lunedì 26 settembre 2011

IL NO DI BRUNETTA AI CERTIFICATI ANTIMAFIA: BOUTADE O ESCAMOTAGE?

Ne parlai gia' alcuni mesi or sono. La nostra economia, gia' fortemente compromessa dalla spirale di crisi internazionale, sotto minaccia costante da parte della speculazione, senza alcun segnale di ripresa nel breve e medio termine, deve fare i calcoli con una particolare contrazione tutta italiana, da tempo auspicata ma che, inevitabilmente, contribuisce a indebolire ulteriolmente il sistema.
Trattasi dell' indotto indiretto prodotto dalle mafie, economie che non conoscono crisi ma che, da un po' di tempo, devono fare i conti con le misure prese dal Governo che finalmente ha inferto duri colpi alle organizzazioni malavitose.
Come scrissi nel precedente post, se lo Stato non realizza forme di sviluppo alternativo, laddove realizza notevoli contrazioni a quello illegale, l'economia di quelle aree non puo' che tendere alla desertificazione.
In questa fase storica, chi materialmente avrebbe la capacita' e la solvibita' di poter vincere una gara pubblica?
Quando si chiude un cantiere in odore di mafia, un grande centro commerciale, una catena di ristoranti, quante persone oneste e laboriose che non hanno niente a che vedere con il titolare malavitoso, perdono il lavoro? Alla luce delle difficolta' del momento, da tempo si sa che oggi, solo le grandi organizzazioni mafiose avrebbero la disponibilita' finanziaria di potersi accollare grosse commesse, come ad esempio i lavori del prossimo Expo' di Milano.
Non intendo affatto mettermi dalla parte chi di opera nel malaffare. Ma la nostra economia oggi deve affrontare anche questo nuovo problema: convertire un sistema produttivo spesso gestito dalla malavita, in un'economia libera ed autonoma, retta soltanto da capitali puliti.
E' possibile? Non vorrei che le parole del Ministro Brunetta, in merito all'inutilita' dei certificati anti-mafia, fossero un escamotage per prolungare questa forma di economia dicotomica, dove a volte, la presenza di grosse quantita' di denaro, servono comunque e a prescindere dalla natura della loro provenienza.

giovedì 22 settembre 2011

VANNO FERMATI

La Lega abbandona ancora una volta la "forca", votando compatta' contro l'arresto di Milanese. In questa maniera, raggiunge subito due obiettivi: tiene ancora ben salde per un po', le sue chiappe sugli scranni romani e, al tempo stesso, mantiene in vita, continuandone il coma, l'attuale maggioranza. Indirettamente poi, evita il carcere ad un malfattore.
Si argomentera' che la scelta e' stata fatta per salvare il Governo in un momento particolarmente difficile per la nostra economia. E' stato in effetti, l'ennesimo escamotage strategico, la cinica e calcolata alchimia, per rimanere ancorati al comando, incuranti del baratro in cui stiamo finendo.
Siamo ormai imprigionati, dalla piu' totale schizzofrenia di due leader al crepuscolo: Berlusconi e Bossi.
Il Premier, dichiaratamente disimpegnato dal suo ruolo, schiavo dei sui vizi, ricattato dalla ridda dei suoi sciacalli. Il Senatur, acciaccato dai suoi guai fisici, indebolito nella sua leadership ma fermamente convinto nel dividere il nostro amato e vilipeso Paese.
Questi due individui vanno fermati, sono diventati troppo pericolosi e destabilizzanti per la Nazione. La loro cecita' verso il dramma che vive il Paese, la loro conclamata incapacita' di guidare la Nazione, la loro distanza siderale dai comuni cittadini, rende la loro permanenza al potere, una sorta di manifesta eversione.
Uomini e donne di buona volonta', specie quelli della loro appartenenza politica, dovrebbero compiere un gesto nobile e coraggioso: smarcarsi da tali impostori, isolare la loro azione, mettere fine a tale supplizio, allontanare questa minaccia.
Pensare che l'Italia debba essere guidata da questi due uomini fino al 2013, mette davvero i brividi.
Quando i leader di un paese, vengono accecati da delirio di onnipotenza, la democrazia finisce di esistere. Quando tale delirio, contamina una parte della popolazione, facendola uscire dalla realta' che la circonda, allora ogni cosa puo' succedere.
Chi da sempre, ha basato la sua politica sulla contrapposizione, lo scontro e la divisione materiale del Paese, non puo' che, in un momento di delicatissima incandescenza sociale, accentuare la sua inclinazione, gettando altra benzina sul fuoco.
Il Paese ha bisogno di coesione, unita', convergenza di intenti. Soprattutto necessita di calma sociale. Fin quando governeranno questi due uomini, ci sara' solo caos destabilizzante.

sabato 17 settembre 2011

CONDANNARE BERLUSCONI O SALVARE L'ITALIA?

Il voto in democrazia e' inappellabile, sovrano. Ci mancherebbe. Ma a volte, si puo' rimanere "democraticamente" imprigionati dalle proprie scelte.
Quando chi, detenendo il potere, lo usa a suo piacimento, ledendo i diritti e le esigenze della collettivita', anteponendo i privilegi della propria casta a quelli del Paese, allora costui trasforma l'urna da luogo di espressione dell' autonoma liberta' dei singoli, a strumento di limitazione della stessa.
Per molti popoli, il voto e' piu' che altro una formalita' rituale. Anche nelle dittature si vota, ma l'esito delle urne e' scontato. Nel corso della storia, si e' votato anche a Cuba ed in Iraq, giusto per citare due paesi, i cui leader non avevano competitor. Da noi il voto rappresenterebbe un momento di altissima civilta' democratica ma, da un po' di tempo, esso non fa altro che rappresentare la piu' palese ed incontrovertibile forma di truffa perpetuata alla cittadinanza.
Quanti elettori di centro-destra, si riconoscono in questo Governo? Quanti cittadini ex- forzisti ed oggi pidiellini possono ancora giustificare e continuare a coprire le malefatte del Presidente del Consiglio? Quanti ancora oggi, credono che nel nostro Paese si perpetui un golpe da parte della magistratura contro un uomo che a tutti costi vuole passare come vittima di un sistema, senza capire minimamente che proprio lui e' la piu' grossa anomalia politica, colui il quale ha di fatto praticamente bloccato il normale procedimento democratico-istituzionale di questa Nazione, cercando di salvarsi il sedere da tutti i guai giudiziari in cui e' coinvolto?
Speravo che Berlusconi fosse sconfitto politicamente e, democraticamente abbandonasse la scena politica. Ma il livello di improponibilita' di quest'uomo, anche da un punto di vista propriamente politico, ha raggiunto il colmo. Basta, e' giunta l'ora di trovare "democraticamente", il modo di interrompere questo supplizio a cui siamo sottoposti noi italiani, compreso e, ne sono sicuro, i tanti elettori del Presidente che penso oggi si vergognano di aver fatto questa scelta.
Come si puo' accettare di arrivare in questo pantano fino alla primavera 2013? La nostra credibilita' a livello internazionale e' minima. L'ingovernabilita' interna e' massima.
"Democraticamente" ci si adoperi per un' uscita di scena decorosa, si trovi il sistema di limitare ulteriori danni al Paese. Oggi, e' piu' importante far scontare i reati a Berlusconi o salvare l'Italia?
Da tempo ci si e' incancrenati in questo scontro fratricida che alla lunga si e' rivelato una strada senza uscita, un vicolo cieco, un binario morto.
Penso che per il bene dell'Italia si possa "democraticamente", concordare l' allontanamento del politico, la cura dell'uomo ed il salvataggio del Paese. L'Italia deve voltar pagina. Lo deve fare in fretta. A volte, le scadenze democratiche, non vanno rispettate.


giovedì 15 settembre 2011

SOFFIA UN VENTO NUOVO

A Napoli si terranno due regate della Louis Vuitton Cup, gara di qualificazione all' America's Cup. Non solo Venezia quindi, ma anche il capoluogo partenopeo sara' campo di gara per l'importante kermesse velica.
Dopo estenuanti trattative, le Istituzioni locali, Comune, Provincia, Regione, Unione industriali di Napoli, Bagnoli Futura, sono riusciti a strappare il fatidico si agli americani.
La prima gara si terra' nelle acque del golfo gia' nel prossimo mese di aprile. La seconda gara poi, si disputera' nel 2013.
Per la citta' una grande opportunita' di crescita e di rilancio dopo gli anni bui dell'emergenza rifiuti. Napoli torna ad essere protagonista nel Mediterraneo, ruolo che geograficamente le compete.
Sembrava gia' sfumata la grande occasione. Ma la ritrovata sinergia tra tutte le istituzioni locali, ha permesso il raggiungimento dell'importante obiettivo.
Peccato che la notizia sia stata a mala pena divulgata. Ma si sa, da queste parti, le tante cose buone esistenti, non hanno la stessa eco di quelle ahime', negative, che al contrario trovano enormi casse di risonanza per la loro propagazione.
Napoli non e' solo munnezza. Per una volta tanto, non si parla soltanto di "gomorra".
E' proprio il caso di dire che in citta', finalmente, soffia un vento di cambiamento.


lunedì 12 settembre 2011

MEGLIO FALLIRE?

Lo ha fatto l'Argentina anni or sono. Con ogni probabilita' lo fara' la Grecia a breve. Fallimento!
La manovra italiana pare non convinca ancora. L'Europa ci guarda con sfiducia. Oggi si e' registrato l'ennesimo crack in Borsa.
Ci troviamo in un vicolo cieco, senza speranza di uscirne. L'economia e' ferma, spiragli di ripresa neanche a parlarne. In questa maniera, il nostro debito pubblico e' destinato ad aumentare inesorabilmente.
Gli speculatori sentono il fetore emanato da una bestia morente e sono pronti ad azzannare il suo corpo esamine. Non ne usciamo, anche perche' la spirale depressiva ha ormai dimensioni globali. L'Europa ha una moneta unica ma non possiede un vero spirito economico unitario. Inoltre, il nostro Paese, e' lacerato da un atavico scontro politico interno, ed e' guidato da un Premier a dir poco improponibile che intende tuttavia, rimanere al suo posto fino al 2013, come da mandato, per salvare il suo sedere e lasciare ad altri, gli effetti dell'apocalisse.
Nel frattempo degrado e corruzione avanzano di pari passo, seguendo una perfetta equazione. Ci sono zone del Paese in cui si vivono scenari da terzo mondo. Anni or sono, si promettevano grandi opere. In molte citta' invece, non esistono neanche servizi minimi e dignitosi per la cittadinanza.
Il Titanic Italia non e' affondato, ma e' tristemente alla deriva.
Come estrema ratio, allora, non sarebbe meglio fallire e scaricare ad altri i nostri guai? In fin dei conti gia' adesso la nostra politica segue a capo chino i dictat di Strasburgo senza fiatare. L'Europa, si accollerebbe il default italiano?

mercoledì 7 settembre 2011

LA MANOVRA PASSA. I PROBLEMI RESTANO

Dopo svariate correzioni, la manovra passa. Amen!
Da domani, nel Paese, resteranno solo i problemi. La Borsa potra' rifiatare, di certo il portafogli degli italiani sara' ancora piu' scarno.
Bisognava tagliare da qualche parte, sacrosanto, ma al tempo stesso, sarebbe stato indispensabile programmare una qualche forma di ripresa alternativa. In questa maniera invece, l'economia e' destinata a vivere un periodo di lunga stagnazione, il tasso di disocupazione restera' pressoche' invariato, così come quello del debito pubblico.
Nelle scorse settimane, anche il Governatore Draghi, ammonì l'esecutivo per non aver accennato a nessun piano di ripresa economica. Un sistema economico basato soltanto sui tagli, non puo' produrre effetti positivi nel medio termine.
Il Paese in questa maniera, potra' soltanto prolungare la sua lenta ed inesorabile agonia.
Il Governo a sua volta, continuera' la sua macerazione a fuoco lento, come un polipo cotto a vapore in una casseruola senza aggiunta di condimento. Gli ormai bolliti Berlusconi e Bossi non si rassegnano a fare un lungimirante passo indietro. L'Italia e' imprigionata da questi due uomini. I loro modelli sono desueti, improponibili, fuori da qualsiasi logica temporale. Il loro consenso e' ridotto ai minimi storici. Un tempo il successo accecava loro la vista. Oggi la loro mente, e' offuscata per cause biologiche.
Di solito, dopo la tempesta, riappare il sereno. In Italia ahime', dopo lo tzunami finanziario, per lungo tempo ancora, vedremo soltanto una densa nebbia padana (da Padania, termine identificativo di un territorio surreale ed immaginario, di origine politco-fantastica).

sabato 3 settembre 2011

NON CI SONO PAROLE

Oggi, Angelino Alfano, neo-segretario del PDL, non per voto interno ma per volere del suo capo d'azienda, chiaramente, e' stato l'ospite d'onore alla festa dell'Api di Rutelli.
In casa dell' ex radicale, ex verde, ex margherita, ex pd, attuale segretario tascabile di un partito che prende a mala pena l'1% delle preferenze, all'interno del neonato ma non ancora svezzato, partito del Terzo Polo, l'Angelino nazionale, cercando di far riavvicinare le anime dei moderati alla casa del sultano, ha tenuto il classico discorso di facciata sulla crisi, nel quale ha auspicato la ricerca di una ritrovata coesione tra le parti, per il bene del Paese. Fin qui tutto come da copione.
Cio' che ho trovato disarmante, e' quello che l'ex guardasigilli ha sentenziato poi, senza nessun imbarazzo, con consumata faccia tosta. Secondo Alfano, se qualcuno non l'avesse ancora capito o se, continuasse ancora a sperare utopisticamente in maniera diversa, l'unico candidato possibile alle prossime elezioni del 2013, qualora il Governo ci riuscisse ad arrivare, e' l'attuale Premier in carica, Silvio Berlusconi. Alfano ha anche aggiunto, che l'ipotetico utilizzo delle primarie, e' uno strumento fuori da qualsiasi logica autodeterministica del partito, vista la forte, solida, stabile ed indiscussa leadership dell'attuale Presidente del Consiglio, nonche' unica ed insostituibile figura guida per l'intero centro-destra.
La cosa che di piu' mi ha sorpreso, e' che nessuno dei presenti, ipoteticamente tutti facenti parte l'opposizione al momento, ha emesso il che piu' minimo brusio di dissenzo o contestazione.
Dopo " l'ape regina", anche l'Api cerca di riformare l'intesa con il monarca.
Non ci sono parole!