La crisi della maggioranza con le sue faide interne, tiene banco in queste giornate di agosto. L'incertezza sulla stabilita' dell'esecutivo e' totale. Ormai lo scontro si e' incancrenito e non vede soluzione nel breve.
Ci troviamo dinanzi a due possibili scenari.
Da un lato, una volta che la crisi venisse ufficializzata passando per il Quirinale, si potrebbe continuare a riscaldare questa minestra in via di putrefazione che si chiama governo, con un esecutivo tecnico o un rimpasto interno, magari affidando ad un'altra figura politica (ad esempio Tremonti) il mantenimento di questa maggioranza che, a questo punto, e' soltanto virtuale.
Dall'altro si potrebbe tornare alle urne, il passatempo piu' in voga nel nostro paese, con il placet di Berlusconi e del suo, questa volta fidato alleato (per ovvi motivi territoriali) Bossi, che ad ogni costo non vorrebbe veder compromesso l'avviato percorso federalista.
Il Premier preferirebbe tale prospettiva. Potrebbe in breve tempo, riorganizzare la sua macchina elettorale, scegliendosi a tavolino i candidati ( i nuovi Cosentino, Verdini, Scaiola, Brancher etc, per intenderci) in base ad un vergognosa legge elettorale. Anche con una maggioranza piu' risicata, riuscerebbe ad essere rieletto, rimanendo ancora una volta il "Cesare" indiscusso di questo paese barzelletta.
La politica italiana, nella sua totalita' deve interrogarsi, con profonda umilta'. Deve chiedersi se il problema e' Berlusconi o la mancanza di una valida alternativa di idee, uomini e programmi avutasi in questi ultimi lustri.
Nel secondo caso, quello piu' ovvio, in barba ai tanti piagnisdei sul conflitto di interessi e sulla straripante ingerenza di Berlusconi nella vita pubblica italiana, bisognerebbe avere il coraggio di voltar pagina.
Creare una larga intesa politico-programmatica nel medio-lungo termine che abbia a cuore le reali esigenze del Paese, non solo quelle immediate e prettamente numerico-elettorali di vittoria contro il Cavaliere. Abbiamo visto come ando' a finire nel 2006.
Fini, col neonato movimento FLi( considerato opposizione interna al PDL) Casini, Bersani, Di Pietro e Rutelli, riusciranno in questo intento di alleare le opposizioni?
Se cio' non accadra', saremo costretti a vivere in questa fetida palude, per molto tempo ancora.
Ci troviamo dinanzi a due possibili scenari.
Da un lato, una volta che la crisi venisse ufficializzata passando per il Quirinale, si potrebbe continuare a riscaldare questa minestra in via di putrefazione che si chiama governo, con un esecutivo tecnico o un rimpasto interno, magari affidando ad un'altra figura politica (ad esempio Tremonti) il mantenimento di questa maggioranza che, a questo punto, e' soltanto virtuale.
Dall'altro si potrebbe tornare alle urne, il passatempo piu' in voga nel nostro paese, con il placet di Berlusconi e del suo, questa volta fidato alleato (per ovvi motivi territoriali) Bossi, che ad ogni costo non vorrebbe veder compromesso l'avviato percorso federalista.
Il Premier preferirebbe tale prospettiva. Potrebbe in breve tempo, riorganizzare la sua macchina elettorale, scegliendosi a tavolino i candidati ( i nuovi Cosentino, Verdini, Scaiola, Brancher etc, per intenderci) in base ad un vergognosa legge elettorale. Anche con una maggioranza piu' risicata, riuscerebbe ad essere rieletto, rimanendo ancora una volta il "Cesare" indiscusso di questo paese barzelletta.
La politica italiana, nella sua totalita' deve interrogarsi, con profonda umilta'. Deve chiedersi se il problema e' Berlusconi o la mancanza di una valida alternativa di idee, uomini e programmi avutasi in questi ultimi lustri.
Nel secondo caso, quello piu' ovvio, in barba ai tanti piagnisdei sul conflitto di interessi e sulla straripante ingerenza di Berlusconi nella vita pubblica italiana, bisognerebbe avere il coraggio di voltar pagina.
Creare una larga intesa politico-programmatica nel medio-lungo termine che abbia a cuore le reali esigenze del Paese, non solo quelle immediate e prettamente numerico-elettorali di vittoria contro il Cavaliere. Abbiamo visto come ando' a finire nel 2006.
Fini, col neonato movimento FLi( considerato opposizione interna al PDL) Casini, Bersani, Di Pietro e Rutelli, riusciranno in questo intento di alleare le opposizioni?
Se cio' non accadra', saremo costretti a vivere in questa fetida palude, per molto tempo ancora.
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