Un tempo c'era il confronto-scontro tra ideologie.
Oggi c'e' il tentativo palese di imporre il pensiero unico di base medico-scientifica. A tale dottrina non e' ammesso contradditorio. Chi si oppone e' considerato un negazionista. Viene isolato, perche' considerato un "untore" cerebrale per la collettivita', quindi un soggetto pericoloso e destabilizzante verso il proliferare e il radicarsi del regime sanitario globalista. In una società che tendeva verso il policonfessionalismo, il multietnicismo, l'apertura ai mercati, d'improvviso si cerca di imporre un modello unitario di comportamento e di relazione basato sull'isolamento, sull'esasperazione dell'individualismo e sulla chiusura verso il prossimo.
Se un tempo si era giunti ad avere una societa' composta da masse di persone che si incontravano pur restando a volte entita' distanti, semplici specchi in cui ciascuno ritraeva la propria immagine riflessa, oggi, in tempo pandemico, assistiamo ad un violento trapasso sociologico, consistente nel tentativo di creare una societa' materialmente distanziata, dove l'altro, divenuto gia' da prima, spesso una " semplice sagoma movente che emette suoni ", diventa al tempo stesso un potenziale soggetto nemico sanitario.
A breve ci saranno 2 desertificazioni: quella economica, con il dissolvimento di tutte le micro imprese, specie quelle a carattere familiare; e la desertificazione relazionale, dove con le persone si instaureranno contatti sempre di piu a distanza, nel lavoro, nel tempo libero e finanche tra i componenti della stessa famiglia, sempre piu' un insieme di realta' distanti, ciascuna delle quali immersa nel proprio microcosmo virtuale
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