giovedì 29 gennaio 2009

MANI PULITE E LINGUA SPORCA

E ora tocca a Tonino.
Ci fu il periodo dei girotondi. La sinistra radical chic, si teneva per mano, in scenografiche piazze capitoline, sotto la regia di Nanni Moretti, per bacchettare le iniziative del Caimano, Berlusconi.
Il popolo liberal, a cui si univono personaggi di elevato spessore, quali il Premio Nobel Dario Fo con la sua inseparabile compagna, Franca Rame, occupavano le scene in modo pittoresco, per cercare di scuotere l'opinione pubblica con la sagacia del loro intellettualismo salottiero.
Il mondo della cultura(considerato ancor oggi una sfera cognitiva di una sola parte politica) scendeva tra la gente, nella spasmodica ricerca di diffusione di un messaggio alternativo, basato per chi lo propagava, sull'elevazione (politica) cognitiva delle masse che lo ricevevano, masse che prendendo coscienza del loro ritardo, avrebbero dovuto seguire i "maestri di piazza" nei loro percorsi educativi.
Poi c'e' stato il filone Grillo. Il comico urlatore, ben presto e' diventato politico, di se stesso.
Un masaniello anarchico che a colpi di Vaffa-Day ha propagato il suo messaggio a mezzo rete. Una rete che ben presto e' diventata uno strumento non solo di denuncia ma anche di arricchimento personale, visto che quando furono rese pubbliche le dichiarazione dei redditi dall'allora Ministro Visco, il Beppe reazionario ne evadeva per ben 4.000.000 milioni di euro.
La gente ha capito, ha preso distanza da lui. Le sue apparizioni sono meno frequenti ma soprattutto non richiamano la folla di qualche tempo fa. Anzi, come accadde nelle manifestazioni anti-Gelmini, fu la stessa piazza a prendere le distanze da lui, allontanandolo.
Ora tocca ad Antonio di Pietro. L'ex ministro delle Infrastrutture ha dato il meglio del suo repertorio, fatto di attacchi al vetriolo, prendendo di mira addirittura il Quirinale.
Di Pietro, per il fatto di essere stato tra i massimi Magistrati dell'inchiesta Mani Pulite, lui che in galera ci ha spedito tante persone, si sente protetto da una coltre di intoccabilita' tale, da poter dare addirittura del mafioso a Napolitano.
Penso che si sia davvero toccato il fondo. Si condanna il Brasile per la mancata estradizione di un brigatista ma non si prendono provvedimenti verso un politico che rasenta l'eversione, almeno dialettale.
L'Italia e' il paese della demagogia. Tale forma di falso e illusorio comportamento, non solo e' usato dai governanti al potere ma anche dai loro oppositori. Si usano le masse, plasmandole, per pereseguire interessi individualistici.

martedì 27 gennaio 2009

A FIRENZE CON L'ORGOGLIO

Oggi vorrei parlare del Napoli.
Tempo fa, scrissi come le gesta della squadra riscattassero il triste crepuscolo avvertito dalla citta'.
Il Napoli resta una realta' emergente del campionato italiano, anche se, nelle ultime giornate ha registrato un'involuzione tecnica e di risultati, coincisa con tre sconfitte negli ultimi quattro incontri. Il Napoli resta quinto in classifica, posizione di tutto rispetto. Vorrei soffermarmi tuttavia, su alcune questioni tecnico-tattiche. Nel mio piccolo, a calcio, ho giocato per oltre vent'anni.
La societa' ha puntato su questo gruppo di uomini, di sicuro valore ma forse, privi di una certa personalita' per affrontare costantemente la pressione a cui sono sottoposti ed un ambiente non proprio facile come quello di Napoli.
Il tecnico ha puntato su un unico modulo da ben 5 anni, modulo che ben presto e' diventato un credo calcistico qui a Napoli, il 3-5-2, sostenuto dalla stampa e da quasi tutti gli addetti ai lavori.
Si e' ribadito che con questo modulo si sono conseguiti risultati importanti in 5 anni, dopo la ripartenza dalla serie C.
Ci si dimentica che con questo modulo si rimase in C per 2 stagioni, addossando le colpe esclusivamente alla primissima fase, in cui con Ventura si accumulo' un certo ritardo, dimenticando che nella fase finale con Reja, dovemmo soccombere alle giocate dell'Avellino nella doppia partita di play-off.
Ci si dimentica che con questo schema riuscimmo si ad entrare poi in B e poi subito in A l'anno successivo, ma di certo non senza polemiche sulla qualita' del gioco, quasi sempre asfittico e spesso risolto dalle spizzate del pampa Sosa.
L'importante era vincere e conquistare la massima serie. Anche in A il gioco non fu dei migliori la passata stagione, pur battendo tutte le grandi. Centrammo comunque l'ottava posizione e la qualificazione all'Intertoto per la rinuncia del Genoa. Tramite questo "canale" siamo riusciti a disputare un turno nella competizione Uefa, dove pero', dinanzi ad una squadra di prestigio, il Benfica, si palesarono tutti i limiti caratteriali, tattici e di esperienza di questa squadra.
Il 3-5-2 ha dei grossi limiti. In primo luogo deve sfruttare al massimo le capacita' muscolari e polmonari dei due esterni, nel caso Maggio e Mannini che sono costretti a coprire 80 m. di campo, cosa che non accadrebbe con un piu' canonico 4-4-2; esterni gia' stremati a questo punto della stagione non avendo per giunta validi sostituti.
A centrocampo la presenza di due forti incontristi Gargano(confuso da molti come un centrale metodista) e Blasi, ed un incursore Hamsik, giocatore di sicuro talento ma che fa della corsa e degli inserimenti la sua arma migliore, priva la squadra di un vero giocatore che possa dettare i tempi e le geometrie.
In attacco, anche contro le cosiddette piccole, il Napoli non gioca mai con i tre attaccanti, vittima appunto del suo modulo e della scarsa adattabbilita' del suo tecnico a plasmarsi a seconda degli avversari da affrontare( finanche il presuntuoso Mourigno ha spesso rivisto il suo credo tattico).
Lavezzi il vero uomo in piu' degli azzurri, spesso e' lontano dall'area, sfiancandosi in avventurosi dribbling, raffinatezze tecniche non efficaci per la squadra.
Come punte centrali si e' determinato uno sterile dualismo tra Zalayeta(da me preferito) e Denis, arieti di centro area con caratteristiche diverse, alternanza che invece di arrecare stimolo e competizione, si e' ben presto trasformata in motivo di dualismo e di polemica.
In difesa non basta l'esperienza di Paolo Cannavaro. La squadra ha puntato molto su Santacroce, talentuoso marcatore dal carattere un po' pepato, ultimamente anche lui fuori forma. Insieme a Contini, il reparto si tiene molto alto, applicando un fuorigioco sistematico che non si addice a giocatori dalle leve lunghe e privi di recupero nel breve.
In panchina le seconde linee non sono all'altezza dei titolari. La Proprieta' dovrebbe intervenire in questi ultimi giorni di mercato, anche per premiare l'attaccamento e il sostegno caloroso del suo pubblico. Inoltre il tecnico punta solo su 12, 13 giocatori. Cio' ha creato un ulteriore spaccatura nello spogliatoio, evidenziatasi appena i risultati sono venuti meno.
La squadra ha sicuramente dei limiti, mascherati da una preparazione anticipata in vista degli impegni di agosto in Intertoto, impegni ufficiali che hanno permesso agli azzurri di essere spumeggianti gia' all'inizio del campionato. Adesso che il gruppo ha bisogno di rifiatare, si palesano i limiti di organico ed anche quelli di un tecnico poco propenso ad adattare la squadra a seconda le caratteristiche dell'avversario.
Domani si giochera' a Firenze con diversi squalificati. La squadra viola e' stata attrezzata per stare nei quartieri alti della classifica, a sua volta e' in cerca di risultato e, come il Napoli, danneggiata nelle ultime gare da arbitraggi non esemplari. Temo l'attacco viola; di piu' il maggior peso dei Della Valle nel Palazzo...
Spero di essere smentito da una prova di orgoglio dei partenopei.
Forza Napoli! Sempre.

p.s. (Mercoledì ore 22.30) purtroppo non c'e' stato nemmeno quello...

domenica 25 gennaio 2009

DINANZI L'OSTACOLO, NON ESITO

Desideri interiorizzati mi permeano, avvolgendo il mio inconscio in una patina nebulosa.
Forze nascoste, inesauribili, mi scuotono come flutti schiumosi su barriere scogliose.
Forze a cui io tendo, con incessante e frenetico turbinio.
Forze che accecano la mia mente, creandomi tentennamento. Esitazioni che non fermano il mio incedere, il mio ascensionale fulgore, la mia brama di conquista.
Mi barcameno, impegnandomi strenuamente in un qualcosa di disumanamente logorante.
Tendo a creare, realizzare, dare corpo ed immagine a cio' che cerco dentro me stesso.
Il mio sforzo si tramuta in nuova linfa, in una sorta di dinamo interiore, di trance agonistica, di pari passo agli ostacoli che incrocio durante il cammino.
Pantani melmosi, immobilizzano il mio avventuroso e rischioso tragitto.
Sabbie mobili traditrici mi risucchiano nelle tenebre, arrecando al mio lucido pensiero, momentanee stasi deterministiche.
Stagni dorati, mi riflettono concentriche immagini di false ed illusorie visioni, magnetiche ombre artefatte.
Procedo comunque, procedo inesorabilmente, col mio cinetico animarmi impetuoso, interiore magma incessante, fino ad esaurire le mie ultime energie.
Sfido me stesso, mi metto in perenne discussione, per trovare certezze smarrite.
Mi addentro con la nebbia nel bosco, sapendo che non esiste il leggendario tesoro nascosto.
Mi tuffo in un mare agitato, nuotando disperatamente verso un'isola che non c'e'.
Tengo le vele issate, pur sapendo che arrivera' burrasca.
Affronto il deserto, conscio che l'acqua a mia diposizione non bastera'.

Nulla mi puo' fermare. Il mio fermarmi, e' il mio finire.

venerdì 23 gennaio 2009

NAPOLI: QUALI POLITICI PER IL TERRITORIO?

Sommersa dai suoi scandali, imprigionata dalle sue compiacenze, lontana dalla gente e dalle sue esigenze. Questa e' la politica.
A Napoli lo e' di piu', in modo tragicamente piu' evidente, imbarazzante per chi guarda dall'esterno, umiliante per chi vive tale spaventosa, ordinaria, disarmante quotidianita'.
Santoro nella sua trasmissione, porta alla luce il livello di allarmante assenza istituzionale e politica avvertito in citta'.
Finalmente, come segnalo da tantissimo tempo, viene evidenziato come la drammaticita' dell'emergenza rifiuti il cui apice si ebbe nella primavera 2008 e i ripetuti atti di macro-criminalita' delle organizzazioni malavitose che ahime', sono purtroppo una costante nel territorio, non sono che bubboni maleodoranti che hanno coperto per lungo tempo il fallimento completo della politica.
La stessa politica si e' prestata al gioco delle alleanze iterpartitiche, dei favoritismi clientelari, delle lottizzazioni campanilistiche, delle spartizioni territoriali.
Ad una sinistra diventata epressione di casta lottizzante, capillarmente diffusa, permeata in tutti i posti di potere e di influenza del territorio, si contrappone una destra urlante nei tempi di normale opposizione ma confusa, divisa, disorganizzata, in quelli di campagna elettorale.
Gli attuali amministratori di centro-sinistra, governano anche per la pochezza del centro-destra, molto chiassoso ma poco pensante.
La conferma di Bassolino a Governatore e della Iervolino a Sindaco, sono state la risultante di questa mancanza, di questo limite per la destra, di trasformare le energie in programmi, questi in identificazione e scelta di uomini e donne da mettere nei posti di comando. Le sconfitte agli ultimi due appuntamenti elettorali territoriali, ne sono la dimostrazione. Nomi presi in palese ritardo, spesso la risultante di contrasti tra correnti interne, calati nella mischia con la presunzione di vincere, solo perche' provenienti dall'altra parte politica.
Negli ultimi anni, i big campani non vivono piu' il territorio, presi dai loro impegni istituzionali a Roma e dalle loro frequentazioni nei salotti capitolini. Adesso, esploso il caso Romeo che ha fatto vacillare la Giunta Comunale di Napoli, tutti si precipitano al capezzale di una citta' moribonda, per palesare l'improponibilita' dei suoi amministratori, sapendo di non avere la forza delle idee ma sperando di cavalcare l'onda della demonizzazione dell'avversario. L'esibire tapiri fuori l'aula Consiliare, ne e' prova disarmante.
Anch'io mi sono unito a coloro che volevano le dimissioni del Sindaco (quelle di Bassolino sono irrealizzabili- anche il suo processo a breve cadra' in prescrizione) essendo consapevole al tempo stesso pero', come questo gesto avrebbe rappresentato una svolta storica, non politica.
Qui la politica e' finita. Tutti sono partecipi dello sfascio. Si accusa il sistema elettorale vigente (anch'io mi associo in senso generale) di eleggere i candidati del Parlamento direttamente da Roma. Ma nel caso Campania, il territorio riuscirebbe ad offrire rappresentanti piu' autorevoli e soprattutto piu' "cristallini"?
E a livello locale, questa classe politica dirigente, di governo e di opposizione, potra' esprimere alternative degne per coprire questi ruoli?

martedì 20 gennaio 2009

OBAMA: LO SFORZO DEL CAMBIAMENTO

Obama fa vibrare il mio cuore.

Cio' mi succede quando sento energia positiva posarsi sulla mia pelle.

Questa sensazione, non la avvertivo da tempo.

Uniamo le nostre energie positive. Uniamole verso quest'uomo.

Uniamo le nostre energie positive, nel nostro vivere quotidiano.

Cerchiamo di essere soggetti partecipi, protagonisti attivi di questo cambiamento.

Soprattutto cerchiamo di essere fortemente convinti di cio'. Senza tentennamento.

Un grande sforzo attende tutti noi.

Uno sforzo che partira' dalla nostra parte piu' nascosta.

Uno sforzo in cui troveremo energie mai conosciute prima.

Obama puo' invertire il concetto di globalizzazione.

Non piu' un pericolo destabilizzante per noi tutti.

Non piu' un vortice che esaurira' le nostre ricchezze.

Ma un piu' sano, equilibrato, redistribuito processo di benessere.

Finalmente inizieremo a pensare ai piu deboli, poiche' noi tutti lo siamo diventati.

Dovremo iniziare a pensare all'altro, non piu' come un diverso da noi.

Quale sia la sua pelle, il suo credo, il suo livello sociale, la sua cultura.

Cio' portera' a smussare i nostri ereditati, costruiti, effimeri, a volte miopi idealismi.

Uniamoci a quest'uomo, uniamoci tra noi.

La nostra unione sara' la nostra forza.

La nostra unione sara' anche la sua forza.

Con Obama, gli USA torneranno un riferimento sicuro per il mondo.

In bocca al lupo, Mr. President!

sabato 17 gennaio 2009

ARBUSTUM: UNA REALTA' POSITIVA, SCOMODA A TUTTI

Chi ha un blog, usa la rete per diffondere il proprio pensiero su svariati argomenti.
Talora, questo canale, può diventare una via per finalità commerciali.
Nel corso di un anno di blog, anch'io l'ho fatto alcune volte, anche se, quando ho parlato di Arbustum, il mio agriturismo a Casal di Principe, ho cercato sempre di portare una luce positiva su un intero territorio, di cui se ne ha purtroppo, un'univoca immagine demonizzata.
Ho girato anche un video pubblicato su youtube, dal titolo "non solo gomorra", per dimostrare come al messaggio di cruda denuncia di Saviano, si potesse unire anche quello di speranza per un territorio.
Questa volta uso questo spazio per lanciare una denuncia che, al tempo stesso, è anche una forma di indiretto s.o.s.
La cronaca purtroppo, fornisce tantissimi elementi all'informazione, adoperati da questa per incentrare i propri servizi su fatti che ahimè, richiamano le gesta nefaste di criminali senza scrupoli che nel corso di lustri hanno infangato il territorio.
Agli stessi organi di informazione regionali e nazionali, ho segnalato da tempo la mia attivita' considerandola una realtà positiva per il territorio. I media si sono tenuti sempre alla larga dal sottoscritto.
Eppure, nell'anno appena trascorso, Arbustum avrebbe potuto ricevere un grosso beneficio da parte dell'informazione. A Casal di Principe infatti, ci sono stati quattro appuntamenti importantissimi, occasioni nelle quali la mia azienda avrebbe potuto avere una certa visibilità.
A maggio la cittadina ospitò la Festa Nazionale della Polizia. In quell'occasione il dott. Manganelli, esortò la gente onesta di Casale a non vergognarsi del proprio paese. Si stigmatizzò il concetto che essere casalesi non vuol dire essere camorristi ma abitanti di una cittadina laboriosa dall'antica storia.
Il secondo appuntamento rilevante fu la visita del Ministro Maroni insieme al Governatore Bassolino per l'inaugurazione di un teatro da offrire alla cittadinanza, teatro ricavato da una villa sequestrata alla camorra.
A settembre fu poi la volta del Cardinale Sepe, in occasione del centenario della Patrona di Casale, la S.S. Madonna Maria Preziosa.
In queste circostanze nessuno si è avvicinato alla mia azienda: nè le Istituzioni locali, nè tanto meno gli organi di informazione. Perchè?
C'è stato poi un significativo appuntamento nella sede di www.agrorinasce.org società privata a capitale pubblico, operante nel territorio per la riconversione di beni confiscati alla camorra. In quell'occasione si riunì l'Ordine della Stampa Nazionale e quello dei Giornalisti. Ebbi modo, "intrufolandomi" quasi come un abusivo, di incontrare tanti giornalisti televisivi e della carta stampata anche la stessa Rosaria Capacchione, sotto scorta perchè minacciata dalla camorra. Misi loro a conoscenza della mia azienda e del mio impegno di speranza per il territorio.
Quindi, non si può dire che i media non siano a conoscenza della mia attività.
Inoltre, spesso i miei scritti che trattano svariati argomenti, trovano visibilità sul quotidiano Roma di Napoli, nello spazio aperto ai lettori. Dal dicembre 2006 ho avuto oltre 25 lettere pubblicate. Lo stesso Direttore Sasso che ho conosciuto personalmente nella sede di Via Chiatamone e che sa della mia iniziativa imprenditoriale, ha ignorato il mio accorato appello.
La mia azienda non riesce ad avere l'attenzione dei media. Perchè? La mia resta indubbiamente, un'attività privata. Ma fare agriturismo a Casale, non è come farlo nel beneventano o nell'avellinese, tanto per restare in Campania.
Chi comanda, governa, muove i fili dell'informazione? Vorrei una risposta almeno da chi mi vuole bene. Ai tanti che seguono questo spazio, solo per curiosare un "blogger casalese" il messaggio arriverà questa volta più crudo nella sua essenza.

giovedì 15 gennaio 2009

LO STATO C'E', QUANDO VUOLE

Setola e' stato arrestato. La risposta dello Stato e' arrivata puntuale.
Il pericoloso latitante e' stato nuovamente assicurato alla giustizia. Giustizia che forse ebbe un po' le maglie larghe, quando consentì in modo un po' superficiale a Setola, di ottenere un trasferimento agli arresti domiciliari in una clinica riabilitativa a Pavia, per una presunta patologia alla retina.
Passare dal carcere duro di Cuneo, dove era sottoposto al 41bis, alla tranquilla dimora ospedaliera, consentì al fidato referente di Bidognetti la facile fuga in Campania.
In poco tempo Setola, i cui contatti con il territorio casertano evidentemente non erano mai cessati completamente, organizzava un gruppo di fedelissimi killer pronti a tutto, per dimostrare l'avvenuto cambio di comando nel clan. Un gruppo di fuoco che in modo plateale iniziava ad imporre la propria forza, per inculcare al territorio che la strategia criminale aveva cambiato rotta, diventando spietata e sanguinaria. Uccidendo si voleva dare un messaggio preciso, inequivocabile, si voleva seminare paura, allarme, in una terra che aveva perso anche i suoi riferimenti negativi. In poco piu' di 5 mesi cadevano sotto il fuoco dei kalashinov 18 vittime. Vittime sopratutto tra le fila dei pentiti, di chi si opponeva al pizzo e di chi voleva controllare il mercato della droga. Setola voleva dimostrare che ormai i conti si facevano con lui.
Erano anni che in questa zona di terra di Lavoro non si registravano crimini così cruenti e ravvicinati. Tutti i boss che spadroneggiavano sul territorio, da tempo erano assicurati alla giustizia. Per anni il sangue non scorreva così abbondantemente nel casertano.
Eppure gli affari delle famiglie malavitose procedevano. La ramificazione delle loro maglie era amplissima, si estendeva al di fuori dei confini regionali e nazionali, abbracciava tutti i livelli della societa' civile, politica, amministrativa.
Lo Stato da parte sua, continuava nella sua opera di indagine e repressione, in un'attivita' costante, difficile, spesso rallentata da una cultura di omertosa convivenza anche culturale. Sequestri, confische, arresti continuavano. Molti i beni che venivano assicurati alla giustizia, anche se e' sempre stata poi molto lenta, complessa, quasi macchinosa, la loro riconversione in attivita' di sociale utilita'.
Lo Stato ultimamente poi, ha dimostrato un ulteriore salto di qualita' nel suo comportamento di prevenzione e repressione. Dinanzi ad una strategia criminale così cruenta, diventata vera e propria emergenza territoriale, ha risposto da par Suo. Il Ministero degli Interni(le operazioni restano sotto il suo controllo) e quello della Difesa hanno dato un contributo notevolissimo.
C'e' stato un gran lavoro di intelligence e di collaborazione tra i gli alti organi inquirenti della Magistratura e i diversi Corpi di Polizia ed anche il prezioso contributo delle forze dell'Esercito, nello specifico dei Para' della Folgore che, in perfetta sinergia operativa, hanno dato vita ad una complessa ed articolata attivita' di riappropriazione del territorio.
Lo Stato, quando vuole, sul territorio e' presente.
Speriamo lo sia sempre di piu' anche per altre esigenze della cittadinanza. Il territorio e' ormai stremato, logoro, senza piu' speranza. Quali sono le alternative di vita per chi vive ed opera onestamente in questa terra e crede ancora in questo Stato?

martedì 13 gennaio 2009

IO STO CON ISRAELE

Essere contro le guerre, tutte le guerre e' normale, scontato, senza neppure la necessita' di esibire vessilli o sventolare bandiere con i colori dell'iride ( in Italia esiste anche un partito con tale simbolo) partecipando a cortei pacifisti , dove alla fine vengono bruciate altre bandiere in nome di un ipocrita e politicizzato principio di fratellanza tra i popoli.
Diverso e' essere attenti alle realta', tenendo a debita distanza chi in modo subdolo la vuole plasmare, creando un messaggio opacizzato che alla fine giunge distorto. Accanirsi nel desiderio spasmodico di mostrare le immagini dei poveri bimbi palestinesi morti e al tempo stesso celare occultandole, quelle di chi gia' in tenera eta' con il volto coperto, imbraccia un mitra.
Dopo quasi due lustri di attacchi missilistici ininterrotti, Israele ha deciso di fare cio' che qualsiasi paese avrebbe fatto: difendere i propri cittadini.
Ogni conflitto e' cruento. Questo lo e' maggiormente poiche' la forza avversa Hamas, cellula strategica del fondamentalismo islamico, ha i propri insediamenti sensibili tra i civili, anzi adopera gli stessi, come vile scudo di difesa.
Combattere Hamas, vuol dire sconfiggere una forza generatrice ed esportatrice dell'odio e dell'intolleranza.
Sconfiggere Hamas, rappresenta una missione da compiere anche per tutti quei paesi islamici moderati che credono fermamente nella convivenza multi-etnica ed inter-religiosa.
Sconfiggere Hamas significa annientare anche simbolicamente una forza che propaga l'onda dell'odio per mantenere fermamente saldo il proprio potere.
Nel frattempo le organizzazioni internazionali per bocca dell'Onu assumono un atteggiamento imbarazzante, nebuloso. Impongono un cessate il fuoco incondizionato, definitivo, pur sapendo che cio' rappresenterebbe la strada piu' rapida per il rigenerarsi degli approviggionamenti bellici di Hamas alimentati dall'Iran, via Egitto.
E' la prima volta che gli Stati Uniti (tecnicamente ancora con Bush al comando) si astengono, non ponendo il proprio veto ad una votazione in cui si trova coinvolto lo stato ebraico. Una risoluzione che non pone un giusto distinguo tra un paese democratico attaccato ormai da anni ed una radicata e riconosciuta organizzazione terroristica.
E' la prima volta che Israele si trova davvero solo ad affrontare tale emergenza, stretto a sud da Hamas ed a nord dai libanesi di Hezbollah, principali alleati di iraniani e siriani.
Da un lato piovono razzi Kassam, dall'altro missili Katiusha.
Anche per questo motivo, io sto con Israele.

domenica 11 gennaio 2009

UN ANNO DI BLOG

Un anno e' trascorso. 366 giorni (il 2008 era bisestile) volati via tutti di un fiato.
Un anno intenso, pieno di preoccupazioni per la mia attivita' imprenditoriale che mi hanno sottoposto a tanta pressione.
Agli inizi del 2008 nasceva anche questo blog.
L'entrare nella rete ha arricchito ulterioremente il mio bagaglio cognitivo e culturale.
Questa capacita' comunicativa forse fa parte del mio dna, evidentemente l'ho ereditata da mio padre, ingegnere edile, una grande penna che ebbe modo di collaborare come giornalista al Roma di Napoli verso la fine degli anni 50' dedicandosi soprattutto al ciclismo, di cui era grande appassionato.
Anch'io ho dato dei miei piccoli contributi alla gloriosa testata, nella pagina dedicata ai lettori. Io pero', rimango un lettore, non sono un giornalista. Questo forse, mi rende piu' libero, meno sottoposto a vincoli di alcun genere.
Questo e' il bello di potersi esprimere liberamente, ricordando pero' di rispettare elementari regole di corretta comunicazione e mettendo in conto di poter essere sottoposto anche a dure critiche e a commenti discordanti.
E pensare che fino a poco tempo fa, non mi avicinavo nemmeno ad un computer. Resto ancora abbastanza "imbranato". Per questo motivo, tranne delle eccezioni nell'ultimo periodo, i miei post non sono arricchiti da foto, immagini, vignette e quant'altro. Di questo limite pero', ne ho fatto una caretteristica distintiva. La parola scritta diventa unico elemento cardine del mio blog, essenza del mio comunicare, diretta ed autentica forma espressiva puramente lessicale.
La rete mi ha permesso di estrinsecare la mia parte interiore, la mia voglia di esprimere la mia sanguigna solarita'; e' stato uno "strumento" per far emergere il mio io nascosto, caratterizzato da un naturale ed innato desiderio di essere vivamente a contatto con cio' che mi circonda, un variegato, plurimo, continuo ed incessante magma di pensiero pulsante.
Evidentemente queste caratteristiche non sono sfuggite a Kay Rush, della quale ero semplice fan.
Lei le ha valorizzate, esortandomi a creare un mio proprio spazio nella rete.
Così e nato nonsoloNapoli che io definisco un blog interculturale, pluritematico, indipendente.
Oggi, una realta'. Lei l'ha intuito in anticipo.


mercoledì 7 gennaio 2009

A SAVIANO, PREFERISCO CANNAVARO

Molto rumore hanno destato le dichiarazioni di Fabio Cannavaro in relazione alla possibilita' che Gomorra possa realmente vincere l'oscar come miglior film dell'anno.
Il capitano della nazionale italiana, ha sottolineato come l'eco negativa, prodotta prima dal romanzo di Roberto Saviano e poi dalla pellicola di Matteo Garrone, possano contribuire a indebolire ulteriolmente l'immagine del nostro paese all'estero. Penso che il capitano della nazionale, in cuor suo, si preoccupava in particolar modo di Napoli e della regione Campania, teatro e scenografia portante dell'opera di Saviano, territorio che ne uscirebbe definitivamente distrutto, evocando agli attenti occhi del mondo, un'immagine irreversibilmente decadente.
Sono pienamente d'accordo col campione del mondo, oggi pedina fondamentale del Real Madrid.
Ho sempre apprezzato il coraggio di Saviano per il suo ruolo di cruda, violenta, realistica opera di denuncia. Ho sempre criticato Saviano, per la sua marcata ricerca di populismo presenzialista, per il suo protagonismo mediatico teso a deteterminare un volano propagatore del suo messaggio. I media ben presto, si sono resi conto del fenomeno Saviano, "usando" lo scrittore - senza troppo fastidio da parte dello stesso - come "strumento" necessario e fondamentale per l'acquisizione di una maggiore e capillare penetrazione verso il pubblico.
Saviano ha trasformato la cronaca in narrativa. Questa poi ben presto, e' diventata mitologia, dalle venature antropologiche. Dal libro al film, da Saviano a Garrone poi, il messaggio irradiato diventa piu' spettacolare, quasi plateizzato. Le gesta del criminale, nello specifico il camorrista, vengono quasi ad essere "esaltate" nella loro condanna - mitologia della devianza - gesta criminali, motivate come risultanza di particolari rapporti storico-sociologici, tra uomini e territorio, determinando per l'appunto, una criminalizzazione antropologica dello stesso.
Indirettamente, lo scrittore non da possibilita' di riscatto ad una terra, la priva del suo futuro.
E lo stesso Saviano infatti, che invita le nuove generazioni ad andarsene, a fuggire, da un territorio senza piu' speranza. Alla fine, il martellante e ripetuto messaggio di Saviano, diventera' folklore, glamour, facendo perdere l'effetto denuncia e diventando un fenomeno di costume.
Gli effetti ricadranno su tutto il paese, da Trento a Ragusa. Un tempo c'era l'assioma italiani = pizza, spaghetti e mafia, un domani ci creera' quello italiani = gomorra.
Diverso e' l'esempio e l'immagine che Cannavaro da a noi italiani. Un ragazzo cresciuto in una zona difficile di Napoli- il quartire la Loggetta- ma che grazie alle sue qualita' ma soprattutto ai suoi sacrifici, e' riuscito a raggiungere i massimi vertici di una carriera professionale ricca di successi. Cannavaro e' un simbolo da imitare. Rappresenta il ragazzo che ha riscattato la sua terra con la propositivita' dell'impegno fattivo. Oggi il calciatore e' impegnato anche nel sociale. Con la sua Fondazione, insieme all'altro ex campione azzurro Ciro Ferrara, avvicina le giovani leve allo sport, come strada da percorrere per sconfiggere i richiami negativi di una societa' difficile.
Gomorra vincera' meritatamente l'oscar. Il nostro Paese e in particolar modo la Campania, immeritatamente ne usciranno sconfitti.

martedì 6 gennaio 2009

TANTI AUGURI, KAY!


Oggi e' il compleanno di una persona davvero speciale, per me davvero importante.
Lei e' una donna, una creatura dal fascino elegante, sobrio, lontano dal divismo, al tempo stesso accattivante, dalla classe sopraffina, con una voce inconfondibilmente vellutata, unica.
Lei e' Kay Rush, un mito vivente.
Kay nasce a Milwaukee, da padre svizzero-tedesco-americano e madre giapponese. Questa componente multietnica da l'esatta dimensione della sua personalita' cosmopolita, del suo essere personaggio poliedrico.
Kay termina gli studi di creative writing all'Universita' di Milwaukee per poi perfezionare e arricchire il suo bagaglio culturale, all' Actor's Studio di New York.
Si trasferisce giovanissima in Italia, sua seconda patria, di cui ha conseguito da poco tempo anche la cittadinanza.
Kay e' giornalista, autrice, conduttrice e presentatrice televisiva e radiofonica. Indimenticabili i suoi programmi quali Hit Parade e Disco Ring. Presenta due edizioni del Festival di San Remo e Pressing a Italia 1. In radio ha lavorato a Radio Deejay gia' nel 1982.
Attualmente e' a Radio Monte Carlo. Dopo aver ideato e condotto il programma Rush Hour, ora conduce Unlimeted tutti i venerdì, sabato e domenica sera dopo le 22,00. Kay propone una selezione di musica cool e deep house composta da brani e gruppi inediti, crando un sound ritmico ed elegante al tempo stesso, da vera atmosfera coinvolgente.
Il meglio di questi brani li ha raccolti in 6 Compilation Unlimeted, di grande successo.
Kay ha espresso il suo talento, pubblicando anche un romanzo, Il Seme Del Desiderio, un thriller rosa dal ritmo serratissimo, con continui colpi di scena, dove la Rush scrittrice da prova di una raggiunta maturita' professionale.
Kay e' anche una stimata sommelier. Per anni e' stata testimonial del Montepulciano d'Abruzzo.
Coltiva tantissimi interessi. In Primis la montagna. E' arrampicatrice, scalatrice, adora lo sci di fondo che pratica abitualmente in val d'Aosta, dove attualmente risiede. In Italia comunque, la sua seconda casa e' sulle Dolomiti. La foto che ho scelto infatti, la ritrae su una parete delle nostre alpi rosa, ad Arco in provincia di Trento (le tantissime foto di kay le potete trovare cliccando http://www.flickr.com/photos/kkblog
Il suo ultimo viaggio sui ghiacciai, questa estate, in Peru', dove per giorni e' stata ad una quota vicino ai 6.000 metri.
Kay pratica anche parapendio. Da brividi un suo volo con gli occhi bendati.
E' amica del popolo tibetano che ha conosciuto nel suo viaggio in Nepal e al quale e' molto legata.
Kay Rush e' stata la persona fondamentale per la nascita del mio blog. nonsoloNapoli esiste grazie a lei che intuendo evidentemente, le mie capacita' nascoste o comunque inespresse, le ha valorizzate, esortandomi a creare questo mio spazio nella rete, divenuto per mio grande onore, link al suo blog, http://rushhour.blogosfere.it
Tanti auguri, magica Kay!


sabato 3 gennaio 2009

A NOI NAPOLETANI, SOLO CARBONE

L'Epifania e' alle porte. A Napoli, la befana portera' in regalo la nuova Giunta Comunale.
Il Sindaco Rosa Russo Iervolino, nelle vesti della famosa vecchietta, sta volando sulla sua scopa, su e giu' tra Napoli e Roma, per trovare gli uomini "giusti" da offrire in regalo a noi napoletani.
In questo tour de force natalizio, lei deve dar conto, per modo di dire, al suo leader Veltroni, un leader in via di sgretolamento che nell'ultima campagna elettorale, non si avvicino' nemmeno alla citta', tanto temeva per la sua immagine, il nauseando olezzo di munnezza prodotto dall'incapacita' gestionale degli amministratori locali.
Una ridda di nomi si sussegue nelle ultime ore. Politici, tecnici, uomini della societa' civile sono annoverati in questo toto assessori. Saranno fatte sicuramente delle epurazioni. Oltre ai posti vacanti per le ormai note vicende oggetto di indagine della Magistratura, pare ci sia un rimpasto tecnico (l'ennesimo) piu' ampio.
Si sta assistendo ad uno scontro fratricida. Anche se al momento scottano, chi rinuncerebbe ad una poltrona a Palazzo San Giacomo? I futuri componenti la Giunta avrebbero anche il vantaggio di dover gestire solamente la normale amministrazione, visto la sciagurata situazione che andrebbero ad ereditare.
L'ala Veltroniana e quella Bassoliniana sono ai ferri corti. E' in atto una vera zuffa. Alla fine, nella regia e nella scenografia del futuro film dell'orrore politico-istituzionale cittadino, non poteva mancare la mano di "Sua Maestà" Bassolino.
La citta' di fatto, e' senza governo. Lo spettacolo offerto e' deplorevole.
Anche il Capo dello Stato in visita nel capoluogo, striglia gli amministratori. Chiede rigore nelle scelte e un nuovo atteggiamento teso all'acquisizione di una maggiore responsabilita'.
Dopo il duro monito proveniente dalla Curia locale, anche la massima carica Istituzionale del Paese, invita i politici locali a scuotere le proprie coscienze.
Se le prime cariche della citta' -Iervolino- e della regione -Bassolino- l'avessero avuta per davvero, per il bene del territorio, avrebbero gia' dato le loro dimissioni, come unica, lodevole, responsabile prova di coerenza politica e amore per questa terra e per i suoi abitanti.
Invece no. Sono sempre al loro posto, come ennesima dimostrazione di attaccamento al potere, da attuare con strategiche alchimie e arditi tatticismi, non piu' politici ma squallidamente personalistici.
Alla fine, la befana il carbone lo portera' solo a noi napoletani.

venerdì 2 gennaio 2009

CAMPANIA CHE VAI

Inizio questo nuovo anno pieno di speranze, con rinnovato ottimismo. Quello onestamente, non l'ho mai perso. Di carattere sono tenace, caparbio.
Tanti impegni mi attendono. Spero di poter realizzare un piccolo ampliamento nella mia azienda.
L'anno scorso si e' concluso non proprio nei migliori dei modi.
Alla crisi economica diffusa, io ho dovuto fronteggiare anche quella mediatica su Casal di Principe, cittadina divenuta nell'immaginario collettivo il luogo piu' nefasto al mondo.
Il contraccolpo sull'attivita' e' stato notevole. Ma la passione per la mia azienda e per una terra ricca di storia e dalle notevoli potenzialita', mi spingono ad andare avanti.
Una grande iniezione di positivita' l'ho ricevuta da una persona che non conosco personalmente ma alla quale mi sono avvicinato, anche con un po' di insistente invadenza, tramite la rete.
Lei e' Monica Piscitelli. Il suo blog e' campania che vai ( http://campaniachevai.blogspot.com ) diventato anche mio link utile.
Monica e' una giornalista, esperta di comunicazione integrata, specializzata nella promozione e nella divulgazione del patrimonio storico-paesaggistico della Regione Campania, in particolar modo nell'ambito del settore eno-gastronomico.
Nel suo blog, ha dedicato l'ultimo post di fine anno alla mia azienda. Per me e' stato un grande onore ed una indescrivibile emozione. Le saro' grato per sempre.
Monica come me, crede in questa terra. La Campania. Una terra dalle antichissime origini e dalle potenzialita' ancora inespresse. Una terra dove coesistono in modo armonico, patrimoni archeologichi, testimonianze artistico-monumentali, paesaggi di poliedrica bellezza, fatti di mare, colline, montagne, immense pianure, laghi e fiumi, isole dal fascino impareggiabile.
Il turismo campano e' fatto di grandi e piccoli imprenditori come me che operano sul campo.
Il turismo campano deve molto a persone come Monica che cercano con infinita passione di divulgare l'immagine positiva di un territorio, cosa ultimamente non semplice, di trasmettere e propagare la ricchezza di questa terra e le sue testimonianze.
Inizio quest'anno di blog, dedicandole questo post, a testimonianza della mia graditudine.
Ancora grazie, Monica.