Stasera Conte e' stato materialmente
isolato da tutti i vertici PD. Casalino gli avra' suggerito di giocare
di anticipo, facendogli calare l'asso degli Stati Generali. Ma la la sua
proposta di convocazione di un tavolo per l'emergenza per parlare di
soluzioni e provvedimenti da prendere per fronteggiare la crisi
economica, e' stata duramente criticata. L'agenda, nonostante tutto, la
deve dettare il PD. Cio' nonostante, Conte ha agito in modo repentino, cercando di forzare la mano, essendo consapevole che tale decisione possa portare ad una crisi aperta nella maggioranza.
Mattarella e gli stessi vertici del PD, poche settimane or sono,
dissero che in caso di crisi, non si sarebbe fatto nessun Governo
tecnico, nessuna ammucchiata del Presidente. La parola sarebbe stata
data agli italiani, sapendo che questa "minaccia" potesse essere uno
strumento persuasivo sia per Renzi che non avrebbe i numeri per rimanere
in Parlamento, sia per i 5S oggi in netto calo di preferenze.
Il M5S, tuttavia, da sempre vuole il caos, come sistema per avere
maggiore consenso. Il Movimento, in crisi di identita', prova a
strappare, cercando in questa maniera di mettersi contro tutti. Ma
questa volta c'e' stato il colpo di scena. Conte ha giocato su 2 fronti.
Da un lato cerca di presentarsi come il rassicurante Premier, la mente,
la persona perbene e preparata di un movimento davvero mediocre come
contenuti. Dall'altra guarda avanti, o si para il culo, depositando il
marchio di un suo partito personale. Operazione di lifting 5S o
altro? Di certo creando una crisi veloce, si potrebbe davvero riandare
al voto, soluzione comunque troppo rischiosa per le attuali 2 componenti
della maggioranza, ma al tempo stesso, soluzione che eviti la
formazione di un governissimo, magari presieduto da un'autorita' di
spicco, poco gradita proprio ai pentastellati.
Come prevedevo da mesi, finito il COVID sarebbero emersi tutti i limiti di questa maggioranza, frutto di un cinico "incesto" politico che ha messo insieme le 2 forze politiche all'epoca, agosto 2019, piu' deboli e in calo di consenso nel Paese.
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