sabato 11 ottobre 2008

TG3 CAMPANIA: INFORMAZIONE A META'

Angelo che fai a pranzo, torni a mangiare? Quando esco, la mia anziana mammina, (sono sposato ma vivo ancora con lei) recita come tutte le madri questa solita domanda.
Io da un po' di tempo le rispondo: non ti preoccupare, torno per " l'isola dei famosi ". Lei sorride, intuendo la mia ironia. Infatti, da un po' di tempo ho ribattezzato il tg3 campania, divenuto il telegiornale di univoca e monotematica informazione , una sorta di real-fiction del macabro che pero' suscita tanto interesse, alla pari della nota trasmissione della Ventura.
Si parla sempre della gesta del clan dei casalesi, creando una sorta di prolungamento a puntate, anzi ad episodi, del piu' importante libro di Saviano che tanta suggestione ha provocato nell'immaginario collettivo.
Tutto il restante marciume della regione, in particolar modo l'elevata propensione criminogena del capoluogo, vengono poste in secondo piano o completamente sottaciute, determinando una parziale, strumentale e pilotata informazione a meta', per noi cittadini.
Gia' a livello di lessico giornalistico-narrativo, l'identificazione delle famiglie malavitose, con il termine "casalesi", viene a produrre un sociologico e addirittura antropoligico collegamento geografico con un preciso territorio, Casal di Principe appunto, mettento aprioristicamente, un' alea di fango su un'intera collettivita', nella quale ci sono tante persone per bene che operano come me sul territorio e che oggi sono come marchiati di un'onta, divenuta indelebile.
I media stanno determinando una sorta di spartitraffico geo-territoriale tra il bene ed il male: Napoli e la Campania come realta' propositive esenti dal malessere criminale, il casertano come fulcro propagatore di ogni tipo di malaffare. Cio' e' qualcosa di volutamente distorto.
Improvvisamente si dimenticano le faide di camorra nella zona di Secondigliano, tra i Di Lauro e gli scissionisti(famiglia Abbinante) che ha prodotto tantissime vittime negli scorsi anni(a proposito, il commercio di droga e' completamente sparito? Da chi viene gestito ora?).
Napoli e' come fosse diventata improvvisamente una MonteCarlo all'ombra del Vesuvio, non vi e' piu' il racket, lo spaccio, la prostituzione, l'usura(di questi tempi di crisi delle banche, unica vera istituzione creditizia).
La zona del Vasto e della Stazione Centrale, vero crogiuolo del malaffare, si sono trasformati in dei lussureggianti parchi londinesi.
Tutte le grosse famiglie come Contini, Licciardi, Misso, Giuliano, Mazzarella e i loro fitti legami con il territorio e come si fossero dissolti nel nulla. E' possibile che questi criminali non abbiano investito i loro proventi in pulite attivita' commerciali? O sono stati risucchiati come tanti risparmiatori nella crisi delle borse?
E' che dire della mafia cinese? Il porto di Napoli e soprattutto quello di Salerno, dove entra qualsiasi tipo di mercanzia contraffatta ed ingenti quantita' di droga, sono diventati per incanto delle piacevoli darsene turistiche, dove gli appasionati si cimentano nella pratica della pesca sportiva.
Anche i gravi episodi relativi ai disordini di Pianura, durante la fase acuta dell'emergenza rifiuti, dove c'erano dei preoccupanti colleganmenti tra politici dell'attuale amministrazione cittadina e malavitosi locali, sono stati sottaciuti o quanto meno annunciati in modo ridotto e non clamoroso.
Questo per dire che non bisogna sottacere cio' che avviene nel casertano, ribadendo al tempo stesso, che Gomorra non ha piu' bisogno di ulteriori sponsorizzazioni mediatiche.
Saviano meritatamente vincera' l'Oscar.
Il servizio d'informazione regionale ed anche nazionale pero', dovrebbero puntare i loro obbiettivi anche su altre realta' negative del territorio campano, evitando in questa maniera di dare un'informazione monca di una sua meta'.

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