giovedì 10 gennaio 2019

NAZIONALISMO: ULTIMA RISPOSTA AGLI ULTIMI. MA ITALIANI

Nella guerra mediatica, ricca di fake-news e bufale spesso si parla tanto del problema immigrazione.
Lo fa chi da questa immigrazione ci guadagna in termini di associazionismo cooperativo, lo fa chi da questa immigrazione ci guadagna in termini di consenso politico.
Io vorrei che si parlasse di sviluppo, crescita seria documentabile, occupazione giovanile, specie al sud.
Sono stufo di sentire soltanto sterili e preconfezionati annunci elettorali. Da quelli di vecchia data, in cui si prespotteva di camminare le acque con un Ponte sullo Stretto, a quelli piu' recenti che infondevano ipocrita e falsa serenita' asserendo che la luce in fondo al tunnel finalmente si scorgeva, agli ultimi, dove si asserisce che la poverta' finalmente e' stata sconfitta.
A volte si temono le derive nazionaliste, vedendo in queste, risposte di pancia senza costrutto, manifestazioni di becero populismo xenofobo, dimenticando che a volte, i nazionalismi nascono anche come estremo tentativo di difesa sociale, mettendo al primo posto i diritti basilari dell'individuo, la casa, il lavoro, il diritto alla salute, ad una giusta pensione
Chiaramente, in un momento di grande crepuscolo per il Paese, e' logico che ci sia chi combatte per questi diritti, mettendo al primo posto gli ultimi e non ci si deve meravigliare che in questa lotta, si scelga per prima cosa di salvaguardare gli ultimi della propria Nazione.
In una guerra tra poveri, chi ha piu diritti? E chi deve stabilire chi aiutare per primo? Lo dovrebbe fare la politica, ma la poltica e' espressione democratica del popolo. Se il popolo e' contento di come sta, allora non vedo problemi. Ma se il popolo vede che la propria condizione di vita, non migliora, allora puo' decidere un giorno, penso sempre piu vicino, di votare chi metta al primo posto i diritti e i bisogni degli italiani.
In un mondo sempre piu globale, in un momento storico dove si professa l'eliminazione di frontiere, confini, dove pare non ci debbano piu essere differenze tra religioni, culture, tradizioni, anzi che queste debbano essere mescolate in una sorta di forzato arlecchino, non possiamo di certo perdere d'improvviso, la nostra identita, diventando un semplice punto geografico, uno scoglio di approdo, un lembo di terra di passaggio, un semplice ingranaggio all'interno di una complessa macchina burocratica e tecnocratica.
Per tale motivo, sono sempre piu convinto che sia arrivato il momento di pensare prima a noi italiani