Sara' una guerra fino all'ultimo neurone lucidamente connesso a quello che restera' del proprio sistema nervoso.
Chi nella vita ha patito sofferenze, chi ha saputo subire dolorose rinunce, chi si e' saputo adattare d'improvviso alla tempesta del proprio vissuto, sara' piu' pronto a questo tipo di infinita partita a scacchi, questa sorta di costruito labirinto ipnotico, questa forma di reality basato sull'irradiazione costante di una irrefrenabile ansia, di un incessante terrore, di una diffusa incertezza che "convenzionalmente" oggi riduciamo al Covid.
Qui si tratta di resistere non tanto alla possibilita' di prendere il contagio.
Qui e' in gioco la salute mentale, la lucidita' cognitiva, l'indipendenza intellettuale di ciascuno, perche' e' davvero sottile il precario equilibrio in cui stiamo vivendo ormai da oltre 17 mesi.
A prescindere dall'indipendenza e dall'agiatezza economica di chi per sua fortuna non conosce privazioni, disagi e sofferenze e' evidente che la societa' oggi non e' piu' la stessa e non tornera' ad essere quella di prima, perche' cosi e' stato deciso.
Il salto quantico siociologico-relazionale c'e' stato. Dietro non si ritorna.
Oggi si e' davanti ad un bivio: scegliere di diventare parte di una massa acritica, passiva, recettiva che viene gestita a colpi di app o tentare di rimanere dei soggetti pensanti con una propria indipendenza cognitiva, decisionale
Nessun commento:
Posta un commento