lunedì 20 giugno 2022

ACQUA DELLE FOGNE PER IRRIGARE I CAMPI. ISTANTANEA DI UNA NAZIONE FINITA

 

 

Un Paese che non ha mai avuto una programmazione economica, un'idea di Nazione.
Un Paese che ha dovuto sottostare ai dictat ambientalisti alla fine degli anni 80, contro la realizzazione di centrali atomiche, contro l'utilizzo delle piattaforme sul mare per l'estrazione di idrocarburi e quelli piu' recenti dei grillini ( ad uno ad uno pero', venuti meno ) in ordine alle grandi opere ( compreso le Olimpiadi a Roma )
Un Paese che pur attraversato da tanti fiumi, non ha mai pensato di realizzare vasche di accumulo, di aumentare il numero delle sue dighe, di creare laghi artificiali, di ottimizzare la sua rete idrica, ridotta ormai ad un colabrodo.
Ora che la siccita' avanza saremo costretti ad utilizzare le acque reflue, si avete capito, l'acqua delle fogne per irrigare i campi di buona parte del settentrione, zone in cui scarseggiano falde acquifere, caratteristica presente invece in tanti territori del Sud Italia. Se i fiumi si prosciugano, interi raccolti irrimediabilmente, saranno a breve a rischio.
 
Ecco, l'immagine, l'idea, il concetto, l'ultima speranza prima del disastro: usare acqua di fogna per continuare a produrre i prodotti dell'agricoltura. Cio, in modo impietoso e crudo, simboleggia in maniera inequivocabile, il livello di degrado, approssimazione, arretratezza in cui e' arrivato il nostro Paese. Un deserto economico, sociale, culturale che avanza, inesorabilmente.
 
Un tempo, la politica era amministrata dai "ladri" a cui veniva additato il disatro della cosa pubblica. Tangentopoli non rappresentava piu' uno spartiacque. Corruzione, clientelismo affarastico, malaffare regnavano ancora indisturbati nel mondo della politica e delle Istituzioni. Un tempo i malavitosi si avvinavano ai politici. Ora erano quest'ultimi ad avvicinare la malavita per ottenre consenso e potere.
Poi vennero gli "onesti" che avrebbero dovuto creare il cambio di passo, la nuova visione per il Paese, l'inzio di una nuova era, un periodo dove la poverta' sarebbe stata abolita, il merito premiato e le Istituzioni aperte come una scatoletta di tonno. La loro presenza ha invece soltanto arrecato ulteriore danno al Paese. Pressapochismo, protagonismo, impreparazione, improvvisazione, divisioni interne, arrivismo, hanno fatto si che gli esponenti del cambiamento rimanessero a marcire in quella scatoletta di pesce, il cui fetore di carne avariata inizia a far sentire il suo olezzo nauseabondo nel Paese.
Poi venenro i "migliori", i cattedratici, coloro che avrebbero dovuto utilizzare al meglio i fondi UE, risorse sprecate dai precedenti "onesti" e dare il definitivo cambio di passo alla Nazione.
 
Con la scusante di 2 emergenze ( prolungate a dismisura proprio per celare i propri fallimenti ) e con la definitiva scelta scellerata di partecipare alla guerra con l'invio di armi e con una serie di sanzioni che in poche settimane si sono trasformate in devastanti boomerang per il Paese, stiamo assistendo al defitivo fallimento della politica italiana, sempre piu' schiava delle direttive UE, sempre piu' soggetta al pensiero unico dominante di matrice DEM-USA. Un Paese divenuto semplice approdo nel mediterraneo per lo sbarco di disgraziati dall'Africa e grande hasset in (s)vendita per le multinazioni mondiali.




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