomo di sinistra ad essere accolto a braccia aperte alla Casa Bianca, un uomo che per la sua alta influenza, la sua capacita’ di mediazione, ha sempre interloquito con i poteri forti, le lobbies e le massonerie, facendo intuire che la contrapposizione tra blocchi, tra liberismo e socialismo, era piu' un'architettata strategia politico-economica che una reale minaccia bellica.
Il tempismo del nostro Presidente sul cambio di guida in Italia, e’ frutto di questo suo potere, un potere che non ha mai travalicato la carta istituzionale, ma che tramite essa, egli ha adoperato in maniera fortemente autonoma ed indipendente. A riprova di cio', la piu' che probabile telefonata con la cancelliera Angela Merkel, chiaramente smentita dal Quirinale, nella quale in modo esplicito, si parlava di come fare fuori quanto prima il Cavaliere. Berlusconi continuo a ripetere, era improponibile, ma era preferibile che il popolo lo condannasse attraverso le urne. Con la minaccia di una crisi imminente, quasi un apocalisse, si e’ preferita la strada del governo tecnico, un governo che ci portera' alla fame. Non va dimenticato che il giorno prima dell’incarico a Monti, Napolitano lo ha nominato Senatore a vita, una scelta prevista dalla costituzione ma, visto il tempismo con cui e' avvenuta, rivelatasi quanto mai personalistica ed autoritaria. La scelta di Monti, resta una scelta verso un rappresentante di poteri forti, non dimenticando i vari incarichi ricoperti dal professore in un recente passato. Non sarebbe meglio allora, una repubblica presidenziale che questa forma subdola ed ipocrita di "presidenzialismo costituzionale"? Meglio un Capo di Stato eletto dal popolo o un Presidente del Consiglio scelto da un "monarca mascherato "?
Non intendo rinnegare le mie parole. Da questo spazio, ho scritto che preferivo un commissario a cattivi politici. Ma non mi sarei mai aspettato provvedimenti che andassero contro chi stava gia' pagando questa crisi, malgrado le versate lacrime istituzionali.
Da napoletano poi, speravo che un napoletano al vertice delle nostre istituzioni, mettesse dei puntini sulle i rispetto alla figura di Giorgio Bocca, da me definito in un post di qualche giorno fa, come un intellettuale antimeridionale. La mia speranza e' stata disattesa. All'amore del suo territorio, Napolitano ha preferito seguire logiche di appartenenza politica, non dimenticando Bocca su quale tipo di stampa scriveva.
Un grande uomo di sinistra pero', non avrebbe mai permesso che a pagare la crisi fossero gli operai, i pensionati, i cassintegrati, i precari, i piccoli artigiani, il ceto medio basso. Oggi ahime', non possiamo che assistere impotenti, allo sgretolamento economico del nostro Paese, alla desertificazione produttiva di alcuni territori. Restiamo perennemente sotto il tiro della speculazione, oppressi dalle banche internazionali, nonostante l'uscita di scena di "paperone" Berlusconi.
E' la prima volta nella mia vita, che ho paura per il mio futuro e quello dei miei figli. E' la prima volta che, nonostante aborri la Lega e malgrado sia un napoletano, non ascoltero' il discorso del Presidente, evitero' di sorbirmi il suo requiem di fine anno. Preferiro' bere del buon vino, provando quell'illusoria euforia che mi faccia staccare con il mio precario e nebuloso presente.
Certo, e' difficile usare la parola buon anno di questi tempi. Diciamo che l'augurio che vi do e mi do, e' quello di trovare tantissima forza e coraggio nell'affrontare tutte le difficolta', i sacrifici, le limitazioni, le rinunce che ci portera' il 2012.

A tutti coloro che mi seguono, invio un forte e sentito abbraccio!

giovedì 29 dicembre 2011

CRESCERE O FALLIRE

La manovra di 30 miliardi varata da Monti continua non convincere i mercati. Piu' che l'incertezza, nei confronti del nostro Paese, sta crescendo la paura. Per il medio termine, nessuno vuole rischiare di scommettere sull'Italia.
Il Presidente Monti nella sua conferenza e' stato evasivo su come dare inizio alla fase 2, quella relativa allo sviluppo. Ha risposto a tutte le domande ma, emotivamente, non ha comunicato niente.
Nel frattempo, siamo gia' in recessione, lo dimostrano i dati relativi alle spese natalizie ed alle previsioni negative sui prossimi saldi. La crisi italiana ha pero' un contraddistintivo fattore peculiare: alla contrazione del PIL coincide un inasprimento della tassazione. In questa maniera, la morte economica dell'Italia e' sempre piu' vicina.
Il Paese deve tornare a crescere e lo deve fare quanto prima. Per far cio', deve rimettersi in moto la domanda. Se i cittadini e le imprese non lo possono fare, lo deve fare lo Stato. Con l'inasprimento delle imposte, lo Stato deve mettere in circolo cio' che ha prelevato ai suoi abitanti, con una serie massiccia di interventi nelle opere pubbliche (non solo grandi opere) evitando pero', di affidare questo delicato e rigenerante obiettivo, alle solite imprese "amiche" del Palazzo.
Se cio' non lo riesce a fare o non ha il coraggio di farlo, questo Stato e' meglio che getti la spugna.
L'Italia e' dinanzi ad un bivio: crescere o fallire!


martedì 27 dicembre 2011

GIORGIO BOCCA: UN INTELLETTUALE ANTIMERIDIONALE

Il Paese ricorda la morte di Giorgio Bocca, grande giornalista, scrittore, partigiano. Tutti ricordano la forza ed il coraggio delle sue denunce, l'impeto delle sue parole, un giornalismo linerare, concreto, schietto. Per tanti e' stato un maestro irragiungibile, un punto di riferimento nel quotidiano lavoro di cronista.
Bocca fu considerato partigiano serio. Lui all'epoca, combatte' per davvero sulle montagne non fu semplice oratore o testimone di quei fatti. Per molti il suo giornalismo senza fronzoli, ruvido, permeato di critica quasi violenta ed al tempo stesso pervaso di inventiva letteraria, si forgia in quel tempo, tempo di guerra e dittatura. Ma chi fu partigiano coraggioso, non puo' per tale motivo, pretendere di incarnare il verbo assoluto a prescindere, possedere licenza gratuita ed insindacabile di offendere, velleita' certificata e garantita anche dalla veneranda eta' alla quale giunse lo scrittore.
Nel rispetto della sua morte, trattasi sempre di una persona, vorrei tuttavia ricordare il Bocca antimeridionale, sprezzante oratore di una terra, il sud, ed i suoi abitanti, considerati dal giornalista, gente miserabile, appestata, senza futuro.
Nella sua ultima intervista pubblicata da Libero (29/9), rilascia la consueta serie di dichiarazioni contro il Sud, considerato "un cancro" abitato da "gente orrenda" , "repellente e mostruosa". Per lo scrittore, Palermo e' una citta' che "puzza di marcio", Napoli sarebbe "un cimiciaio", i loro abitanti belve da caccia grossa con le quali non si può fraternizzare".
Bocca, non nuovo a questo tipo di dichiarazioni, ha offeso milioni di persone contribuendo in maniera determinante alla diffusione di luoghi comuni e di un razzismo antimeridionale rischioso e dannoso in un momento delicato e complesso come quello che l’Italia (ed in particolare l’Italia meridionale) sta vivendo tra crisi economiche, disoccupazioni crescenti, un’emigrazione soprattutto giovanile sempre più drammatica e questioni meridionali tuttora irrisolte dopo 150 anni.
Sara' stato un grande intellettuale. Sicuramente un antimeridionale, uno scrittore che ha offeso, umiliandoli, una parte di italiani che, tutto sommato, non rimpiangeranno la sua scomparsa. Non avevo mai visto questo filmato. Ve lo giro, sperando che in paradiso non ci sia posto per quest'uomo. Un uomo che, dall'alto della sua cultura e, dal territorio di sua origine, di certo sapeva quanto fosse ricco e prosperoso il sud, prima della venuta dei Savoia. Altro che millenaria decomposizione.

venerdì 23 dicembre 2011

SERENO NATALE!

Oggi finalmente, mi sono concesso una passeggiata natalizia con mia moglie. Come da tradizione, ci siamo recati a San Gregorio Armeno, un luogo dove, nonostante la crisi e la scarsa voglia di guardare vetrine, si sente ancora il Natale. Le viuzze del centro storico era colme di gente, l'aria frizzante (a Napoli non siamo abituati al freddo) accentuava il clima di festa, una ricorrenza che mai come quest'anno, a causa dell'austerity, sara' vissuta in modo assai sobrio.
Siamo andati a fare visita al piu' famoso tra gli artigiani napoletani che lavorano la terracotta, Ferrigno, diventato negli aultimi anni, nostro cliente ad Arbustum. Ci siamo scambiati dei doni natalizi. Ai maestri, abbiamo donato della buona mozzarella di bufala d.o.p. e dei vini dell'agro aversano (Asprinio e Casavecchia), ricevendo da loro le statuette raffiguranti la Nativita'.
Abbiamo proseguito il nostro cammino verso Piazza del Gesu' e la chiesa di Santa Chiara, assaporando delle gustose caldarroste.

A tutti coloro che seguono questo spazio, auguro un sereno Natale!






martedì 20 dicembre 2011

L'AGONIA SARA' LUNGA

Iniziano a circolare voci che con forte probabilita', servira' ancora un'altra manovra nella prossima primavera. Se così sara', devo ricredermi anche sul Governo Monti, nel quale ho riposto tanta fiducia, nonostante anch'io nel prossimo anno, saro' molto piu' vessato, specie in merito alle conseguenze della nuova ICI.
Se il Governo non puntera' anche alla crescita, di certo serviranno altri soldi. In questo caso penso, si tratti davvero di un estenuante accanimento teraupetico.
L'Europa trema. Se l'Italia non si riprende, saranno guai per tutti. Tutti gli indici per il 2012 sono negativi. Il grosso problema e' che il nostro Paese non puo' essere aiutato piu' di tanto. Non si tratta di un'isoletta sperduta nell'oceano, come l'Islanda, ne' possiamo paragonare il sistema economico e produttivo dell'Italia, fino a qualche anno or sono tra gli 8 grandi del pianeta, alla Grecia o al Portogallo.
Mi domando, ma vale davvero la pena accanirsi piu' di tanto? Basteranno gli oltre 75 miliardi gia' stanziati dall'inizio del 2011? Il tanto temuto default, e' sinonimo di catastrofe? Resistere o fallire? L'Argentina oggi, non e' poi un paese da terzo mondo.
Dopo la seconda guerra mondiale, lentamente inizio' la ripresa. Oggi, il nemico non lancia bombe o siluri, ma agisce silente attraverso le Borse, la finanza, le grandi banche.
Peredere questa guerra forse, converra' a tutti. Per auspicare una rinascita, occore prima un tracollo. Temo purtroppo, che il nemico ci preferisca malati anziche' morti. L'agonia sara' ancora lunga.

sabato 17 dicembre 2011

IL PAZIENTE E' MALATO. NON DIAMO LA COLPA AL MEDICO

Passa la manovra " salva Italia ". Ma il Paese uscira' dal guado? Per Monti, l'Italia ce la fara'.
Sara', ma al momento tutte le previsioni sono negative, pessimistiche, tendenti alla depressione. L'Italia e' ferma, la produzione calera', anzi ci sara' una crescita negativa. Siamo entrati di fatto, in recessione.
Gli analisti di settore, prefigurano il 2012 come una anno nefasto, dove tutti gli indicatori economici segneranno un decremento. Ma se il paziente Italia era gravemente malato, non penso che la colpa sia del medico.
Dopo i tagli previsti e gli inevitabili aumenti delle imposte, il Prof. Monti, riuscira' a far ripartire l'economia? Al rigore lacrime e sangue, seguira' la crescita? Se il buongiorno si vede dal mattino, il cielo del nuovo Governo, minaccia tempesta.
Monti si e' dovuto piegare ai diktat di alcune lobbies di potere, come quella dell'ordine dei farmacisti, dei tassisti e degli edicolanti, senza parlare del Vaticano, i cui beni immobiliari pare, non siano al momento soggetti all'imposta della nuoca ICI.
Dopo anni di malapolitica, il governo dei tecnici, degli illuminati professori, ha il doloroso compito non solo di trovare i soldi per evitare il collassamento della Nazione, ma anche quello molto piu' articolato, di modernizzare il Paese, di rilanciarlo in chiave europeista.
Per fare cio', Monti volendo o nolendo, deve confrontarsi con la politica. Stiamo solo all'inizio, il cammino si preannuncia tortuoso.
Non so se faccia piu' paura affidarsi agli interventi di Monti o augurarsi la sua prematura uscita di scena, affidandosi nuovamente a quegli stessi politici che, a noi italiani penso, non abbiano piu' nulla da dire.
In molti sostengono l'incostituzionalita' o l'antidemocraticita' di questo governo, in quanto non eletto da nessuno. Personalmente, oggi, con lo scenario politico-nazionale esistente, il mio appoggio non lo darei a nessuna forza politica, peraltro sempre piu' divise al loro interno ed in perenne ricerca di una nuova identita'.
Meglio un commissario che mediocri politici, in molti casi veri e propri malfattori. La forza di Monti e' direttamente proporzionale alla pochezza dei politici esistenti, un branco di inetti che ci ha condotto nel baratro.


mercoledì 14 dicembre 2011

BUIO ESISTENZIALE

Monti, dopo aver incontrato le parti sociali, corregge la manovra, ma nulla cambia.

Anche oggi, le borse chiudono in perdita e lo spread riprende a salire.

Ormai si e' capito, siamo in guerra. Un tempo il nemico lanciava bombe, oggi agisce sui mercati.

Nell'aria si avverte un clima di profonda depressione. La gente e' sfiduciata, impaurita, non sa piu' ridere.

Il Natale e' alle porte, ma la voglia di festeggiare e' poca. Il clima che si respira e' da funerale.

Le citta' si illuminano, ma la gente dentro vive un buio esistenziale.

Viviamo un'austerity prolungata, una vera e propria carestia, in un Paese senza futuro.

Il passato resta un malinconico ricordo. Il domani resta incerto. L'oggi non c'e'.

sabato 10 dicembre 2011

FISCAL UNION? NO THANKS

La Gran Bretagna non aderisce alle nuove decisioni prese dall'UE in merito al salvataggio dell'euro ed all' ipotesi di dar vita ad un' unione fiscale europea.
Perche' un paese che non ha l'euro come moneta, avrebbe dovuto impegnarsi a salvarlo?
Molti parlano di autoisolamento del governo inglese, di inevitabile indebolimento del paese oltre Manica.
Ne siamo sicuri? In un momento di tale congiuntura avversa, le scelte del governo Cameron, sono il frutto di un atteggiamento irrazionale o di una calcolata strategia?
A tutti e' noto il forte legame, la continuita' diplomatica, politica ed economica tra il Regno Unito e gli Stati Uniti e tra queste due potenze ed il Fondo Monetario Internazionale.
Inoltre, in un momento di forte crisi finanziaria, produttiva e di notevole diminuzione del volume di liquidita' circolante, sappiamo quanto sia importante il valore assunto dalle riserve auree e chi sono i gruppi di potere che ne controllano i flussi.
Nel mondo, la piu' grande quantita' di riserva aurea e' detenuta proprio dagli USA e dal FMI. La Gran Bretagna viceversa, non e' tra le prime potenze europee. Mettere in difficolta' il sistema euro e di conseguenza l'intera UE, non rappresenterebbe un rischio per il Regno Unito, tutta al piu' potrebbe trasformarsi in un'occasione di potenziale vantaggio.
L'intera Europa e' sotto attacco finanziario, ma si sa che la speculazione ha una matrice univoca anglo-statunitense. Perche' e' stato portato quest'attacco e perche' in particolar modo proprio all'Italia, che tra l'altro e' seconda in Europa solo alla Germania, come detentrice di riserva aurea?
Con tutti i suoi difetti, il precedente governo Berlusconi, aveva cercato, con tutte le carenze e i limiti diplomatici, una via energetica alternativa, instaurando una relazione diretta con la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi. Morto il colonnello e iniziando a scricchiolare il potere dello "zar" la situazione e' mutata di molto. La politica energetica nazionale e' controllata dall'ENI per il solo 30%. Un restante 20% e' gia' nelle mani anglo-americane. Le "consorelle" chiaramente, ambiscono a detenerne l'intero malloppo, ad ogni costo e con ogni mezzo.
L'euro e' sotto attacco. Ma come nacque la moneta unica? La sua genesi avvenne nel grembo del mondialismo e della globalizzazione. Da subito apparve come una moneta forte, di stati deboli.
Il suo effetto fu quello di frantumare politicamente ed economicamente i singoli stati europei. Uniti per dividerci. Il gigante asiatico muoveva i suoi primi passi. L'illusione dell'unione dei popoli e delle culture europei, come baluardo contro qualsiasi minaccia esterna, e' svanito in un decennio e ci ha portato ad una debacle politica, economica e sociale.
Ad un problema di solito, si risponde con una reazione. A questa segue una soluzione. E qual'e' la soluzione? L'unica medicina possibile, probabilmente, e' la moneta unica mondiale, (ne parlai gia' nel luglio 2008, ) magari elettronica. Un ulteriore passo in avanti, per l'instaurazione di un Nuovo Ordine Internazionale.
Chiaramente, a trazione anglo-americana...

BUONA AUSTERITY

Torno adesso da Arbustum, dove si e' svolto un bel party della Navy League.

Ho trovato il mio computer riparato in tempi record, grazie al puntuale e sapiente intervento del mio informatico, Pino.

Sono stanco per mettermi a scrivere, lo faro' appena possibile.

Con l'aria che tira, non mi resta che augurarvi: " Buona Austerity... a tutti! "

mercoledì 7 dicembre 2011

NAPOLI, VAMOS A GANAR!

Ho il mio computer rotto. Scrivo questo post dal piccolo portatile di mio figlio Giuseppe, 10 anni, il primo di due maschietti. Sento il desiderio di comunicarvi la grande attesa che noi tifosi del Napoli avvertiamo ormai da giorni.

Il Napoli, stasera, puo' compiere l'impresa di entrare nella storia, qualificandosi per gli ottavi di Champions League, un traguardo mai raggiunto dalla squadra, ancora piu' prestigioso, se si pensa che 6 anni or sono disputavamo il campionato di serie C.

In Spagna, contro il VillaReal, gli azzurri avranno un'intera citta' al seguito che fara' sentire a distanza il suo sostegno, la sua spinta irrefrenabile, il suo calore infinito.

Il Napoli puo' passare alla fase successiva anche con un pareggio, se il Munchester City di Mancini, battutto al San Paolo, non batte il Bayern di Monaco o addirittura con una sconfitta, se gli inglesi non andranno oltre il pari.

Ma per soffrire meno, sara' meglio vincere, senza calcoli, con la sfrontatezza di chi finalmente ha intuito la grandezza dei propri mezzi tecnici.

Tutta Napoli aspetta trepidante una magia da Lavezzi, Cavani o Hamsik, i tre tenori di un'orchesta che vuole ancora far sentire la sua musica in Europa.

In un periodo di difficile ristrettezza, ancor piu' avvertita all'ombra del Vesuvio, il Napoli puo' donare alla citta' ed ai suoi tifosi, una serata di inebriante evasione.

Forza Napoli, sempre!

sabato 3 dicembre 2011

MEGLIO UN COMMISSARIO CHE TANTI CATTIVI POLITICI

La manovra di Monti e' pronta. Per gli italiani si avvicinano nuovi sacrifici, gli ennesimi.
Ancora una volta, dopo i vari correttivi varati dal precedente governo Berlusconi, trattasi di interventi tesi a ridurre i costi ed aumentare le entrate. Di sviluppo neanche a parlarne.
La cosa che ritengo piu' patetica pero', in questo momento assai gravoso per il Paese, sono le dichiarazioni dei vari leaders dei maggiori partiti, i quali di volta in volta, non sentendosi piu' al centro dell'attenzione dei media, in uno stato di forzato purgatorio, invitano l'attuale Premier a mantenere il senso di equita' nelle decisioni prossime a venire. C'e' chi difende i pensionati, come Bersani, chi le imprese come Alfano, chi le famiglie come Casini. Cosa hanno fatto costoro, per queste categorie, negli ultimi anni?
Ancora piu' vomitevole e' la posizione della Lega, la quale dopo aver succhiato per anni il latte dalla mammella romana, passa all'opposizione, richiamandosi agli slogan separatisti della prima ora, con tanto di riapertura del parlamento padano, altra accezione surreale di origine politico-fantastica.
Ma questa gente, questo coacerbo di irresponsabili, con quale coraggio osa ancora parlare agli italiani? La loro missione e' fallita. Tutti indistintamente, hanno grosse responsabilita' per il punto di non ritorno in cui siamo sprofondati. Se Berlusconi e' il padrone di un partito azienda, il tele-venditore del sogno mai avverato, Bersani altro non e' che l'ennesimo leader di una sinistra frammentata, imborghesita, sempre piu' distante dai reali bisogni della povera gente. Poi c'e' il Terzo Polo, il nuovo centro, un' insieme di anime perse in cerca di identita', la cui unica aspirazione potra' essere quella di divenire il ricattatorio ago della bilancia nelle prossime spartizioni di potere.
L'Europa nei fatti, ci ha commissariato e, l'unico uomo politico che abbia mostrato senso delle Istituzioni e lucidita' decisionale nel momento di maggior esposizione del nostro Paese, e' stato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il cui ruolo di prezioso mediatore in questa fase delicata, e' stato riconosciuto a livello internazionale.
Molti sostengono che il governo Monti, un governo completamente tecnico, potrebbe portare alla lunga, ad un impoverimento della politica, ad un vulnus democratico. Siamo sicuri che agli italiani manchi la politica, soprattutto la politica di questi ulmini anni? Se i protagonisti e regole della politica non mutano, se clientelismo, nepotismo, corruzione, mazzette, tangenti, restano i principali fattori contraddistintivi nell'amministrazione della cosa pubblica, preferisco rimanere commissariato a vita.