La
"distanza" sociale era un fenomeno sociologico gia' imperversante da
anni. La societa' era diventata ormai, un composto affollato di soggetti
distanti. Gli abbracci, le strette di mano, le pacche sulle spalle, i
sorrisi non coperti dalla mascherina, spesso erano manifestazioni
comportamentali costruite. Plastiche espressioni formali, sovente non
sentite, ma manifestate per pura convenzione, per ipocrita prassi. Il
ritrovarsi negli stessi luoghi, era una
sorta di transumanza compulsiva, dove si cercava di emulare l'altro
nella ricerca del proprio io.
Ora, il distanziamento sociale, ha definito e "disegnato" gli ambiti
sociali per legge. Ma la societa' gia' da tempo, era un assieme di
individualismi narcisisti, dove l'apparire era il fenomeno dominante,
l'essere un qualcosa di etereo, di non tangibile, quindi considerato per
molti, inutile, superfluo.
In questa societa' arrivista, il
proprio simile ancora non distanziato, diventava una sorta di specchio
(vuoto) dove trovare riflessa, la propria immagine (vuota). Lo
"specchiarsi" nell'altro, per trovare momentanea certezza al proprio
essere. Ora che il distanziamento e' imposto, gli individualismi si
fanno ancora piu' marcati. In un'epoca piena di incertezza e di
costruita e manipolata paura, irradiata come strumento di controllo
sociale e relazionale, l'io di ciascuno, diventa ego ancor piu'
dominante e le distanze reali tra gli individui si fanno materialmente
piu marcate. Non solo distanza fisica, ma distanza relazionale,
concettuale. Il confronto diventa scontro.
In un'epoca di
declino di valori, il distanziamento sociale imposto, non ha fatto che
rendere cristalline le gia' palesi distanze esistenti nella societa'. La
pochezza, la fugacita', la fragilita', la frammentarieta' delle
relazioni ne sono la piu' naturale ed inevitabile conseguenza. Viviamo
un' epoca di solitudine, di ricerca di emozioni fuggenti ma in un
contesto globale completamento stravolto. L'apparire non sara' piu'
fondamentale perche' la platea dei riceventi l'immagine proiettata,
sara' limitata. Unico specchio, unica forma di eco replicante,
resteranno i social, sempre piu veicolo di compulsiva e schizofrenica
emulazione sociale. Tutti insieme in fila come pecore in gregge. Tanti
io vuoti, che insieme si riempiono, in una contagiosa e illusoria
ricerca di certezze
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