Lo fa chi da questa immigrazione ci guadagna in termini di
associazionismo cooperativo, lo fa chi da questa immigrazione ci
guadagna in termini di consenso politico.
Io vorrei che si parlasse di sviluppo, crescita seria documentabile, occupazione giovanile, specie al sud.
Sono stufo di sentire soltanto sterili e preconfezionati
annunci elettorali. Da quelli di vecchia data, in cui si prespotteva di
camminare le acque con un Ponte sullo Stretto, a quelli piu' recenti
che infondevano ipocrita e falsa serenita' asserendo che la luce in
fondo al tunnel finalmente si scorgeva, agli ultimi, dove si asserisce
che la poverta' finalmente e' stata sconfitta.
A volte si temono le
derive nazionaliste, vedendo in queste, risposte di pancia senza
costrutto, manifestazioni di becero populismo xenofobo, dimenticando che
a volte, i nazionalismi nascono anche come estremo tentativo di difesa
sociale, mettendo al primo posto i diritti basilari dell'individuo, la
casa, il lavoro, il diritto alla salute, ad una giusta pensione
Chiaramente, in un momento di grande crepuscolo per il Paese, e' logico
che ci sia chi combatte per questi diritti, mettendo al primo posto gli
ultimi e non ci si deve meravigliare che in questa lotta, si scelga per
prima cosa di salvaguardare gli ultimi della propria Nazione.
In una guerra tra poveri, chi ha piu diritti? E chi deve stabilire chi aiutare per primo?
Lo dovrebbe fare la politica, ma la poltica e' espressione democratica
del popolo. Se il popolo e' contento di come sta, allora non vedo
problemi. Ma se il popolo vede che la propria condizione di vita, non
migliora, allora puo' decidere un giorno, penso sempre piu vicino, di
votare chi metta al primo posto i diritti e i bisogni degli italiani.
In un mondo sempre piu globale, in un momento storico dove si professa
l'eliminazione di frontiere, confini, dove pare non ci debbano piu
essere differenze tra religioni, culture, tradizioni, anzi che queste
debbano essere mescolate in una sorta di forzato arlecchino, non
possiamo di certo perdere d'improvviso, la nostra identita, diventando
un semplice punto geografico, uno scoglio di approdo, un lembo di terra
di passaggio, un semplice ingranaggio all'interno di una complessa
macchina burocratica e tecnocratica.
Per tale motivo, sono sempre piu convinto che sia arrivato il momento di pensare prima a noi italiani
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