martedì 7 aprile 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO: VA IN ONDA IL DOLORE

Il terremoto accaduto in Abruzzo sconvolge i nostri cuori, rattrista le nostre menti.
Da campano posso capire la sofferenza del popolo abruzzese. Io avevo 13 anni, quando la terra si mosse brutalmente inghiottendo tanti comuni dell'Irpinia. Era il 1980. Anche a Napoli si ebbero molti danni. Abitando in una zona collinare e considerando che gran parte del sottosuolo della mia citta' e' formato da grotte, molti palazzi furono danneggiati. Anch'io per due settimane fui costretto a lasciare la mia abitazione.
I media come al solito, hanno portato nelle nostre case la notizia. Oggi questa corre piu' veloce, anche grazie alla rete. La gente e' piu' informata per fortuna. Pero' a volte, noto che l'informazione tende a spettacolarizzare tali eventi nefasti. Come accadde per lo tzunami nel dicembre del 2004 nel lontano oriente, le telecamere invadono le nostre case, mostrandoci la drammaticita' dell'evento, cercando anche in queste tristi occasioni, la spasmodica ricerca di share, violentando spesso il dignitoso dolore delle malcapitate famiglie. Gente che ha perso tutto, che disperatamente attende soltanto il neccesario soccorso per vedersi assicurati i bisogni di primaria necessita'.
In italia poi, tutte le trasmissioni tendono a sviluppare la solita diatriba politica per far diventare anche questa triste vicenda, elemento di scontro ideologico. A pochi giorni dal varo del piano casa, cio' era inevitabile. Si parla di modello giapponese, di esempio californiano nella progettazione degli edifici. Parole significative che pero' fanno dimenticare la specificita' del territorio italiano, fatto di borghi risalenti anche al 1100 d.c. paesini arroccati sulle pendici dei nostri appennini come presepi incantati ma al tempo stesso fragili.
Da un lato bisogna stigmatizzare l'eccesso di abusivismo edilizio presente nel territorio, l'esistenza di una gran quantita' di edifici pubblici risalenti all'immediato dopoguerra che sicuramente non sono oggi sicuri dal punto di vista statico, la presenza di zone non solo sismiche ma anche vulcaniche, dove si e' permesso che si potessero costruire centinaia di migliaia di alloggi senza pensare ai rischi connessi- l'area del Vesuvio le cui falde sono state divorate dall'abusivismo edilizio, e' una bomba ad orologeria con un timer di cui non si conosce lo start -
Dall'altro bisogna ricordare la rara particolarita' paesaggistica del nostro paese e il forte senso di appartenenza dei suoi abitanti che non lascerebbero mai le loro storiche case per trasferirsi in zone di nuova costruzione senza anima, fatte al computer secondo fredde logiche di lottizzazione.
Sarebbe piu' interessante parlare di questa articolata componente sociologica (uomo-radici-territorio-appartenenza) e non soffermarsi sulla cruda drammaticita' dell'evento o sull'ormai sterile ed inflazionato dibattito politico che in questi casi, e' davvero fuori luogo.

3 commenti:

Annalisa ha detto...

Io non ho parole,non so che pensare...non possiamo fare niente,xkè contro la natura non si può fare niente!!!Io ho paura,tanta,specialmente la notte xkè siamo indifesi xkè mentre dormiamo non siamo attivi di quando saimo svegli...quando si fermerà tuttu questo?Le scosse continuano ancora ma cosa sta accadendo?Spero che finisce tutto il + presto possibile...io sono vicino alle famiglie con tutta me stessa e alle persone che non ci sono +non mi basta ke pregare xle loro anime!!!

Anonimo ha detto...

Forse pensano che sia un film.

Anonimo ha detto...

questo video andrebbe riproposto ad imperitura memoria di come vengono spesi i nostri soldi