L’ONU dichiara guerra al Made in Italy. L’Organizzazione mondiale della sanità dell’ONU ha confermato la volontà di dichiarare nociva per la salute la dieta mediterranea: olio d’oliva, parmigiano, prosciutto, vino rosso, e imporre dazi su questi prodotti per limitarne il consumo. Un attacco pretestuoso contro il nostro agroalimentare che registra esportazioni record e dà fastidio a molti Stati. Il Governo sbatta i pugni sui tavoli internazionali e difenda i nostri prodotti e la nostra economia.
A dichiarazioni a volte propagandistiche, non bisogna rispondere facendo propaganda.
E' arrivato il momento di dire da che parte si sta, senza
se, senza ma.
La destra negli ultimi 25 anni, per opera di Berlusconi ha
mutato la sua faccia, la sua inclinazione. Per un lungo periodo si e'
professata moderata. Ma che vuol dire essere moderati? Essere buoni con
tutti? Tenersi tutti buoni per convenienza e interesse elettorale?
Questo per oltre 40 anni lo ha fatto la DCI. A destra bisogna
scegliere cosa fare, con chi stare.
L'Europa spesso viene utilizzata
come spauracchio propangandistico nelle campagne elettorali interne,
salvo poi tenersela buona quando su gli scranni a Bruxelles bisogna
mettere le italiche chiappe. Si dice: andiamo in Europa a testa alta a
dire la nostra, a difendere l'italianita.
MA - DE - CHE? O ci stai e ti
stai, o te ne vai, anche perche' in quel carrozzone mastodontico,
espressione di diverse culture, diversi paesi, diverse religioni, tenute
insieme da una moneta forte ma espressione di singole economie deboli,
la nostra italietta negli ultimi lustri ha sempre piu rappresentato il
ruolo di cenerentola. Quindi, a mio modesto parere, che resta
soggettivo, l'unica strada e' uscirne, per rilanciare la nostra economia
fatta di eccellenze, prodotti di nicchia. Come da turisti gli europei
verrebbero a visitare il nostro paese, cosi le nostrte merci potrebbero
invadere i loro mercati senza vincoli e legacci messi da un organismo
teocratico che ha molti dei suoi leader nominati ma non eletti.
Piu che
difendere il Made in Italy, c'e' prima da difendere l'Italia