venerdì 31 dicembre 2010

AUGURI PER UN RADIOSO 2011!

Ci siamo, anche quest'anno volge al termine. E' davvero volato.
Di solito in questi giorni, tutti noi facciamo buoni propositi, ci auguriamo positivi cambiamenti.
Alla stessa maniera, stiliamo un elenco di cose brutte, accadimenti negativi che vorremmo buttare giu' dalla finestra. Abitando a Napoli, capirete che questa cosa mi e' un po' difficile, in quanto la raccolta dei rifiuti, e' gia' complicata di suo...
Portero' con me pero', nell'anno che e' alle porte, quelle cose che mi hanno gratificato, dandomi gioia, entusiasmo, ottimismo e che mi stimolano a credere in cio' che faccio.

Stasera festeggero' con la mia famiglia, alcuni parenti e degli amici, nella mia casa a Napoli la fine dell'anno, godendomi dal balcone lo spettacolo dei fuochi (speriamo non si verifichino danni alle persone) che illumineranno il golfo.
Stamane mi sono affacciato in azienda, messo in ordine il giardino, preso del buon vino per la cena di questa sera(a me spetta prepare il primo- faro' dei paccheri al coccio con punte di asparagi).
Il silenzio della campagna era magnetico, il cielo coperto rendeva l'aria molto umida. Nella quiete e' piu' facile riflettere, farsi domande, formulare progetti. La mia azienda per me e' tutto. Non e' solo la sede della mia attivita imprenditoriale. A volte diventa il mio rifugio, la mia evasione, il luogo in cui ho trovato la mia dimensione.
Ho iniziato da un po' di giorni la potatura della vite. La campagna ha i suoi tempi, ritmici intervalli cadenzati che scandiscono il susseguirsi delle stagioni.

Domani faro' un piccolo break a Roma di qualche giorno. Saremo ospiti di nostri carissimi amici.
A tutti voi, auguro un radioso 2011! Un augurio particolare al Napoli che, con le sue gesta, sta riscattando un'intera citta.




mercoledì 29 dicembre 2010

MONNEZZA: LE ENNESIME PROMESSE DI FINE ANNO

Ennesimo impegno ufficiale per risolvere la crisi rifiuti a Napoli. Citta' pulita per fine anno. Ancora una volta, il premier Berlusconi ci mette la faccia, garantendo la risoluzione del problema in pochi giorni. Come nel 2008, il Presidente del Consiglio (convinto di un complotto ai suoi danni), seguira' personalmente l'evolversi della situazione.
La citta' anche nelle feste natalizie era sommersa dai rifiuti. Nelle vie dello shopping, i sacchetti erano in bella mostra, invadevano le strade, costringendo i pedoni ad improbabili slalom durante il tradizionale passeggio.
In tutti i telegiornali andati in onda a Natale, le penose immagini di Napoli passavano ripetutamente a tutte le ore, determinando inevitabilmente tra noi residenti, un forte senso di vergogna e di disarmante imbarazzo.
La citta' e' allo stremo. Questa forma di peste persistente a cavallo tra i due milleni, ha sfinito il territorio, mortificato i suoi abitanti, sfregiato in modo indelebile l'immagine di una delle metropoli piu' belle al mondo. Un'emergenza durata quasi 17 anni, ha castrato qualsiasi sogno di rinascita, dirottando inesorabilmente il capoluogo partenopeo, verso un impietoso e quanto mai scontato crepuscolo. Un'intera generazione e' vissuta nella monnezza, marchiata fin dalla nascita, da questa disdicevole e logorante onta indelebile.
I cittadini napoletani hanno smarrito anche l'orgoglio e, con esso, e' svanito anche quel senso di anarchica ribellione, di protesta virulenta contro il sopruso e l'ingiustizia. L'epoca dei Masaniello non esiste piu' all'ombra del Vesuvio. La gente e' stanca, sfiduciata, non ha piu' la voglia e le forze per reagire, accetta passivamente il suo triste destino. La prova evidente e' che i napoletanti pagano la tassa sui rifiuti piu' cara d'Italia. Al danno, segue inesorabile, la mortificante beffa. Da queste parti si dice: "cornuti e mazziati".
Bastera' l'ennesima promessa? Riuscira' l'incantesimo di fine anno? Chissa'. In Italia si sono promessi anche ponti sospesi sul mare...
Dopo un Natale in emergenza, un capodanno con il rischio incendi da petardi, speriamo che l'Epifania, tutta la monnezza porti via.





lunedì 27 dicembre 2010

BELPIETRO. DELIRANTE INFORMAZIONE DA CENSURA

Ma quale liberta' di stampa. I farneticanti scoop di Belpietro, non sono altro che calcolati deliri redazionali. Per vedersi assicurata una maggiore tiratura, l'allucinato Maurizio sarebbe pronto a tutto.
Il direttore di Libero, ipotizza un attentato a Fini, per la prossima primavera, ad Andria, in occasione di una visita istituzionale.
L'oraganizzazione sarebbe gestita da ambienti vicini a Berlusconi, per far cadere quindi le colpe sul Premier. L'esecutore risulterebbe un delinquente locale a cui sarebbero stati assicurati 200.000 euro. Il Presidente della Camera uscirebbe soltanto ferito. L'attentato avrebbe luogo a ridosso delle piu' che probabili elezioni di primavera.
La presidenza della Camera smentisce qualsiasi ipotesi di visita in Puglia. La Procura ha aperto immediatamente un' indagine.
In materia di attentati, Belpietro ha davvero una grande fantasia creativa. Ricordo per la precisione, che in merito al presunto attentato ai suoi danni, la magistratura sta ancora indagando per trovare validi riscontri.
Ritengo che per il direttore di Libero sia davvero pericoloso, in quanto non riesce neanche a rendersi conto della pericolosita' delle sue affermazioni. Belpietro rende reale la sua delirante realta' distorta, in cui complotti, attentati, tradimenti, diventano una sorta di fantastica battaglia navale.
Non e' un uomo qualunque in una conversazione da bar, ad affermare cio'. A dire tali eresie, e' il direttore di un'imprtante quotidiano nazionale. Per tale motivo, le sue dichiarazioni sono molto piu' pericolose.
In un paese esiste un'informazione di sinistra, una di destra. Questa e' soltanto un' informazione da censura.


venerdì 24 dicembre 2010

BUON NATALE A TUTTI!

Auguri sinceri di Buon Natale a chi mi segue da questo spazio.

Un augurio sentito, anche a chi spesso non e' con me in sintonia.

Un augurio dal profondo del cuore, alla mia citta', Napoli, affinche' possa tornare a risplendere.

Un augurio ai nostri governanti, perche' possano finalmente operare nell'interesse del Paese.

A tutti coloro i quali, quotidianamente sono accanto ai piu' sfortunati, un augurio ancora piu' grande.

Buon Natale a tutti!

giovedì 23 dicembre 2010

COSI' FAN TUTTE

La Ministro Prestigiacomo, alza la voce, sbatte la porta e se ne va, in lacrime. Così sembrava, almeno.
La bella parlamentare bionda, Ministro dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, questo il suo dicastero, ieri e' andata su tutte le furie, quando la sua stessa maggioranza, votando questa volta insieme all'opposizione, non ha fatto passare una sua proposta di legge, finalizzata a snellire gli oneri in materia ambientale, per le giovani imprese costituite da casseintegrati e neo-occupati.
La Ministro appena ieri, affermava che la sua esperienza nel PDL, era conclusa. Non si riconosceva piu' in quel partito. Soprattutto non si riconosceva piu', nell'egemonico potere verticista del suo capo gruppo, Cicchitto.
Così sembrava, almeno. Poi, nella tarda serata, l'ennesima mediazione, l'ultima ricucitura nella maggioranza, le cui toppe ormai, si fanno sempre piu' vistose. Il sarto di famiglia, Gianni Letta, fa le ore piccole, per portare a termine il certosino lavoro.
Quali saranno stati gli argomenti portati avanti per convincere la vulcanica Ministro, a ritrovare la strada smarrita e ritornare all'ovile?
Dopo le vibranti denunce del Ministro Carfagna contro i "banditi" presenti nel partito, caso che rientro' dopo pochi giorni, adesso lo stesso clamore fine a se stesso, e' stato prodotto dal Ministro Prestigiacomo.
Le belle signore di Governo, non saranno "vaiasse", ma hanno le loro stesse rumorose abitudini.

lunedì 20 dicembre 2010

IL MALESSERE SOCIALE, VA INTERCETTATO

I disordini e le violenze dei giorni scorsi a Roma, vanno condannati fermamente.
Al tempo stesso, il malcontento giovanile e non solo, andrebbe interpretrato, intercettato, per dare ad esso, una valutazione sociologica. La piazza e' stata da sempre, la piu' autentica cartina di tornasole, per comprendere l'evoluzione di un paese.
La Nazione vive un forte declinio. La crisi economica globale, nel nostro paese, fa sentire i suoi effetti in modo tangibile. Il numero dei precari aumenta inesorabile, così come quello dei cassintegrati. L'Italia, tra i paesi sviluppati, ha il livello di disoccupazione giovanile, tra i piu' alti. Vuol dire che a differenza di alcuni paesi come la Spagna, in cui il tasso di disoccupazione e' molto piu' elevato (in molti hanno perso il lavoro), da noi e' considerevole il numero di giovani che non ha ancora trovato la sua prima occupazione. Per le nuove generazioni, quindi, si sta profilando un paese senza futuro, un paese sempre piu' vecchio, in cui si vive alla giornata, senza il diritto di poter fare progetti.
Questo quadro socio-economico non certo incoraggiante, non sembra segnare un'inversione di tendenza, a differenza di come sta accadendo negli altri paesi sviluppati. In Italia si e' intervenuti in modo orizzontale, portando tagli fortemente diffusi, generalizzati. Soprattutto non e' partorito nessun progetto per il Paese, nessuna idea guida di crescita alternativa. Da troppi anni, in merito allo sviluppo, vengono confezionati soltanto spot autocelebrativi, mortificanti per chi vive una situazione di difficolta'.
Se poi, aggiungiamo il livello di spaventoso degrado in cui e' sporofondata la politica, in piena crisi emorragica, a causa delle continue ruberie, del diffuso clientelismo affaristico, del dilagante mal costume, del logorante e sterile scontro intestino, ne consegue un inevitabile mix di incandescente malcontento, molto pericoloso per il Paese. La tensione sociale, ha raggiunto livelli altissimi.
Il disagio di una generazione viene ancor piu' svilito dalla pochezza politica e soprattutto, dalla siderale distanza dei suoi rappresentanti. I giovani hanno preso coscienza che le loro grida di disperazione non saranno mai ascoltate, non solo perche' l'attuale classe politica e' sorda, ma anche perche' palesemente, non e' all'altezza per poter instaurare un' inversione di tendenza.
In questi casi, quando si diventa consapevoli della pochezza del proprio presente, congiuntamente all'assenza di un' idea di futuro, la frustrazione cresce a dismisura. Se questo malessere sociale diffuso, non viene intercettato, puo' trasformarsi in violenza.
La violenza spesso, ahime', non e' che l'estrema rappresentazione sociale dell'inquetudine soggettiva. Quando piu' individui, vivono questo sentimento di frustrazione, la violenza diventa fenomeno di massa.

domenica 19 dicembre 2010

SHOPPING NATALIZIO

Lo shopping natalizio quest'anno non sara' particolarmente stressante. I soldi sono davvero finiti. Le vendite sono in calo, ci sara' meno ressa nei negozi, per l' infinita "gioia" dei commercianti.
Anche il Governo ha fatto shopping. Il "bimbo biricchino" Berlusconi, in anticipo, ha ricevuto in dono tre parlamentari dall'opposizione, coloro i quali, hanno dato vita al gruppo dei responsabili. Cesario, Calearo ed il sosia di Antonio Albanese, Scilipoti, un uomo che comunque vada, si e' gia' assicurato un roseo futuro mediatico con il suo bel faccione che buca lo schermo e con una parlata da degno comico di Zelig.
Il Premier ha espresso altri desideri, chissa' se Babbo Natale lo accontentera', viste le sue molteplici marachelle. Da viziato qual e', ad ogni costo vorrebbe accapararsi l' ultimo regalo alla moda del momento: l'acquisto di un moderato, da portare nel partito dell'amore e del fare.
Il Parlamento ne e' pieno. Ci sono i moderati centristi di Casini, quelli d.o.c. per intenderci, di matrice democristiana, quelli che costano di piu'. Moderati ci sono anche nella "vetrina" del PD. Parlamentari scontenti di stare sempre su di uno scaffale, senza contare nulla, destinati a diventare saldi di fine stagione. Ci sono poi, i moderati da poco confluiti nelle fila del FLI. L'acquisto di questi "giocattoli" da poco passati in altre mani, sarebbe il desiderio piu' grande del Premier, il suo capriccio di fine anno.
Sarebbe disposto ad aspettare anche fino all'Epifania. Ma si sa, la befana ai "ragazzini monelli" porta solo carbone.

mercoledì 15 dicembre 2010

BERLUSCONI, LA TUA CONDANNA E' GOVERNARE

Berlusconi si gode la vittoria. Il suo volto appare nuovamente disteso, rilassato. Il suo pero', e' un successo effimero, piu' di forma che di sostanza, un successo artificiale, un plastico virtuale, come quelli che ci propone il suo maggiordomo Vespa, nel suo salotto di finto ed indottrinato approfondimento.
Il Premier ha gia' fatto l'occhiolino a Casini, con l''auspicio di accoglierlo nuovamente a braccia aperte nella maggioranza. A mio avviso, senza alcuna speranza.
Ha espressamente invitato tutti i deputati scontenti all'interno dei loro raggruppamenti, a sedersi al suo fianco. D'altronde, nel partito dell'amore e del fare, c'e' sempre spazio per tutti.
Penso invece, che proprio ora, incominci per Berlusconi un periodo molto difficile. Il suo calvario, e' appena iniziato. L'ingovernabilita' sara' ancora piu' accentuata. Sono molti i punti su cui l'esecutivo potra' cadere. Con l'inizio del nuovo anno, la maggioranza vacillera' nuovamente.
A quel punto il Premier, come un bambino capriccioso, invochera' a mo' di minaccia nuove elezioni. Chiamera' in adunata la Lega, rivolgera' l'ennesimo appello di soccorso al Vaticano. Denuncera' la solita minaccia comunista, la puntuale macchinazione giudiziaria.
Assecondarlo sarebbe l'errore piu' grave. Le elezioni, soprattutto se la riforma elettorale non verra' attuata, avvantaggerebbero solo lui. Così come l'ennesima campagna elettorale, fatta di annunci e spot tele-mediatici, in cui per l'ennesima volta riuscirebbe ad incantare un'intera nazione, ipnotizzandola con i suoi autoglorificanti deliri propagandistici.
Questa volta, Berlusconi deve rimanere "rinchiuso" nel suo posto di comando. Dovra' cuocere a fuoco lento nel pentolone della maggioranza. Il tempo e' galantuomo. Solo con il passare dei mesi si potra' palesare il suo insuccesso, l'inconsistenza delle sue promesse. Piu' tempo passera' e piu' sara' chiaro il suo bluff.
Berlusconi ha il diritto di governare. Calearo-PD, Cesario-API e Scilipoti-IDV, glielo hanno leggittimato. Ha altresì, l'onere ed il dovere sacrosanto di governare, senza se, senza ma. Senza piagnistei.
Berlusconi, e' giunta l'ora della tua condanna. E' giunto il momento di governare.

martedì 14 dicembre 2010

UN'INDIGESTA MINESTRA RISCALDATA

Berlusconi esce "vittorioso" alla Camera, grazie al voto di tre esponenti dell'opposizione (Calearo-PD, Cesario-API, Scilipoti-IDV) passati alle dipendenze del Premier, qualche astenuto e due donne di FLI che all'ultimo momento, se la sono fatta sotto dalla paura.
Cosa cambia? Un bel niente. La maggioranza resta appesa ad un filo.
Il Premier, ha ora il diritto ma, soprattutto il dovere sacrosanto di governare, mettendo da parte si spera, i suoi interessi personali per servire la Nazione.
Ritengo tuttavia, che nei prossimi mesi, l'attivita' dell'esecutivo restera' pressocche' bloccata. L'incertezza regnera' sovrana, il Parlamento sara' ancora spaccato, l'Unione Europea battera' cassa, il clima sociale diventera' sempre piu' rovente.
Berlusconi cerchera' di trovare altre alleanze, con esiti assai improbabili, per continuare a galleggiare. Ce la fara? Ne dubito.
Si invocheranno elezioni. Berlusconi ha gia' in mente l'idea al quanto irresponsabile, di una crisi pilotata, della serie decido tutto io. Le urne le vorra' la Lega, consapevole della sua forza crescente. Le chiedera' lo stesso Premier, non da sconfitto ma dall'alto della sua rocambolesca e rumorosa vittoria, raggiunta sul filo di lana. Un successo tanto simbolico, quanto inutile.
Ci sara' il tempo per cambiare le regole del gioco? Soprattutto si trovera' la volonta' per farlo?
Nel caso contrario, ci troveremo dinanzi allo stesso scenario, alle medesime divisioni, alla consueta battaglia sui personalismi.
Per tali ragioni, la vittoria di oggi alla Camera, e' soltanto un' indigesta minestra riscaldata.



lunedì 13 dicembre 2010

BERLUSCONI. AL SENATO IL CANTO DEL CIGNO

Berlusconi oggi e' andato al Senato con lo scopo di convincere gli ultimi indecisi, specie tra i moderati, ad assicurargli ulteriormente la fiducia. Si ipotizzano probabili reimpasti, nuovi inacarichi ministeriali a chi lo "salverà".
La sua incorreggibile testardaggine lo rende cieco, non gli permette di vedere che il suo ciclo e' ormai finito (io lo affermavo piu' di un anno or sono), la sua epopea politica, e' giunta al capolinea. Il suo discorso piu' che il grido del condottiero in battaglia, puo' essere considerato tristemente, come il suo canto del cigno.
Anche se domani, alla Camera, riucira' ad ottenre quel pugno di voti che gli permettera' di avere una maggioranza soltanto aritmetica, deve prendere atto che la sua esperienza di governo e' conclusa.
Si apre una nuova fase politica nella vita del Paese, un nuovo ciclo in cui ci si dovra' convincere di fare a meno della presenza di Berlusconi.
Sia in caso di un governo tecnico, affidato ad una figura diversa da quella dell'attuale Premier, sia in caso di nuove elezioni, un' ulteriore indicazione di Berlusconi a capo dell'esecutivo ( da parte del PDL) sembra davvero improbabile.
La vita democratica del nostro paese, andata avanti grazie anche a Berlusconi (si deve essere onesti nell'affermarlo), sta per essere caratterizzata da un'importante mutamento. L'alba di un nuovo giorno pare essere davvero vicina. Nel buio indicato dal Premier in caso di crisi, c'e' tutta l' angoscia del condottiero battuto. In quel buio, si intravede, fulgida, una nuova luce, il bagliore crescente del cambiamento.
Il berlusconismo si e' concluso. Con esso finisce un periodo di forte contrapposizione nel paese, una fase di scontro non piu' fatto sulle idee e su i programmi ma caratterizzato da una aspra dialettica sui personalismi.
Di solito le crisi di Governo, rendono piu' debole un paese. Nel caso specifico viceversa, la Nazione ritrovera' quel senso di appartenenza da tempo smarrito, quello spirito di coesione e di unita', cancellato dall'imperversante individualismo, dall'autoglorificante populismo tele-mediatico che, nell'esaltazione del capo, ha celato i suoi fallimenti e gli imbarazzanti ritardi accumulati dal Paese.

domenica 12 dicembre 2010

ROSANNA MARZIALE: LA CUCINA CAMPANA DIVENTA ARTE

C'e' una donna che da tempo e con ottimi risultati, cerca di valorizzare i sapori e le tradizioni culinarie della Campania, in particolar modo, quelli della provincia di Caserta.
Lei e' Rosanna Marziale, chef sommelier del ristorante Le Colonne.
Rosanna e' vera un'artista dei fornelli, con una elevata capacita' realizzativa, espressione della sua poliedrica fantasia, sue doti intrinseche che, associate alla sua instancabile dedizione al lavoro, alla sua infinita ricerca di sperimentazione, studio e confronto, la rendono principale punto di riferimento eno-gastronomico di Terra di Lavoro.
La Marziale unisce passione e competenza, professionalita' ed estro, inseguendo un principale obiettivo, diventato quasi una missione: promulgare il gusto e la tradizione dei sapori autoctoni, al di fuori dei confini regionali e nazionali, coferendo una valenza internazionale al cibo made in Caserta. Per chi opera nel settore, a queste latitudini, tale impresa e' piu' ardua.
Elementi essenziali delle sue ricette, sono i prodotti bufalini: la mozzarella d.o.p. e la carne di bufalo. Particolare attenzione poi, e' rivolta a prodotti di nicchia, quali il maialino nero dell'alto casertano e la mela annurca. La cura, l'elaborazione, l'unicita' che la chef conferisce a queste pietanze, rendono le sue creazioni, vere opere d'arte.
Ho avuto il piacere e l'onore di conoscere Rosanna nel suo elegante ristorante anni addietro. Mi colpì la sua eleganza, la sua sobrieta', il suo sguardo vivace, intenso, caratteristiche intrinseche che ritrovai assaporando la sua cucina, un equilibrato mix di tradizione degli ingredienti e di innovazione del loro combinarsi.
La Marziale e' inserita tra i 36 finalisti di un'importante gara nazionale, in cui verra' scelto il personaggio dell'anno dell'enogastronomia e della ristorazione. Dovra' vedersela con chef rinomatissimi, del calibro di Gualtiero Marchesi, Gianfranco Vissani, Filippo La Mantia.
Le donne sono soltanto 4. Lei e' l'unica del sud. Una ragione in piu' per supportare la sua candidatura.

sabato 11 dicembre 2010

NAPOLI: LA CITTA' SPROFONDA, LA SQUADRA VOLA

Il Napoli espugna anche il Marassi, bettendo il Genoa per 1-0, con goal di Hamsik(da non perdere il commento di Auriemma). Nonostante l'assenza di Lavezzi, l'undici azzurro (in maglia bianca per l'occasione) regala ai tifosi ed alla citta', l'ennesima vittoria lontano dal San Paolo ( la quinta nel girone d'andata). La squadra di Mazzarri, si conferma una realta' del campionato, raggiungendo momentaneamente, il secondo posto in classifica, in attesa degli incontri di domani.
La partita ha evidenziato lo stato di salute atletica della squadra che, nel finale di gara, ha difeso a denti stretti il prezioso risultato raggiunto al 25° del primo tempo. Inoltre, il gruppo ha ancora ulteriori margini di miglioramento e se a gennaio, verranno fatti dei rinforzi mirati, davvero si potra' sognare in grande. Resta alla portata della squadra, anche il passaggio agli ottavi di Europa League, nell'ultima partita da disputare in casa, contro lo Steaua di Bucarest (deprecabili gli spot anti Napoli passati su dei blog rumeni).
I tifosi si godono questo magico momento, dimenticando per un po', la crisi che attanaglia la citta', ancora una volta sommersa dai rifiuti e guidicata ultima tra le province italiane, per la qualita' della vita.
Il Napoli, riscatta Napoli. La citta' sprofonda, la squadra vola.



URGE UNO STATO DI POLIZIA

Si ipotizzava gia' da qualche giorno, cio' che pare, sia accaduto per davvero.
In Parlamento sta andando in scena, la compravendita dei voti. Mai la democrazia in questo Paese, e' scesa così in basso. Su tale questione, si e' aperta anche un'indagine della magistratura.
Non voglio soffermarmi sui nomi dei parlamentari coinvolti, ne' su quello degli esecutori e dei mandanti.
Si parla tanto di liberta' nel nostro paese. Ma c'e' davvero l'esistenza concreta di questo concetto così vago, effimero, etereo? Quali sono le reali certezze per noi cittadini votanti? Quali i nostri diritti? A cosa serve ancora una politica così sporca?
Penso che dopo l'ottimo risultato della militarizzazione delle strade per stanare i pericolosi mafiosi dai loro fortini, facendo loro terra bruciata e infliggendo pesantissime restrizioni ai loro patrimoni, sia venuto il momento di inserire i soldati anche nella pubblica amministrazione, sempre piu' intrisa di malcostume, corruzione, concussione, nepotismo clientelare.
Il malaffare in politica ha raggiunto livelli indescrivibili. Non a caso molti di questi rappresentanti, di ogni livello, dal consigliere comunale fino al parlamentare, hanno grossi problemi con la giustizia.
Tangentopoli non e' servita a niente. A quel tempo si disse che la politica era morta. Quella successivamente partorita, non ha portato a nulla di nuovo. Nel nostro Paese, continua ad esistere in politica, una naturale propensione a delinquere, da parte dei rappresentanti eletti dal popolo. Oggi, ahime', fa piu' rumore un "tradimento" politico che una compravendita di un parlamentare. Il Paese al momento, non e' di fatto governato. La tensione sociale si e' fatta incandescente.
A mali estremi, estremi rimedi. Ritengo che sia giunto il momento di militarizzare anche le istituzioni, per garantire a noi cittadini, la corretta amministrazione ed il normale funzionamento di cio' che e' di tutti noi: la cosa pubblica. Per tale scopo, la politica ha fallito la sua missione.
Di solito si chiede l'ausilio dei militari, per fronteggiare un'emergenza. Nel caso specifico, esite una palese e conclamta emergenza, nel normale svongilmento della vita democratica ed istituzionale della Nazione.
Ho sempre sostenuto che c'e' piu' liberta' in uno stato di polizia che in una democrazia epurata dei suoi principali valori.

mercoledì 8 dicembre 2010

CHIUDIAMO GLI OCCHI, TRATTENIAMO IL RESPIRO

Il Paese e' fermo, bloccato, attende impaurito l'esito del 14 dicembre. L'incertezza regna sovrana e con essa il timore che tale empasse decisionale, possa provocare enormi danni ad un'economia gia' traballante di suo.
Questa situazione di stallo, e' paragonabile ad un'infinita partita a scacchi, dove i contendenti logorati nelle forze, sfibrati nello spirito, tentano di sferarre la mossa decisiva. Intanto tutto e' fermo, ogni cosa della normale vita pubblica, pare congelata, ogni decisione in merito a questioni di primaria importanza, rinviata. E' come se i duellanti, in piena trans agonistica, si fossero isolati dal contesto che li circonda, accecati dal livore verso il proprio avversario.
Ci troviamo dinanzi ad un processo autoipnotico, ad una stasi determinista, dove questo surreale scontro fratricida nella maggioranza, isola le menti degli antagonisti, trasferendole in modo fantastico al di fuori della cruda drammaticita' del quotidiano, in un contesto virtuale, dove i singoli soggetti politici, trascinano i potenziali elettori nella battaglia, come granelli di polvere in un gorgo concentrico.
Il Governo cade? Forse tiene? E se cade, si votera'? Se si votera', si cambieranno le regole del gioco? Le grandi manovre sono iniziate. L'Italia e' il paese delle campagne elettorali, delle elezioni continue, dove tutti i partiti si dichiarono vincitori e dove, ad essere sconfitti, siamo noi passivi elettori, semplici ingranaggi necessari per ottenere il consenso.
Questo gioco al massacro, ha raggiunto il suo apice. Rischiamo di imboccare un vicolo cieco, una strada di non ritorno, un binario morto. Una maggioranza non piu' tale, un'opposizione in crisi di identita' ed in continua ed inesauribile caduta, le istituzioni sempre piu' deboli, porteranno il Paese nel caos piu' completo, nell'anarchia dilagante, determinando una crescente disaffezione per la politica, esponendoci a concreti rischi di tracollo economico e diffuso scontro sociale.
Il conto alla rovescia e' iniziato. Chiudiamo gli occhi e tratteniamo il respiro. Speriamo che l'imminente deflagrazione, non arrechi troppi danni.




lunedì 6 dicembre 2010

NAPOLI, DESOLATAMENTE ULTIMA

Era inevitabile, scontato, prevedibile. Napoli, e' ultima nelle classifiche della qualita' della vita.
Una citta' stremata nelle forze, ferita nell'orgoglio, mortificata nella sua immagine.
Che tristezza da napoletano accettare questo verdetto, per una citta' ammirata da sempre in tutto il mondo, con un patrimonio artistico e paesaggistico davvero unico e che oggi vive passivamente, un conclamato crepuscolo.
Oltre 16 anni di emergenza rifiuti hanno fatto danni spaventosi. Le immagini strazianti della monnezza ammassata per le strade, hanno fatto il giro del pianeta, facendo cadere a picco il decoro della citta'. Le conseguenze, sono state pesantissime, specie in questo periodo di crisi.
Ma la monnezza, non e' l'unico problema. Ho sempre sostenuto che il dramma rifiuti, e' un bubbone che copre altre magagne.
La citta' deve rifondare la sua classe dirigente, deve darsi velocemente delle strategie di crescita che la portino a svolgere nuovamente, quel ruolo che le compete.
Troppi problemi restano irrisolti. Le periferie degradate, una rete viaria colabrodo, la mancanza di un'impiantistica sportiva degna di questo nome, la non avvenuta riconversione dell'area di Bagnoli ad ovest della citta' e quella di Ponticelli ad est, il problema traffico mai risolto, nonostante i chilometri di metroplitana realizzati che rendono la qualita' dell'aria insopportabile, la scarsita' di parcheggi, la dilagante delinquenza, ferita sempre aperta per questa citta'.
Napoli meriterebbe di diventare nuovamente capitale del mediterraneo, epicentro di aggregazione delle diverse culture tra Europa ed Africa, volano imprenscindibile per il definitivo rilancio dell'intero meridione.
Oggi, ahime', la citta' primeggia soltanto per le sue negativita'.


sabato 4 dicembre 2010

BELPIETRO DIMENTICA CHI HA TRADITO PER PRIMO

Maurizio Belpietro, dalle pagine di Libero, rompe gli indugi, lancia la sfida e scatena la bufera.
Chi votera' la sfiducia il 14 dicembre, sara' per sempre contrassegnato dal marchio di traditore.
Il quotidiano filo-berlusconiano, mette in prima pagina le foto di alcuni parlamentari, con tanto di indirizzo e-mail della Camera a margine, volti racchiusi in un quadratino, alla maniera dei ricercati, quasi fossero dei bersagli su cui fare fuoco.
Inizia con questi toni, l'ultima battaglia per il cavaliere, il Premier ad un passo dal defenestramento, a quasi 17 anni dalla sua famosa e memorabile discesa in campo.
Oggi, in questo paese, non esistono piu' ne' la liberta' di pensiero, ne' tanto meno quella di espressione politica, regole fondamentali in democrazia.
Essere stati votati per un partito, non vuol dire essere imprigionati da un'ideologia, ne' diventare impiegati di un'azienda senza possibilita' di rescissione contrattuale, ne' tanto meno, rispondere soltanto signor si, ad un padrone abituato ad avere sempre e comunque ragione, a prescindere.
A queste donne ed uomini delle istituzioni che oggi, in modo coraggioso, hanno sentito il bisogno, la necessita' ed il diritto di dire basta a questa forma di narcotizzazione tele-mediatica e di conseguenziale impoverimento cognitivo a cui era sottoposta la Nazione, in cui tutto veniva deciso dall'alto, dalla volonta' univoca ed imprinscindibile del capo e della sua cricca d'affari, va tutto il sostegno di quei milioni di elettori che non si riconoscevano piu' in un partito ormai impantanato dalle vicende giudiziarie del suo leader, sommerso dagli scandali legati alla sua persona, macchiato in modo indelebile dalla condotta spesso criminale, di molti dei suoi uomini.
Che Berlusconi, oltre i guai penali pregressi al suo governo, ai festini a luci rosse con minorenni, alla sua totale abnegazione verso pericolosi dittatori, ad una politica basata sull'esclusiva irradiazione di "annunci commerciali", si sia scelto come principali e fidati collaboratori, gente del calibro di Cosentino, Verdini, Brancher, Scajola, solo per citare quelli di ultima nomina, certamente non era un qualcosa che faceva fede alla volonta' espressa dagli elettori.
Come lo chiamereste tutto cio? A mio parere, anche questo e' un vile tradimento, un inganno, una pugnalata alle spalle, una vera e propria truffa legalmente autorizzata.
Se oggi, Belpietro, definisce traditori, ribaltonisti, voltagabbana, questi politici che a suo dire, hanno cambiato casacca (ascoltando la loro coscienza) mandando in frantumi una maggioranza, soltanto virtuale, ben vengano tantissimi altri esempi di tradimento politico-istituzionale, forieri di una profonda epurazione e di una radicale bonifica di chi amministra la cosa pubblica.
A quello dei politici, seguira' copioso, se ce ne sara' l'occasione, lo stesso atteggiamento da parte degli elettori.
Mai tradimento fu piu' necessario, salutare, eroico, epocale.




giovedì 2 dicembre 2010

HILLARY CLINTON: LA MIGLIORE AMICA DEGLI ITALIANI

Berlusconi e' il miglior amico degli Stati Uniti. Cosa avrebbe potuto dichiarare di diverso, il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton al vertice Osce, in Kazakistan?
Le rivelazioni di Wikileaks hanno provocato un grosso imbarazzo per la diplomazia statunitense.
Quale occasione migliore, di quella avutasi poche ore dopo la bomba mediatica provocata da Assange, su cui verte un mandato di cattura internazionale, per ricucire un vero e proprio strappo diplomatico?
La diplomazia americana si trova a fronteggiare un vero terremoto, nelle relazioni con i suoi principali alleati internazionali. Il problema e' che non ci troviamo dinanzi alla diffusione di notizie inventate o fasulle, ipotesi complottistiche da verificare con il beneficio di inventario.
La fuga di notizie, riguarda effettive dichiarazioni al vetriolo, commenti critici poco amichevoli, rivolti da alti funzionari statunitensi ( non solo di 3° e 4° livello) nei confronti di partner internazionali, spesso fidati alleati. Dietro questi scandali che riguardano anche il premier italiano, ci sarebbero in effetti, giudizi critici sulla condotta di politica estera del nostro governo, ben piu' preoccuppanti.
Quale potrebbe essere il parere americano, in merito alle scelte di politica estera fatte da Berlusconi in quest'ultimo periodo? Come sono viste le strette relazioni diplomatiche instaurate con Putin e Gheddafi, storico dittatore dichiaratamente antiamericano? Gli Stati Uniti, certamente non guardano cio' con sollievo.
Penso che la Clinton abbia adoperato tutta la sua lungimiranza diplomatica e il suo equilibrio di donna delle istituzioni, cercando formalmente di ricucire un rapporto tra stati, ormai compromesso, ne' dai festini a cui partecipa il nostro premier, ne' tanto meno dal gossip di basso livello successivamente generato.
L'America tiene a mantenere buoni rapporti con l'Italia, storico alleato.
I leader politici passano. Le alleanze restano. Il nostro premier a breve, con ogni probabilita' uscira' di scena. La sua vita politica, volge al termine. L'amicizia tra i due paesi, deve rimanere salda a prescindere, ancor di piu' in questo delicato momento.
Le dichiarazioni della Clinton, vanno lette in tal senso.


mercoledì 1 dicembre 2010

UN'AGONIA DI 13 GIORNI

Il Governo ufficialmente ha chiuso i battenti, in attesa del voto di fiducia, previsto per il prossimo 14 dicembre.
L'obiettivo e' fin troppo chiaro. Evitare ulteriori e pericolosi scivoloni su altre votazioni poste alle Camere, cercando di ricompattare le fila. Sino all'ultimo istante utile, Berlusconi cerchera' di dimostrare al Paese che la sua, e' l'unica maggioranza possibile, pena il ritorno alle urne.
Il suo oggi pero', sembra piu' un grido di disperazione che una concreta ipotesi fattibile.
Inizia così un periodo di straziante agonia politica, una fase in cui, con ogni probabilita', il livello della protesta sociale e le forti turbolenze dovute ad una crescente crisi economico-finanziaria, faranno avvertire in modo ancor piu' incessante, i loro effetti sul nostro Paese.
In questo contesto così traballante, tutti gli avversari del Premier, sia quelli che ufficialmente stanno all'opposizione che una parte dei suoi alleati di ieri, divenuti suoi acerrimi avversari dell'ultim'ora, sentiranno forte la responsabilita' di assumersi l'onere di staccare la spina al governo.
Lo stato di coma e' ormai irreversibile. Il moribondo non da segni di ripresa. Al tempo stesso l'incertezza e' dominante. Il paziente non ha firmato ancora nessun testamento. Gli eredi potenziali, temono di doversi accollare un bene su cui gravano pesantissime pendenze ipotecarie.
Saranno 13 giorni di agonia istituzionale, una sofferenza avvertita sia dal malato che da chi, sara' al suo capezzale. Non si invocheranno miracoli. Al tempo stesso in tanti, sperano di mantenerlo ancora in vita (niente elezioni), magari affidando ad un tutore legatario (Tremonti), l'amministrazione del bene in questione.
In sintesi, piu' che invocare una dolce fine ( scioglimento delle Camere), con ogni probabilita', assisteremo ad un vero e proprio accanimento terapeutico ( governo tecnico).