giovedì 23 giugno 2022

DA BERLUSCONI A MELONI. QUANDO IL NEMICO DA ABBATTERE FA RICOMPATTARE IL NULLA POLITICO

 


Quante chiacchiere inutili in ordine alla scelta di Di Maio di pensare al suo futuro politico.
E quante domande sterili da parte dei giornalisti per sapere in quale zona politica ora, il neonato gruppo parlamentare, si andra' a collocare.
 
Quali saranno le distanze tra Di Maio e Conte, quale sara' il posizionamento ora dei 5S, quale il rapporto con il PD e con gli altri partiti che potrebbero formare il grande centro a sostegno della sinistra.
Il solito bla bla bla riempitivo degli studi televisivi, la solita fuffa mediatica per dare un senso programmatico a un insieme di partiti e leader che hanno come unico fine quello di finire la Legislatura e preparare le griglie di partenze per la prossima campagna elettorale.
 
Ma tanto si sa gia'. E gia' accaduto per il passato. Le sinistre, gli ex democristiani, l'area progressista, quella filo-europeista, oggi anche l'ambientalista, da ieri anche la pacifista, hanno un solo obiettivo: trovare un nemico unico, per dar senso alla loro esistenza.
Non un'idea di Paese, non una programmazione economica, nemmeno una serie di riforme necessarie alla Nazione. Ma un solo obiettivo, cercato in modo spasmodico per raggruppare il loro elettorato sempre piu' distante, distratto, anche deluso dal loro operato.
 
Trovare un nemico da abbattere, per dare un senso alla loro esitenza e nuovo entusiasmo al proprio elettorato. Un nemico su cui far convergere il nulla del proprio operato politico
Un tempo il collante salvifico per riunire una galassia politica frammentata del centro-sinistra che andava da Mastella a Bertinotti, fu BERLUSCONI.
 
Oggi a ricompattare tutti questi miracolati dalla pandemia e dalla guerra, emergenze che hanno tenuto in vita ed insieme una imbarazzante cozzaglia di Governo, sara' il nuovo nemico, nello specifico la nuova minaccia per la democrazia, per la liberta', per lo Spread e addirittura per la stessa tenuta dell'intera area UE.
 
In autunno il pericolo da scongiurare su cui si agiteranno con nuova spinta e vigore buona parte delle forze che compongono la maggioranza di Governo, sara' GIORGIA MELONI

martedì 21 giugno 2022

SE CADE IL GOVERNO SI FORMERA' UNA COALIZIONE URSULA DI STAMPO UE. GLI ITALIANI DOVRANNO SCEGLIERE. DRAGHI O MELONI. A CONVINCERLI CI PENSERANNO I MEDIA, CON IL TERRORE


 
Possibile crisi di Governo.

Di Maio non ha intenzione di dimettersi, ne' di uscire dai 5S.

Con ogni probabilita' sara' espulso dal Movimento rimanendo al suo posto a tessere la nuova rete di contatti politici per il suo futuro di uomo delle Istituzioni.Ma se ci sara' lo strappo al Governo, inizieranno in modo ancor piu' conclamato, le grandi manovre per la prossima Legislatura.

Mattarella come suo solito, non sciogliera' le Camere.
Ovvio, la motivazione sara' la crisi in Ucraina, il possibile ritorno del Covid, la crisi economica dovuta all'effetto boomerang che hanno creato le sanzioni ( la colpa ovvio sara' data a Putin ) e quella climatica, con un Nord ormai all'asciutto.
 
Si fara' appello, per l'ennesima volta, al senso di responsabilita', al dovere istituzionale e cosi l'estate e il prossimo autunno si organizzeranno le grandi manovre per rimanere in sella, ai posti di comando ancora una volta. Il tempo diventera' il piu' prezioso alleato di chi ora e' in palese difficolta' e tentera' la sua resurrezione.
 
Con ogni probabilita' non sara' varata una riforma elettorale. Ci sarebbe la tentazione di passare ad un proporzionale, soprattutto da parte dei piccoli partiti che rischierebbero di uscire dal Parlamento ( vedi i vari Toti, Lupi, Tabacci e gli stessi Calenda e Renzi ).
 
Ma ci potrebbe essere una nuova idea, un nuovo disegno alchemico, la realizzazione di una MEGA-AMMUCCHIATA-CLIENTELARE. Creare un grosso raggruppamento filo-europeista, dichiaratamente centrista, con tendenza a sinistra, quella di tipo DEM americana, in sintesi quella del pensiero unico omologato.
 
Nascerebbe un grosso raggruppamento URSULA dove dentro ci sarebbero tutti o quasi: PD, FI, meta' LEGA, Italia Viva, Calenda, i profughi dei 5S con a capo Conte messo li dal suo padrone Grillo, il nuovo partito che si fara' Di Maio e i vari piccoli raggruppamenti sopra citati. Il candidato Premier sara' MARIO DRAGHI, questa volta ancora piu' forte, perche eletto dagli italiani, "democraticamente".
E "democraticamente", i media condurranno le loro trasmissioni elettorali, dove il refrain piu' gettonato diventera' il seguente:
 Preferite Draghi Premier o la pericolosa e antidemocratica Destra nazi-fascista e quindi, la mancanza di corrente elettrica, di generi alimentari, lo Spread a 500?
 
Cosa sceglieranno gli italiani?


 

lunedì 20 giugno 2022

ACQUA DELLE FOGNE PER IRRIGARE I CAMPI. ISTANTANEA DI UNA NAZIONE FINITA

 

 

Un Paese che non ha mai avuto una programmazione economica, un'idea di Nazione.
Un Paese che ha dovuto sottostare ai dictat ambientalisti alla fine degli anni 80, contro la realizzazione di centrali atomiche, contro l'utilizzo delle piattaforme sul mare per l'estrazione di idrocarburi e quelli piu' recenti dei grillini ( ad uno ad uno pero', venuti meno ) in ordine alle grandi opere ( compreso le Olimpiadi a Roma )
Un Paese che pur attraversato da tanti fiumi, non ha mai pensato di realizzare vasche di accumulo, di aumentare il numero delle sue dighe, di creare laghi artificiali, di ottimizzare la sua rete idrica, ridotta ormai ad un colabrodo.
Ora che la siccita' avanza saremo costretti ad utilizzare le acque reflue, si avete capito, l'acqua delle fogne per irrigare i campi di buona parte del settentrione, zone in cui scarseggiano falde acquifere, caratteristica presente invece in tanti territori del Sud Italia. Se i fiumi si prosciugano, interi raccolti irrimediabilmente, saranno a breve a rischio.
 
Ecco, l'immagine, l'idea, il concetto, l'ultima speranza prima del disastro: usare acqua di fogna per continuare a produrre i prodotti dell'agricoltura. Cio, in modo impietoso e crudo, simboleggia in maniera inequivocabile, il livello di degrado, approssimazione, arretratezza in cui e' arrivato il nostro Paese. Un deserto economico, sociale, culturale che avanza, inesorabilmente.
 
Un tempo, la politica era amministrata dai "ladri" a cui veniva additato il disatro della cosa pubblica. Tangentopoli non rappresentava piu' uno spartiacque. Corruzione, clientelismo affarastico, malaffare regnavano ancora indisturbati nel mondo della politica e delle Istituzioni. Un tempo i malavitosi si avvinavano ai politici. Ora erano quest'ultimi ad avvicinare la malavita per ottenre consenso e potere.
Poi vennero gli "onesti" che avrebbero dovuto creare il cambio di passo, la nuova visione per il Paese, l'inzio di una nuova era, un periodo dove la poverta' sarebbe stata abolita, il merito premiato e le Istituzioni aperte come una scatoletta di tonno. La loro presenza ha invece soltanto arrecato ulteriore danno al Paese. Pressapochismo, protagonismo, impreparazione, improvvisazione, divisioni interne, arrivismo, hanno fatto si che gli esponenti del cambiamento rimanessero a marcire in quella scatoletta di pesce, il cui fetore di carne avariata inizia a far sentire il suo olezzo nauseabondo nel Paese.
Poi venenro i "migliori", i cattedratici, coloro che avrebbero dovuto utilizzare al meglio i fondi UE, risorse sprecate dai precedenti "onesti" e dare il definitivo cambio di passo alla Nazione.
 
Con la scusante di 2 emergenze ( prolungate a dismisura proprio per celare i propri fallimenti ) e con la definitiva scelta scellerata di partecipare alla guerra con l'invio di armi e con una serie di sanzioni che in poche settimane si sono trasformate in devastanti boomerang per il Paese, stiamo assistendo al defitivo fallimento della politica italiana, sempre piu' schiava delle direttive UE, sempre piu' soggetta al pensiero unico dominante di matrice DEM-USA. Un Paese divenuto semplice approdo nel mediterraneo per lo sbarco di disgraziati dall'Africa e grande hasset in (s)vendita per le multinazioni mondiali.