Mai come adesso, nello scenario politico nazionale, si registrano due dati inconfutabili: la perdita di consenso del PDL e il crollo di gradimento del Premier Berlusconi.
Nonostante cio', la sinistra ed in particolar il PD ( troppi leaders al suo interno), non riesce ad emozionare il suo elettorato potenziale.
Restano molteplici le correnti, le divisioni, gli orientamenti, i limiti, rispetto alle maggiori problematiche che affliggono il Paese.
A Berlusconi ed al berlusconismo, la sinistra ha risposto univocamnete con un anti-berlusconismo sterile ed asfittico, fine a se stesso, unico collante di una formazione fin troppo variegata. La sinistra ha smarrito i suoi riferimenti, si e' gradualmente allontanata dalla classe operaia, non ha piu' dato risposte concrete a chi, nel mondo del lavoro non si e' nemmeno avvicinato o chi vive ormai una situazione di precariato cronicizzato.
Un altro errore della sinistra degli ultimi anni, da defirisi quasi come una condotta ossessiva, e' stato quello di volersi a tutti i costi amicare il cosiddetto elettorato moderato ( oggi troppi soggetti politici si definiscono tali ), con il conseguente e definitivo risultato di perdere la capacita' di intercettare, le esigenze piu' radicali, di chi e' rimasto ai margini della societa'. Questa graduale e complessa metamorfosi, ha eroso la sinistra nel suo insieme. Gli scontenti e i delusi, sono confluiti in altri partiti o movimenti politici, come la Lega al nord ed i Grillini. Nel contempo, si sono generati semplici raggruppamenti apolitici, come l'Onda Viola e gli Indignados. Frange minoritarie, hanno accresciuto quei raggruppamenti anarchici che fanno della lotta e dello scontro armato la ragione della propria azione.
Se Berlusconi e' stato il padrone indiscusso della destra italiana, la sinistra ha una costellazione di piccoli padroncini, desiderosi di protagonismo e visibilita' che pur di creare un contagioso rumore intorno alla propria persona, attaccano maggiormente i propri colleghi di partito che gli antagonisti politici.
Il Premier e' al tramonto. Un'epoca politica volge al termine. Chissa' chi, tra destra o sinistra, si sentira' piu' orfano.
Nonostante cio', la sinistra ed in particolar il PD ( troppi leaders al suo interno), non riesce ad emozionare il suo elettorato potenziale.
Restano molteplici le correnti, le divisioni, gli orientamenti, i limiti, rispetto alle maggiori problematiche che affliggono il Paese.
A Berlusconi ed al berlusconismo, la sinistra ha risposto univocamnete con un anti-berlusconismo sterile ed asfittico, fine a se stesso, unico collante di una formazione fin troppo variegata. La sinistra ha smarrito i suoi riferimenti, si e' gradualmente allontanata dalla classe operaia, non ha piu' dato risposte concrete a chi, nel mondo del lavoro non si e' nemmeno avvicinato o chi vive ormai una situazione di precariato cronicizzato.
Un altro errore della sinistra degli ultimi anni, da defirisi quasi come una condotta ossessiva, e' stato quello di volersi a tutti i costi amicare il cosiddetto elettorato moderato ( oggi troppi soggetti politici si definiscono tali ), con il conseguente e definitivo risultato di perdere la capacita' di intercettare, le esigenze piu' radicali, di chi e' rimasto ai margini della societa'. Questa graduale e complessa metamorfosi, ha eroso la sinistra nel suo insieme. Gli scontenti e i delusi, sono confluiti in altri partiti o movimenti politici, come la Lega al nord ed i Grillini. Nel contempo, si sono generati semplici raggruppamenti apolitici, come l'Onda Viola e gli Indignados. Frange minoritarie, hanno accresciuto quei raggruppamenti anarchici che fanno della lotta e dello scontro armato la ragione della propria azione.
Se Berlusconi e' stato il padrone indiscusso della destra italiana, la sinistra ha una costellazione di piccoli padroncini, desiderosi di protagonismo e visibilita' che pur di creare un contagioso rumore intorno alla propria persona, attaccano maggiormente i propri colleghi di partito che gli antagonisti politici.
Il Premier e' al tramonto. Un'epoca politica volge al termine. Chissa' chi, tra destra o sinistra, si sentira' piu' orfano.